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LAMMERDA – 10 film d’Autore da evitare come la peste

I film d’autore

Che vuol dire “essere un autore”? Che tutti i film che fai sono roba di pregio? Che sei infallibile ed esente da critiche? Niente di più falso. Noi del MacGuffin siamo andati a cercare dieci film di registi di grido che sono davvero discutibili, o quantomeno i peggiori della loro carriera.

Premessa 1: questa non è una classifica, ma l’ordine dei film è unicamente cronologico.

Premessa 2: ne esisteranno certamente altri, la sezione dei commenti su Facebook è fatta apposta per segnalarceli.

Premessa 3: qualora non siate d’accordo con qualche film fatecelo sapere argomentando possibilmente. Questi elenchi sono fatti apposta per discuterne.

Premessa 4: nessun autore è stato maltrattato per stilare questo articolo.


The Game | 1997 | David Fincher

Il terzo lungometraggio di Fincher è quello che io definisco come il classico film “Pollo carbonizzato”: senti odore di bruciato anche dalla sala, apri il forno, vedi fumo, fumo, fumo, ancora fumo e alla fine il pollo è ridotto a un mucchietto di ceneri liofilizzate. Per i vegani non saprei fare un’altra metafora, provate a mettere il tofu al posto del pollo, tanto lo mettete ovunque!kzs5q

Dopo Se7en (se siete ancora certi che il finale sia perfetto cliccate qui e aprite la mente) e prima di Fight Club Fincher confeziona un filmaccio con Michael Douglas e  Sean Penn come protagonisti. I due sono fratelli con un conto in banca degno del miglior Dan Bilzerian (senza i carri di figa al seguito), ma Douglas ha una vita che definire monotona le si fa un complimento. Così il fratello minore, in occasione del suo compleanno, gli regala una tessera per partecipare a un misterioso club dove si fanno giochi di ruolo. La sua richiesta però viene respinta e da quel momento la sua vita si trasforma in un incubo mortale piena di rischi e imprevisti.

Figo direte voi ignari che non l’avete ancora visto, e invece The Game ha uno dei finali più stupidi della storia del cinema, di quelli che giustificano per davvero l’esistenza della meme qui accanto:

Stateci alla larga.

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Insomnia | 2002 | Christopher Nolan

Nolan è un grande regista, checché ne dicano i detrattori. Basti guardare a roba avvenieristica come Inception e Interstellar, oppure alla sua rifondazione del cinecomic con la Dark Knight Trilogy (Batman Begins, Il cavaliere oscuro, Il cavaliere oscuro – Il ritorno). Viene da chiedersi dunque perché un autore come lui debba dedicarsi al remake di un film di appena cinque anni prima. Sta di fatto che nel 2002 esce questo thriller con Al Pacino e Hillary Swank, con un Robin Williams mai così sopra le righe, nemmeno quando recitava in Mork & Mindy.

Il film parte bene, ma poi si arena in una palude di noia, tanto che il vero thrilling arriva non tanto da ciò che vediamo sullo schermo, ma dalle lancette dell’orologio che scorrono inesorabilmente lente.

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Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D | 2005 | Robert Rodrìguez

Viene da chiedersi cosa diavolo ci faccia questo film nella filmografia dell’autore di roba eccelsa e splendidamente pulp/trash come Planet Terror e Machete, il signor Robert Rodrìguez, uno dei re dell’exploitation moderno. Sta di fatto che, oltre alla saga di Spy Kids, c’è purtroppo anche questa pellicola che può risultare godibile giusto a una fascia di pubblico di età compresa tra i 2 e 6 anni. Io sono convinto che se lo fate vedere a un bambino di seconda elementare vi dice che è troppo infantile.

Un ringraziamento speciale per avere lanciato la “carriera” di quel catafalco inutile di Taylor Lautner, esatto, quello che in Twilight era sempre casualmente a torso nudo.

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Spiderman 3 | 2007 | Sam Raimi

Non mi lancerò in pipponi interminabili come ha già fatto il nostro eccellente Boban Lazzarini nella sua esaurientissima recensione (leggetela che sennò se la prende a male), ma mi basta dire che della trilogia di Raimi questo è certamente il peggiore (ma di brutto) e che se la gioca con i due Amazing per la palma di “Cesso-Atomico-Con-Spidey-Protagonista”. Vediamo adesso cosa partorirà mamma Marvel, che dopo Civil War i nerdoni son tutti belli gasati.

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Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo | 2008 | Steven Spielberg

Quando i miei assistenti hanno stilato per me l’elenco dei film di cui parlare in questo articolo (Quali assistenti? Quale articolo?) mi sono sorpreso quanto, immagino, voi adesso. Voglio dire: eravate a conoscenza di un quarto film della saga di Indy? Io assolutamente no, e anche girando per il web ho avuto serie difficoltà in quanto da ogni parte sento dire che questo film non esiste, che Indiana Jones finisce con L’ultima crociata.

Sta di fatto che scartabellando ho effettivamente rintracciato la pellicola in questione e ancora una volta mi son convinto del fatto che molte volte l’ignoranza sia sinonimo di sonni tranquilli. Ma come diavolo ha fatto mister Steven Spielberg a mettere in piedi e firmare una baracconata del genere?

