Film

L’Avventura: un viaggio cominciato nel 1960 e che continua ancora oggi

Ebbene, ecco che oggi tiriamo fuori uno di quei “barbosi film in bianco e nero”. Ma vi dimostrerò che non è così. E non solo. Vi dimostrerò anche quanto L’Avventura di Michelangelo Antonioni sia fortemente attuale e appetibile per i millennials.

Facciamo prima un piccolo excursus. L’Avventura non è solo un film, bensì è una delle cosiddette tre ammiraglie del 1960. Questo significa che in quest’anno sono usciti tre capolavori del cinema italiano: La dolce vita di Fellini, Rocco e i suoi fratelli di Visconti e, appunto, L’Avventura di Antonioni.

l'avventura

Ma perché un film del 1960 dovrebbe essere così attuale ancora nel 2020? Semplice: perché tratta la comunicazione. Eh già. Il nostro Michelangelo era avanti anni luce. Ed è proprio perché ha sempre trattato la comunicazione, o meglio, la non-comunicazione, che il regista può arrivare facilmente (anche) alle nuove generazioni.

Iniziamo collocando il film. L’Avventura fa parte della tetralogia dell’incomunicabilità e della solitudine (non intristitevi plis), in cui rientrano anche La notte, L’eclisse e Deserto rosso. Sono tutti film in cui troviamo la fantastica, la sublime, la meravigliosa, la stupenda (adesso la smetto scusate) Monica Vitti, attrice feticcio di Antonioni.

Monica Vitti
Vi aggiungo un po’ di colore dai (P.S. ma quanto era figa?)

Questi film hanno al centro la difficoltà sempre più impenetrabile della relazione, soprattutto tra uomo e donna. Infatti, il tema più caro al regista, e il più ricorrente nella sua opera, è proprio la difficoltà nella comunicazione tra i sessi, preponderante ne L’Avventura.

Inoltre, questo è un esempio di opera aperta, quindi interpretabile in modi diversi. Qui Antonioni applica un suo schema ricorrente: fa succedere qualcosa e ci fa vedere come si comportano i personaggi di conseguenza. Non gli interessa indagare le cause, il perché e il per come è accaduto qualcosa. Succede e basta: come la vita.

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AAA: DA QUI IN AVANTI POTREBBERO ESSERCI SPOILER

Arriviamo ora al film vero e proprio. L’Avventura si apre con due donne: Anna, mora, vestita di bianco; e Claudia, bionda, vestita di nero, che formano un vero e proprio chiasmo visivo. Già da qui vediamo il contrasto tra le due amiche, accentuato dal momento in cui Anna sale nell’appartamento del fidanzato, Sandro, e Claudia rimane giù ad aspettarla, poiché destinata a guardare le relazioni amorose degli altri senza farne parte.

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In questa scena Claudia ammazza il tempo visitando una mostra d’arte esattamente sotto la stanza dove Anna e Sandro stanno facendo l’amore: per tre volte nel film la presenza dell’arte sancirà l’esclusione di Claudia da relazioni che riguardano altri.

Quando siamo dentro l’appartamento di Sandro, la macchina da presa ci mostra la finestra aperta da cui vediamo Claudia, come se Antonioni volesse tirarla dentro necessariamente.

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I tre partono poi con degli amici per un weekend in yacht tra le Eolie. Quando Anna e Claudia sono in cabina Antonioni ci mostra quella che ritengo essere una delle inquadrature più belle e potenti in assoluto: le vediamo di spalle scambiarsi i vestiti, anticipandoci quello che accadrà. Infatti, Claudia prenderà il posto di Anna.

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Anna cerca di comunicare a Sandro il disagio che sente crescere nella loro relazione, ma lui non capisce, non sente: Antonioni ci mette davanti all’inadeguatezza  del maschile nei confronti del femminile (NON COMUNICAZIONE!!! TROPPO CAZZO FIGO).

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Anna scompare e ci sono vari segnali che ci fanno capire che qualcosa è cambiato: sale il vento, il mare è agitato. È il paesaggio che domina i personaggi. Questi si spargono sull’isola alla ricerca di Anna, invano. È sparita.

