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Le 10 battaglie più epiche della storia del cinema

Era una notte buia e tempestosa e stavo tornando a casa in treno dopo una faticosa giornata di lavoro. Ipod scarico, cellulare quasi, scassamento di maroni oltre i limiti della sopportazione. Improvvisamente, l’illuminazione: perché non buttare giù una lista delle dieci battaglie più fighe di tutti i tempi? Tempo pochi minuti e sono già immerso fino al collo nella stesura della classifica, totalmente catapultato in un altro mondo, dominato da orchi, spade, fucili mitragliatori e tanta, tanta epicità.

Insomma, sono così preso che, dopo una mezz’oretta vissuta in totale trance, mi accorgo di essermi dimenticato di scendere alla mia fermata.

Questo per dirvi che la suddetta lista, oltre che sudore e lacrime, mi è anche costata un sacco di bestemmie. Quindi dai, non siate troppo cattivi nei miei riguardi. Perché ricordate che, per questa come per ogni altra classifica, valgono le due regole fondamentali per approcciarsi ad articoli di questo genere:

  1. Solo valutazioni puramente PERSONALI;
  2. Non è altro che un simpatico giochino fatto per passare il tempo mio e (spero) vostro;

Detto questo, si parte! 

 

10. TROY | Assalto alle mura di Troia (Wolfgang Petersen, 2004) 

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Il film (molto) liberamente tratto dall’Iliade si sarà anche attirato contro tutti gli insulti possibili di questo pianeta, ma che spettacolo la battaglia sotto le mura di Troia. Roba che da ragazzino mi infilavo continuamente di straforo al cinema solo per rivedermela.

La sequenza è indimenticabile: dalla spettacolare ripresa aerea del primo scontro fra i due eserciti alla ritirata dei greci, falciati dagli archi troiani e dalla badassitudine esorbitante di Ettore (Eric Bana) che nel mentre si è anche preso il disturbo di far fuori Aiace (per la gioia di tutti gli studiosi di Omero).

La scena riesce a salvare il film dall’abisso di mediocrità nel quale affonda per gran parte della sua (lunghissima) durata. Infatti, finita la battaglia, a parte il main event Ettore v.s. Achille (Brad Pitt), di Troy rimane ben poco. Peccato.

 

9. IL PATRIOTA | Battaglia di Cowpens (Roland Emmerich, 2000)

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Nonostante sia un anti-americano convinto, e nonostante ogni volta che vedo la scena della bandiera spero sotto sotto che Benjamin Martin si rompa una caviglia mentre corre, questo film mi è sempre piaciuto da matti.

E la battaglia finale di Cowpens è davvero emozionante. Ma non solo, è anche estremamente originale, poiché rappresenta con precisione e accuratezza storica la metodologia di guerra del XVIII secolo, che al cinema è spesso passata in secondo piano. Lo schema era più o meno il seguente: marciare, posizionarsi, caricare, mirare, sparare ai poveri cristiani in prima fila dall’altra parte, aspettare di essere falciati dalla risposta del nemico. Lo trovate bizzarro? Non siete gli unici.

Ne Il Patriota, la letale potenza di fuoco delle insopportabili giubbe rosse è all’apparenza imbattibile, e vedere come alla fine gli inglesi la piglino in quel posto da quei quattro sfigati dei coloni è sempre un piacere. Perché poche cose galvanizzano di più degli underdog che si prendono le proprie meritate rivincite. Sì, anche se sono americani.

 

8. L’ULTIMO SAMURAI Battaglia finale (Edward Zwick, 2003) 

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Altro film che si è preso non poche critiche per la sua eccessiva patinatura e la sua mancanza di originalità. Tuttovero tuttogiusto, ma L’ultimo samurai rimane un’ottima opera che, nonostante i difetti, riesce a piazzare più di un colpo di alto cinema, specialmente nel rapporto fra Katsumoto, il comandante dei samurai (quel monumento che è Ken Watanabe), e il Capitano Algren, soldato americano conquistato dal loro modo di vivere (un efficacissimo Tom Cruise).

Complici anche le musiche di Hans Zimmer, che renderebbero epica anche una gara di scacchi fra ciechi, la battaglia finale de L’ultimo samurai è potente e carica di pathos: da un lato l’esercito dell’Impero giapponese, deciso a cancellare il passato con il sangue, dall’altro gli ultimi samurai rimasti, che lottano per la loro storia e per i loro avi, contro un mondo ormai privo di moralità e di tradizione.