Il povero Harrison Ford non si regge più in piedi, Shia LaBeouf è irritante quanto una matita a due punte di traverso nel culo, Cate Blanchett sacrificata a fare la parte della russa stronza (tanto per pagare l’obolo alla tradizionale Fiera del Cliché) fa tristezza e la trama è delirante. Last but not least la scena del frigorifero e della bomba atomica. Chi ha visto sa.

Guano.

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Alice in Wonderland | 2010 | Tim Burton

Posto che la Deliranza rientra di diritto nelle 5 scene più involontariamente trash della storia del cinema, questo lavoro di Burton è un markettone di quelli coi fiocchi. Del lavoro di un autore come Burton rimane giusto l’involucro un po’ espressionista, qualche sequenza ispirata e la consueta fantasia dirompente nelle scenografie. Punto. Il resto è una favolaccia mal raccontata, con una battaglia finale innaturale e posticcia come un gomito che spunta da una fronte.

Noia, banalità, elogio della pazzia sui social network (ho ancora i brividi solo al ricordo) e un Johnny Depp ormai definitivamente tramontato. Di Alice in Wonderland rimane solo questo sostanzialmente.

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Giallo | 2011| Dario Argento

Diciamo che Argento aveva rotto le palle con serial killer e traumi infantili già dopo Profondo Rosso. In questa scorpacciata di ricotta inacidita l’autore ci ripropone la solita vicenda del killer misterioso e della polizia che tenta di acciuffarlo, ma dopo un inizio che pare interessante il film si ammoscia come la virilità di un ottantaseienne e rimane lì, flaccido e inutile.

Giallo è uno di quei film che quando esci ti vien voglia di rovesciare le pattumiere e prendere a calci le vetrine, perché in qualche modo devi esternare l’astio e l’obbrobrio che la pellicola ti instilla in corpo dopo neanche un’ora e mezza.

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To Rome with Love | 2012 | Woody Allen

Cominciamo dalla fotografia. Ecco: avete presente Un posto al sole? Siamo da quelle parti.

Un autore come Woody, il nostro adorato Woody Allen, confeziona uno di quei film che hanno fatto gridare “Basta” a molti di noi. Una Roma casinara, macchiettistica, un ritratto dell’italiano medio superficiale, storielle farlocche e sostanzialmente inutili per una pellicola che tutti avremmo voluto fosse rimasta nel cassetto. Un film a episodi che vorrebbe forse rifarsi a molti dei film a episodi della nostra storia cinematografica (De Sica, Dino Risi, Monicelli), ma che riesce solo nell’intento di stancare lo spettatore dopo un quarto d’ora.

Grazie Woody, come se avessimo accettato.

kinopoisk.ru

Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate | 2014 | Peter Jackson

Ci sono film con i quali onestamente non riesco a essere oggettivo, confesso: ho amato anche questo La battaglia dalle cinque armate e dovete apprezzare la mia integrità morale e la mia oggettività se l’ho piazzato in questo elenco. Da bravo fanboy del professor Tolkien sono sostanzialmente cresciuto avvinghiato come una patella alla mia copia de Il Signore degli Anelli e devo ammettere che non l’ho mai mollata.

Quando ho saputo dell’uscita del film de Lo Hobbit, diretto sempre dallo stesso Peter Jackson, ho urlato come una scream-queen degli anni Settanta, prima per la gioia, poi – quando ho saputo che ne avrebbero cavato una trilogia – di paura. Ma come diavolo pensavano di poter cavare fuori da un libro di circa 300 pagine ben tre film da due ore e puffa l’uno?

Detto fatto: il primo regge e fila via benissimo, nel secondo cominciano a sentirsi potenti scricchiolii (soprattutto verso il finale) e nel terzo il baratro completo. Due ore di spadate, ignoranza e Legolas che uccide cattivoni. Che-Palle!

Io onestamente me la son goduta lo stesso, ma non faccio testo: mi basta sentire “Terra di Mezzo” per abbandonare ogni dignità.

P.S. Anche il titolo han sputtanato: nel libro si chiama “Battaglia dei Cinque Eserciti”, maledetti! “Eserciti”, non “Armate”. Era difficile?

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Fast & Furious 7 | 2015 | James Wan

Di questa polpetta alla merda ne ho già parlato fin troppo mesi fa.

So che a molti è piaciuto, ma per quanto mi riguarda rimane uno dei film più putridi di una saga già di per sé putridissima alla base. Non ce la faccio, Fast & Furious non lo reggo. Troppo testosterone, ignoranza e luoghi comuni. Basta, finiamola e leggetevi la mia recensione, almeno mi evito una sincope.

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P.s. Ricordatevi di fare un salto dai nostri amici di I Love CINEMA!!!

Federico Asborno

L'Asborno nasce nel 1991; le sue occupazioni principali sono scrivere, leggere, divorare film, serie, distrarsi e soprattutto parlare di sé in terza persona. La sua vera passione è un'altra però, ed è dare la sua opinione, soprattutto quando non è richiesta. Se stai leggendo accresci il suo ego, sappilo.
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