Ma dove stracazzo è finita? È diventata l’isola (WTF), e quindi sarebbe la rappresentazione dell’eruttare della natura femminile? Lei è ancora lì ma gli altri non la vedono e forse non l’hanno mai vista.

È diventata Claudia? Quindi Claudia prima era divisa in due e adesso è completa.

Oppure Antonioni l’ha fatta sparire per creare un vuoto testuale? Il che potrebbe generare spaesamento e incuriosire lo spettatore (siete incuriositi?). Ma potrebbe anche essere un MacGuffin (hihihi come questo sito, che ridere xd).

Potrebbero essere tutte e tre vere, anche se personalmente la seconda ipotesi è quella che preferisco. E se non siete d’accordo FREGACAZZI.

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Successivamente vediamo Sandro recarsi in una città, sempre alla ricerca di Anna, perché qualcuno dice di averla vista. Troviamo una donna (anche lei mora) che scatena un gruppo di maschi allupati che la guardano. Si tratta di una prostituta di cui Antonioni ci regala il dettaglio della gonna squarciata, come se si fosse impigliata nelle rocce sull’isola (?).

Tra Claudia e Sandro l’intimità è sempre più forte e Claudia sta prendendo il posto di Anna da tutti i punti di vista. I due stanno continuando questo viaggio, anche se non più alla ricerca di Anna, bensì nei loro sentimenti.

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Vediamo poi una delle sequenze più importanti del film ambientata sulla cattedrale di Noto, in cui Claudia e Sandro paiono essere vicini, ma in realtà vediamo le corde delle campane come elementi scenografici di separazione.

Qui Sandro le chiede di sposarlo, un gesto che simboleggia la rimozione della sparizione di Anna. Le corde preludono al fatto che entrano in gioco le campane, che dialogano, che riescono a trovare quella coralità del dialogo che gli uomini, invece, non riescono a trovare: non riescono a comunicare, a dire quello che sentono davvero.

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Quanto è simile alla foto di lui e Anna? Eh Sandrone vecchio volpone

Arriviamo poi alla parte finale, ambientata in uno dei più prestigiosi e rinomati hotel della Sicilia, a Taormina. In questo loro viaggio non hanno trovato traccia di Anna e raggiungono così i loro amici.

Claudia si sveglia nel cuore della notte, inquieta, credendo di trovare Sandro, che invece non è lì. All’alba va a cercarlo, temendo che possa essere tornata Anna. E invece con chi lo scopre? Con la prostituta che c’era all’inizio del film. PLOT TWIST. Sandro ha tradito Anna con Claudia, e lei con la prostituta (che marpione). Lui, per vergogna, si nasconde nel grembo di lei (E FA PURE BENE), poi le lancia dei soldi e va a rincorrere Claudia (moooooolto lentamente).

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L’ultima parte del film inizia col dettaglio della mano di Claudia che va a posarsi sulla nuca di Sandro in lacrime. Si compatiscono a vicenda. Questa è una delle sequenze più famose del cinema, architettonicamente divisa in due: una casa a destra e l’Etna a sinistra. Cultura e natura.

C’è anche una suddivisione orizzontale con una ringhiera che separa i due personaggi da ciò che hanno di fronte: loro stanno di qua e il mondo sta di là. Vediamo quindi un finale di grande ambiguità, aperto. Antonioni non chiude, lascia tutto così, non sappiamo cos’è successo ad Anna, né cosa succederà tra Claudia e Sandro.

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Si vede da una parte l’Etna bianco di neve e dall’altra un muro. Il muro corrisponde all’uomo e l’Etna corrisponde un po’ alla posizione della donna. Quindi il fotogramma è esattamente diviso in due: la metà del muro corrisponde alla parte pessimistica, mentre l’altra metà a quella ottimistica. Ma il rapporto tra i due non so se sarà duraturo o no, ma è già un risultato che queste due persone non si separino.

– Antonioni

Martina Catrambone

Affetta da cinefilia sin dalla nascita, cresciuta a suon di film e cartoni. Sono andata al cinema per la prima volta a quattro anni e da lì non ho più smesso. Mi faccio tanti film mentali e studio cinema per provare a fare film reali.
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