Tecnologia e schiacciante superiorità numerica contro ideali e sentimento di libertà: gli ingredienti perfetti per per l’epicità. L’eroica resistenza dei samurai, culminata con la scena (paracula ma efficace) della cavalcata finale contro i mitragliatori spianati dell’esercito imperiale, è senz’altro degna di un posto in questa classifica.

 

7. 300 | Primo assalto persiano alle Termopili (Zack Snyder, 2006) 

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E come facevo a non citare i cazzutissimi spartani di Re Leonida in questa classifica? Perché, nonostante l’esercito di detrattori che si è guadagnato, 300 è stato una scossa tellurica nel mondo del cinema. Prima del film di Snyder non si era mai visto niente di così maestoso e allo stesso tempo di così assolutamente sbagliato da risultare totalmente ammaliante. Il trionfo del celodurismo.

300 ha rappresentato per il cinema una sorta di pippata di cocainaun picco di sballo estremo, ma profondamente dannoso. E assuefacente (tranquilla mamma, si fa per dire. Non mi drogo).

Quel tamarro di Snyder è perfetto nel pompare all’inverosimile la sequenza del primo assalto persiano, riuscendo a trasportare su pellicola la stessa potenza folgorante delle tavole di Frank Miller. Il tutto grazie anche ad un Gerard Butler semplicemente nato per questo ruoloIl risultato è un trionfo di tamarraggine consacrato a cult immortale degli anni Duemila. Pertanto, nel bene o nel male, 300 non potrà essere facilmente dimenticato. 

 

6. IL GLADIATORE | Battaglia contro i Marcomanni (Ridley Scott, 2000)

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Nelle buie e fredde terre germaniche abitate dai Marcomanni, Ridley Scott decide di mostrare allo spettatore l’ineguagliabile potenza della Roma imperiale. La magia del cinema ci regala così una rappresentazione praticamente perfetta delle manovre belliche romane: dalla pioggia di archi e pietre incendiarie allo schieramento a testuggine, per concludere con l’inarrestabile cavalcata della cavalleria guidata da Massimo Decimo Meridio. Che solo a pronunciarne il nome mi vengono i brividi.

Russell Crowe decide infatti di entrare nella leggenda ogni volta che apre bocca (e diciamolo, anche Luca Ward qualche ringraziamento se lo merita) mentre come al solito le musiche di Hans Zimmer farebbero ingrifare anche gli angeli.

Una delle sequenze iniziali più riuscite di sempre? Ci potete scommettere.

 

5. L’IMPERO COLPISCE ANCORA | Battaglia di Hoth (Irvin Kershner, 1980) 

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Battaglia totalmente diversa dalle precedenti, ma che non può non entrare in questa classifica. Perché chi se la scorda la spettacolare sequenza che apre L’Impero colpisce ancora, ambientata oltre la Barriera nel ghiacciato pianeta Hoth? Troppo iconica, troppo storia del cinema.

L’intera scena è un capolavoro di tecnica e di fantasia, come è provato dall’indimenticabile rappresentazione delle portentose macchine da guerra imperiali, i fighissimi camminatori AT-AT. Ancora oggi, dopo tanto tempo, la marcia di quei bestioni giganti mi lascia sempre senza parole. Non oso immaginare cosa abbiano potuto provare nel 1980 gli spettatori che si ritrovarono tanta maestosità davanti agli occhi per la prima volta. Mai si era vista al cinema una scena del genere prima di allora.

Certo, è un peccato che Lucas abbia scelto di aprire il secondo capitolo della sua saga in un modo così figo, per poi chiuderla con degli stupidi orsacchiotti di merda, ma non si può avere tutto dalla vita.

 

4. SALVATE IL SOLDATO RYAN | Sbarco in Normandia (Steven Spielberg, 1998) 

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Ho sempre ritenuto che Salvate il soldato Ryan fosse una menata, ma la scena dello sbarco in Normandia è semplicemente sconvolgente. Troppo ben fatta, troppo cruda, troppo realistica. Qua Spielberg va oltre il cinema: ci porta direttamente indietro nel tempo al 6 giugno 1944, fra le pallottole che fischiano, le bombe che esplodono e i giovani che muoiono.

Una sequenza che ha cambiato per sempre il modo di rappresentare la guerra al cinema e che non può che entrare nell’Olimpo della settima arte, degna di essere ricordata al fianco di scene leggendarie come il piano sequenza di Kubrick che segue l’assalto fra trincee in Orizzonti di gloria. Un capolavoro immortale.

Peccato poi che il film offra altre due interminabili ore di sfracellamento testicolare di terzo grado. Ma la prima mezz’ora basta e avanza.

