
Lady Bird ci racconta l’adolescenza con semplicità e schietto realismo
15 centimetri di spazio per lo Spirito santo
Così una suora a due quasi maggiorenni abbracciati al ballo scolastico. Indubbiamente la reazione degli ormoni dei due si manifestò con un gigantesco “a me che cazzo me ne frega a me“. Questa e tante altre storie di sesso sfrenato in Lady Bird.

Non era vero. Mi dispiace per i poveri arrapati che si sono fiondati con sbavosa voluttà su questo articolo alla sola lettura della parola “sesso”: Lady Bird non parla di sesso. O meglio, sì, parla anche di sesso, ma credo sia normale e anzi doveroso quando stai raccontando la storia di un’adolescente.
Ed è proprio questo ciò che ci vuole raccontare la regista Greta Gerwig: l’adolescenza. Come presupposto è senz’altro interessante ma ovviamente apre al grande problema di saper trattare questo argomento con la giusta sensibilità e l’adeguata attenzione. Beh, la Gerwig ne è stata a dir poco capace.
Iniziamo proprio da lei, la regista. Che dire. Sicuramente l’appartenenza al sesso femminile costituisce un dettaglio fondamentale per la resa cinematografica di Lady Bird. Infatti la Gerwig rappresenta l’adolescenza femminile con un’efficacia unica e con una credibilità strabiliante. O almeno credo, non essendo donna, non posso averne la certezza.
A un occhio disattento potrebbe anche sembrare che alcuni avvenimenti siano troppo spinti o forse forzati, ma se siete stati adolescenti (o lo siete ancora) e se siete in grado di ripercorrere mentalmente gli episodi della vostra adolescenza, vi renderete conto di quanto tutto ciò che succede nel film sia successo anche a voi, indipendentemente dal vostro sesso di appartenenza. Già, perché è vero che Lady Bird racconta una storia al femminile, ma è anche vero che nelle dinamiche che prendono forma nel corso della trama entrano in gioco una serie di personaggi che dal primo all’ultimo contribuiscono a rendere viva l’adolescenza, a darle vita cinematografica. E ciò permette di realizzare da un lato uno scenario stranamente realistico, senza forzature, dall’altro di rendere partecipe qualsiasi spettatore stia guardando il film. Chiaro che Lady Bird colpirà di più il cuore di un adolescente (per ovvi motivi), ma ciò non significa che un quarantenne non possa guardare a questa storia con un’intensa commozione.
Ho deciso di dedicare una sezione anche ai suddetti arrapati di cui abbiamo brevemente tracciato un profilo in precedenza. E quindi: SESSO. Forse sono un poco troppo prolisso nel comicizzare sul sesso, non credete? SESSO. Quindi, perché proprio una sezione specifica sul sesso? Perché, come del resto tutti i temi del film, è trattato con efficacia e con estrema verosimiglianza, ma senza dargli eccessivo spazio o senza renderlo oggetto di concentrazione dell’attenzione. Il sesso è rappresentato nell’unica veste in cui poteva essere rappresentato: quella dell’inesperienza e dell’esperienza. Parliamo di adolescenti, non di persone in crisi di mezza età, motivo per cui i personaggi si trovano ad affrontare il sesso (quasi tutti) per le prime volte. Poi ci sono i grandi zoccoloni da battaglia che hanno già scopato un numero di volte tale da non ricordarselo. Ma ehi! Anche questo succede nella vita: incontrare sul proprio cammino troiette di passaggio e finti machi sperando prendano l’HIV. Quest’articolo non voleva diventare macabro.

Ma giustamente se si parla di sesso si parla anche di amore. Cioè, non per forza, però nelle persone normali e non ninfomani di solito ciò accade. E l’amore di Lady Bird è dolce, è ingenuo, è istupidito ed è incredibilmente forte. Scusate, sono un romantico. Ma a parte tutto è davvero bello il modo in cui Greta Gerwig è stata capace di mettere in mostra questo ventaglio di emozioni umane, in un periodo così complesso di vita, riuscendo ad amalgamarle in modo così emotivo. Sei proprio una tenerona Gre’.
L’amore tuttavia non è solo quello maschio-femmina e ragazzo-ragazza, ma è anche l’amore intrafamiliare. Tra la protagonista (Saoirse Ronan) e la madre (Laurie Metcalf) si sviluppa un rapporto straordinario, dove l’amore non è mai dichiarato direttamente e dove sembra prevalere invece l’odio. Ma ancora una volta la Gerwig sa bene come rappresentare il rapporto madre-figlia in questo delicato periodo e dona anche ad esso un assoluto realismo. Invito le ragazze che ci leggono a guardare il film e a farmi poi sapere se anch’esse non abbiano mai avuto questo tipo di rapporto con la propria madre. Laceratevi le carni mie piccole belve fameliche.
