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Le migliori serie tv del 2018 secondo la redazione del MacGuffin

Dopo avervi detto la nostra sui migliori film usciti nel 2018 adesso rincariamo la dose con le migliori serie tv, perché lo sappiamo che siete tutti dei flaccidi bingewatchatori come noi <3.

Federico Asborno

Hill House – st.1

Finalmente una serie horror che fa veramente paura, girata benissimo e scritta ancora meglio, prendendo spunto da uno dei più bei romanzi di fantasmi di sempre. Qualcuno, da queste parti, ne ha accostato i meccanismi narrativi a It di Stephen King, ma non vi diciamo chi…

Francesca Bulian

The Man In The High Castle – st.3

Serie non facile, ma dove c’è Philip Dick io vado. Ispirato all’interessante concept del romanzo “La svastica sul sole”, la serie ha il merito di approfondirlo e tramutarlo in un vero e proprio universo con una propria estetica, dove nazisti e giapponesi hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e si sono spartiti il mondo nella loro personale Guerra Fredda. Nella terza stagione Amazon, vengono esplorati maggiormente conflitti morali e le contraddizioni insite in ogni estremismo, ma viene anche dato finalmente spazio alla componente fantascientifica, prima solo un misterioso sottofondo.

Diletta Crudeli

Una serie di sfortunati eventi – st.2

La seconda stagione esalta ancora di più la complessità, gli inganni e le assurdità dell’universo creato da Snicket; quattro scenari di follia dove i segreti si accumulano e dove ogni orrore si fa strada. Funziona perché è cattiva, funziona perché sono riusciti a mantenere un’atmosfera e una schiera di personaggi insuperabili.

Le terrificanti avventure di Sabrina – st.1

La nuova serie generazionale? Esagero nel dire che è il nuovo Buffy? Chi se ne frega, per me lo è. Teen drama, umorismo e demoni, orrore, che non è soltanto quello che vi fa saltare sul divano, ricordatelo, ma sono le storie nere, gotiche, a tratti pulp. E probabilmente abbiamo solo scalfito la punta di queste corna demoniache.

Vincenzo Di Maio

Hill House – st.1

Una delle serie migliori viste su Netflix, non solo per quanto riguarda il 2018. La mano quasi perfetta di Flanagan, la composizione delle inquadrature che nascondono non pochi particolari ciascuna, l’atmosfera cupa e, soprattutto, il profondo amore per il genere che traspare in tutti gli episodi, ne fanno, per me, il non lungometraggio più interessante dell’anno.

Edoardo Ferrarese

Westworld – st.2

Nonostante i suoi alti e bassi, la seconda stagione di Westworld resta un must irrinunciabile, regalandoci episodi da dizionario delle serie tv (la puntata 2×04) e personaggi sempre più sfaccettati. Si accettano anche gli scivoloni? Sì, perché la giostra è troppo imponente per scendere.

Stefano Ghiotto

La casa di carta – pt.1 e pt.2

È probabile che non sia la serie migliore dell’anno ma di sicuro è la serie che più ha segnato il 2018. Originale (non fino alla fine), avvincente e in grado di tenere lo spettatore attaccato a Netflix, è stato il successo commerciale dell’anno senza ombra di dubbio. Se poi ci mettiamo la bassezza delle produzioni viste nella seconda metà dell’anno è presto fatto il perché di questa scelta.

Fabio Ferrari

Daredevil – st.3

Dopo un paio di passi falsi, finalmente un ritorno in grande stile per l’universo Marvel-Netflix. La terza stagione di Daredevil si mangia in un sol boccone tutti i vari Luke Cage, Iron Fist e Jessica Jones e, ispirandosi liberamente a “Rinascita” di Frank Miller, propone un avvincente storia di caduta e redenzione, alzando al contempo l’asticella delle scene d’azione (il piano sequenza dell’episodio 4 è un piccolo capolavoro). La notizia della cancellazione della serie è ancora una ferita aperta.

Marco Moroni

Fahrenheit 451 – film tv

Il Film Tv si presenta davvero bene (nonostante non riesca mai a decidersi se essere un film per il Cinema o per la TV). Le trovate efficaci sono interessanti, così come le scenografie metropolitane (con tocchi futuristici e al neon), montaggio e ritmo sono ottimi. Ma soprattutto riesce a sollevare delle questioni interessanti sull’Arte. Tutto con l’Arte diventa sempre un problema. Se prima ci pensava il potente, ora siamo noi ad impedire che l’arte possa esprimersi liberamente. Quello che ci offende o ci imbarazza lentamente scompare, lapidato dalle nostre critiche, potenti come non mai. In questo futuro l’intrattenimento (che deprime, confonde e offende) è scomparso. Noi siamo l’intrattenimento di noi stessi (con foto, video, dirette, storie). Cosa si nasconde dietro questo potere concesso alle masse? Tirerete voi le conclusioni…

Ilaria Pesce

Hill House – st.1

La prima serie horror che mi ha spaventato davvero, in cui l’elemento gotico si sposa perfettamente con l’analisi psicologica dei personaggi, estremamente ben caratterizzati. Oltre It di King, la serie omaggia anche Henry James e il suo Giro di vite, un caposaldo della letteratura sui fantasmi. Adattissima anche per chi non ama il genere

Mario Vannoni

Atlanta – st.1

Quel geniaccio maledetto di Donald Glover si fa un nome anche come autore cinematografico e non solo come Childish Gambino. Atlanta è una ventata talmente fresca data alle serie tv comedy che in confronto l’uragano Katrina era un venticello primaverile. Imbeccate, colpi di genio, critiche alle discriminazioni razziali che vanno di pari passo con un’analisi dall’interno dell’industriale musicale rap. E niente ragazzi: Glover è un genio.

Signor Nilsson

Classe 2015, è il membro più giovane del MacGuffin team, e decisamente il più sboccato. Il suo bisogno di inserirsi continuamente nelle conversazioni altrui lo porta a consigliarvi ogni giorno un film, del tutto non richiesto. È un pappagallo solo fino alle ore 23:00. Dalle 23:01 alle 6:00 lo trovate nudo in videochat per pagarsi le dipendenze.
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