 

3. IL SIGNORE DEGLI ANELLI – IL RITORNO DEL RE | Battaglia dei Campi del Pelennor (Peter Jackson, 2003)

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Ve la aspettavate al primo posto? Spiacente di avervi deluso, ma solo medaglia di bronzo per Il ritorno del re! 

Oggettivamente parlando, la battaglia dei Campi del Pelennor è ancora oggi la più maestosa scena di guerra di tutti i tempi. Ha totalmente sbriciolato l’asticella di ciò che si poteva mettere in scena al cinema, ed è stata la dimostrazione di come gli effetti visivi avessero totalmente superato ogni limite, di come niente sarebbe stato più impossibile da riprodurre da quel momento in avanti.

Entrare nei dettagli della sequenza è quasi impossibile, c’è semplicemente troppa roba: dalla clamorosa cavalcata dei Rohirrim alla carica degli olifanti, per concludere con l’arrivo dall’esercito dei Morti capeggiato da Aragorn, Gimli e Legolas.

Un monumento immortale all’epicità, che ancora oggi non è invecchiato di un giorno, nonostante siano passati 13 anni.  Standing ovation.

 

2. BRAVEHEART | Battaglia di Sterling (Mel Gibson, 1995)

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La tocco piano: uno dei miei film preferiti in assoluto. Non ho mai capito se lo sopravvaluto io o lo sottovalutano gli altri. Probabilmente un po’ tutte e due. Fatto sta che per il sottoscritto niente è più epico del famosissimo discorso di William Wallace prima della battaglia. Tutto è perfetto, dalla recitazione di Mel Gibson, palesemente posseduto dallo spirito di Wallace, alle musiche, che vanno a formare quella che è la mia colonna sonora preferita di sempre, in una fusione perfetta fra sottofondo musicale e scena.

Entrando nel merito della sequenza della battaglia, la ritengo la più grande rappresentazione di guerra medievale che sia mai stata fatta. Mel Gibson è perfetto nell’immortalare la follia, il caos e l’immane violenza di uno scontro di tale portata. Uomini rappresentati come bestie, che si massacrano a vicenda in mezzo al fango e alle urla. Nessun eroe, solo animali. Impressionante e indimenticabile.

Come non citare poi la scena finale: il grido di vittoria di Wallace, con spada alzata al cielo e infine piantata al suolo con forza. Che roba.

 

1. IL SIGNORE DEGLI ANELLI – LE DUE TORRI | Battaglia del Fosso di Helm (Peter Jackson, 2002) 

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Ed eccoci al primo posto, l’unico che non ho cambiato fin dall’inizio della stesura. LA battaglia per eccellenza: il Fosso di Helm. Madonna, solo a sentirlo nominare ho i brividi.

L‘epicità che trasuda da ogni singolo fotogramma di questa sequenza è imparagonabile: una fortezza chiusa fra le montagne da difendere fino all’alba, in una notte flagellata dalla pioggia e illuminata solo dai bagliori dell’esercito nemico. Un piccolo pugno di umani ed elfi contro un’esercito di diecimila Uruk-hai, creato per distruggere il mondo degli Uomini.

E poi dai, qua Aragorn/Viggo Mortensen riscrive il significato di carisma e si trasforma nell’emblema dell’eroe epico.

Con la battaglia del Fosso di Helm, Peter Jackson ha realizzato qualcosa che davvero non si era mai visto al cinema fino ad allora. Nella battaglia dei Campi di Pellenor ha poi “premuto sull’acceleratore“, ma è con la sequenza finale de Le due torri che il cinema, dal punto di vista tecnologico, è entrato definitivamente in una nuova era.

Oggi purtroppo le cose sono estremamente cambiate. Soffocato dall’abuso di CGI, che trasforma tutto ciò che tocca in un videogioco,  sembra che la settima arte stia perdendo parte della sua capacità di trasmettere un’epica pura e genuina.

Non ci credete? Andate a dare un’occhiata a Lo Hobbit – La battaglia delle Cinque Armate, poi ne riparliamo.

 

Ricordatevi di fare un salto dai nostri amici di Cinefili Incazzati!

Roberto Lazzarini

25 anni, cresciuto fin dalla tenera età a film, fumetti, libri, musica rock e merendine. In gioventù poi ho lasciato le merendine perchè mi ero stufato di essere grasso, ma il resto è rimasto, diventando parte di quello che sono. Sono alla perenne ricerca del mio film preferito, nella consapevolezza che appena lo avrò trovato, il viaggio ricomincerà. Ed è proprio questo il bello.
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