Film

La torre nera: nulla di nuovo nel Medio-Mondo

Classificazione: 2 su 5.

Nella recensione di Percy Jackson ho parlato di come, nonostante non soffra di SCTB, sia rimasto scottato dall’adattamento cinematografico di una delle mie saghe fantasy preferite. Bene, immagino che i fan di Stephen King, dopo aver visto La torre nera, si stiano sentendo come me, se non peggio.

Da parte mia, non ho mai letto neanche uno degli svariati libri che compongono l’omonima saga fantasy. Anzi, non ho proprio mai letto un solo libro di Stephen King (shame on me!, lo so), perciò mi sono guardato il film da assoluto neofita. Forse proprio per questo non l’ho trovato così orribile come tutti i critici l’hanno dipinto. Ciò però non significa che il film sia bello né che mi sia completamente piaciuto, tutt’altro in effetti. Ma partiamo dalla trama.

Roland e Jake

Il tredicenne newyorkese Jake continua ad avere sogni e visioni riguardanti un misterioso pistolero, un malvagio Uomo in Nero e un’imponente torre. Ovviamente tutti lo ritengono pazzo, compresi la madre e il patrigno, che vorrebbero mandarlo in un istituto speciale. Jake scappa e, grazie a indizi contenuti nelle sue visioni, trova un portale dimensionale che lo spedisce in una sorta di dimensione parallela, il Medio-Mondo. Qui incontra il pistolero dei suoi sogni, Roland, ultimo discendente di una nobile stirpe di guerrieri, il quale sta cercando di rintracciare e fermare l’Uomo in Nero, uno stregone di nome Walter.

Quest’ultimo intende distruggere la Torre Nera, una struttura che tiene insieme tutti gli universi e li protegge dal mondo dell’oscurità, una dimensione di puro caos popolata da creature da incubo, la cui liberazione sarebbe ovviamente un disastro per tutte le varie realtà. Jake decide di aiutare Roland e i due iniziano un viaggio che li porterà non solo nel cuore del Medio-Mondo, ma anche nella stessa New York…

Roland e Jake

Ora, come ho detto non conosco molto bene la saga letteraria, ma so che La torre nera è un’opera particolarmente complessa, con interessanti spunti filosofici e una mitologia così vasta che Il Signore degli Anelli può accompagnare solo (addirittura è il perno di tutto il cosiddetto King Universe, dal momento che collega tutti i libri dello scrittore del Maine). Ebbene, il film non è nulla di tutto questo. In effetti La torre nera non fa molto per distinguersi da un qualunque blockbuster estivo di qualità media. Nonostante sia il risultato di una grossa produzione hollywoodiana protrattasi per ben dieci anni, durante la visione l’impressione generale è di stare assistendo a un prodotto usa-e-getta, realizzato in fretta e furia e secondo degli standard generalizzati: il classico film pensato per piacere a tutti, ma che alla fine non piace a nessuno.

Uomo in Nero

Di fatto, i quattro (!!) sceneggiatori che hanno lavorato al film, tra cui lo stesso regista Nicolaj Arcel (che ha sfiorato l’Oscar con Royal Affair e ha co-scritto la versione svedese di Uomini che odiano le donne), hanno ridotto l’epopea kinghiana a un filmetto di un’ora e mezza con un intreccio estremamente semplificato e banale, che invece di osare e suscitare interesse non fa altro che seguire i soliti canoni del cinema mainstream americano. Cliché e situazioni narrative viste e riviste in centinaia (se non migliaia) di altre pellicole si sprecano e i legami con il King Universe si limitano a easter egg gratuiti, che sfociano nel puro fan service. Purtroppo tutto ciò impedisce di assaporare a fondo la pur interessante mitologia che sta dietro il film, che risulta appunto poco approfondita. Persino la Torre del titolo, che dovrebbe essere centrale nella trama, sembra essere relegata in secondo piano.

La Torre Nera

Fortunatamente Arcel, se fallisce nel ruolo di sceneggiatore, in veste di regista riesce almeno in parte a riprendersi. Pur non eccellendo, il film infatti scorre bene e senza intoppi (a parte forse un finale un po’ troppo frettoloso) ed è permeato da una buona dose d’ironia, mai eccessiva, che rende tutto sommato piacevole la visione. Le scene d’azione poi sono tutte sufficientemente spettacolari e ben girate, con la sola eccezione di una ambientata di notte (dove in effetti non si riesce a vedere granché), mentre gli effetti speciali in generale sono più che buoni.

Roland

Ma la parte migliore della pellicola è sicuramente il cast. Idris Elba, che nel film interpreta Roland, è stato parecchio criticato all’inizio per la scarsa somiglianza con la sua controparte cartacea (che ricorda Clint Eastwood e di certo non è afroamericano), ma a conti fatti si dimostra parecchio convincente nei panni di un pistolero infallibile, ma stanco e disilluso. Anche il giovane e talentuoso Tom Taylor funziona nel ruolo di Jake, ma a rubare la scena è l’Uomo in Nero di Matthew McConaughey. L’attore texano compensa la scrittura non proprio eccelsa del personaggio (di cui tra l’altro non sono molto chiare le motivazioni) con la propria bravura attoriale: gli bastano pochi elementi – un gesto della mano, uno sguardo, il modo in cui cammina – per riuscire a dare vita a un personaggio spietato e luciferino, capace di incutere timore e soggezione con la sua sola presenza.

Uomo in Nero e Roland

Peccato che questo non basti a redimere un film magari non bruttissimo, ma tuttavia insipido e scontato. La torre nera poteva essere l’inizio di una nuova e originalissima saga fantasy, invece si rivela l’ennesima trasposizione mediocre di un libro di Stephen King. Ora non resta solo che sperare in It

Fabio Ferrari

Classe 1993, laureato al DAMS di Torino, sono un appassionato di cinema (soprattutto di genere) da quando sono rimasto stregato dai dinosauri di "Jurassic Park" e dalle spade laser di "Star Wars". Quando valuto un film di solito cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma talvolta so essere veramente spietato. Oltre che qui, mi potete trovare su Facebook, sulla pagina "Cinefabio93".
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