Ma ahimè Lady Bird non è tutto rose e fiori. Ci sono alcuni elementi che fanno storcere il naso e lasciano un poco a bocca asciutta; e purtroppo siccome tutto il resto è così ben amalgamato e rappresentato come detto sopra, queste defezioni risaltano ancor di più. Probabilmente è il sottoscritto che si era fatto aspettative troppo alte per questo film, ma andiamo a vedere insieme cosa non ha funzionato.
Partiamo dal sottotesto di critica verso l’America: ci poteva stare, ma andava decisamente sviluppato meglio. Voglio dire, per tutte le prime sequenze del film ci viene sbattuto in faccia, manco fosse il perno centrale del film, per poi praticamente scomparire per tutto il resto della pellicola. Stesso discorso va fatto per la religione, con due sostanziali differenze: non viene messo in netto risalto fin da subito, ma viene disciolto all’interno della trama (il che poteva essere un bene); non si capisce se l’intento è critico o esaltatorio. Infatti ci sono elementi che portano a pensare che la religione sia sbagliata perché stringe nei propri canoni e principi, ma altri che esprimono totalmente l’opposto. Quest’ambiguità di fondo toglie tanto valore a Lady Bird, perché rischia di renderlo un’accozzaglia di elementi buttati dentro una trama per accontentare l’Academy. E spero davvero che non sia così. Forse sono solo un illuso. E per fortuna che quest’ambiguità è controbilanciata (in parte) dall’ottima rappresentazione dell’adolescenza a cui abbiamo varie volte alluso in precedenza.
E senza dubbio andava fatta chiarezza anche sugli intenti generali del film. Proprio papale papale: qual è l’obiettivo di questo Lady Bird? Personalmente sono giunto alla fine della visione insoddisfatto e senza saper dare una risposta alla domanda appena rivolta. Escludendo a priori che l’intento di Greta Gerwig fosse unicamente quello di rappresentare il mondo adolescenziale (non che fosse sbagliato, ma in tal caso sarebbe stato da eliminare tutto il sottotesto pseudo-critico di cui abbiamo parlato), sono rimasto del tutto spiazzato nell’interpretazione del film.
Avevo due strade davanti a me: rassegnarmi e prenderlo come un film sull’adolescenza, ma a questo punto imperfetto e troppo pretenzioso; oppure cercare quel qualcosa in più che però sembra inesistente e che quindi rende, di nuovo, il film imperfetto. Morale della favola: Lady Bird è un bellissimo film che racconta l’adolescenza con una sensibilità e con mezzi rappresentativi unici; tuttavia pretende di asservire anche ad altri compiti che però non riesce mai a soddisfare. Il risultato è un film modesto, che sicuramente verrà ricordato, ma che io personalmente ricorderò come un film che poteva dare 100 e ha invece dato 70.
Lady Bird agli Oscar
Non potevo ovviamente evitare di parlarne, anche se a questo punto ritengo che questa prima fatica registica della Gerwig sarà una delle tante dimenticate dall’Academy. Ciò non toglie che Lady Bird sia stato nominato a ben 5 statuette: miglior film, miglior attrice protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior regista e miglior sceneggiatura originale. Vediamo cosa ne possiamo dedurre.
Miglior film
Non lo vincerà mai, fuori discussione, non voglio dibattiti.
Miglior attrice protagonista
Seconda candidatura in tre anni per Saoirse Ronan. Non so cos’abbia di particolarmente fascinoso, ma la trovo troppo bella. Ma al di là di ciò, è stata bravissima e ha saputo emozionarmi una quantità di volte che rischia di farmi perdere la virilità. MA. Il problema sono le avversarie, in particolar modo Frances McDormand e Sally Hawkins, senza contare l’onnipresente Meryl Streep. Ergo, la povera Ronan non vincerà, di nuovo. Rischia quasi di diventare la nuova Leonardo DiCaprio.
Miglior attrice non protagonista
Lotta difficilissima qui, perché Laurie Metcalf va a costituire uno dei vertici di una triade di candidate meritevolissime. Se si votasse col cuore, darei l’Oscar alla Metcalf. Se vincesse il merito, darei l’Oscar a Lesley Manville. Se vincesse l’intraprendenza, darei l’Oscar ad Allison Janney. Pronostico? Laurie Metcalf miglior attrice non protagonista.
Miglior regista
Non voglio essere frainteso: Greta Gerwig ha fatto un lavoro lodevole. Complici però gli errori e le diffidenze (date anche dall’inesperienza) e complici anche i giganteschi avversari che si trova ad affrontare, credo sia davvero difficile che ella possa vincere l’Oscar per la regia.
Miglior sceneggiatura originale
Considerato che molto probabilmente l’Academy snobberà male Scappa – Get Out, credo che la lotta sia a tre: The Shape of Water, Tre manifesti e Lady Bird stesso. Sperando che The Shape of Water non vinca tale premio, resta una lotta a due. Lotta che quasi sicuramente verrà vinta da Tre manifesti.
Ci risentiamo domenica per verificare quanto io mi fossi sbagliato su questi pronostici.