Il reboot pseudo-horror del telefilm cult degli anni ’90 ci porta una nuova Sabrina, in grado di farci affezionare in un mondo di serie tv che sembrava aver perso questa abilità.
IL BELLO DI SCEGLIERE (BENE) A CASO
A posteriori posso dire che Le terrificanti avventure di Sabrina (Chilling Adventures of Sabrina) si guadagna il mio personale podio tra le migliori serie tv del 2018. L’ho vista con qualche mese di ritardo ed ero pure titubante sul cominciarla. La vera ragione che mi ha fatto propendere per questa scelta è stata la necessità di avere qualcosa da guardare tra le eterne sessioni di disegno al computer. Uno dei prerequisiti era che fosse disponibile su Netflix, per poterla guardare sul telefono, ed eccola lì. Non molte pretese vero?

Vabbè ok, ho cominciato a guardarla assolutamente a caso, però col senno di poi è stata una gran scelta, ve lo posso assicurare. Innanzitutto, ho scoperto l’affascinante mondo degli Archie Comics, casa fumettistica madre del personaggio di Sabrina. Ora, io non li ho mai letti questi fumetti, però pare che Le terrificanti avventure di Sabrina sia un adattamento più vicino all’opera cartacea. Di certo non ha niente a che vedere con il telefilm Sabrina, vita da strega andato in onda dal 1996 al 2003. Certo i personaggi sono quelli, i nomi anche e tutto quello che volete, però lo stile è completamente diverso e non mi è dispiaciuto affatto. Nel senso che in un mondo popolato da streghe, maghi e demoni un po’ di scene cruente uno se le aspetta!
SABRINA AL PASSO CON I TEMPI
Uno degli elementi che mi ha colpito di più fin dai primi episodi di questa serie è la sua contemporaneità nel trattare argomenti che non era scontato venissero fuori in una serie per ragazzi, in teoria. Dico in teoria perché potrebbe essere etichettata come tale, eppure i personaggi sono ben definiti, la trama è interessante, non banale e anche le questioni che emergono non sono per niente scontate. Tutta la vicenda di questa prima stagione ruota attorno al dilemma della strega mezzo-sangue Sabrina (Kiernan Shipka) che, al compimento dei 16 anni, deve decidere se vivere nel mondo dei mortali o in quello della magia. Gli eventi la porteranno a confrontarsi con le proprie zie, Zelda (Miranda Otto) e Hilda (Lucy Davis), il cugino Ambrose (Chance Perdomo) e il fidanzato Harvey (Ross Lynch). Il cast è uno degli elementi che mi è piaciuto di più, se proprio devo trovare un personaggio/interprete che non mi ha fatto impazzire dico Mrs. Wardwell/Michelle Gomez, perché per il resto mi sono sembrati tutti molto appropriati.

Riguardo le questioni emergenti sopracitate posso dirvi che Le terrificanti avventure di Sabrina è pieno zeppo di riferimenti alla nostra società attuale. I movimenti femministi, la discriminazione razziale, le religioni contrapposte al pensiero razionale. Tutte cose che, ripeto, non mi aspettavo di vedere in un teen drama su Netflix. A maggior ragione dopo aver visto e recensito Élite e Baby. A differenza di queste ultime, Le terrificanti avventure di Sabrina è una serie che prende, ha il giusto ritmo, dosa bene i colpi di scena e soprattutto ha una durata potenziale infinita anche senza allungare il brodo con scene inutili. Di horror forse non c’è molto però la ricchezza di particolari sui riti magici dà un senso di completezza e spessore che rende il tutto molto credibile. Tanto di cappello!
L’ARTEFICE
Grande merito del successo di Le terrificanti avventure di Sabrina va dato all’ideatore della serie, il fumettista Roberto Aguirre-Sacasa. Cresciuto nella Marvel Comics e in seguito diventato capo creativo della Archie Comics, è il padre di altre serie di successo come Big Love, Glee, Supergirl e la recente Riverdale, del quale Le terrificanti avventure di Sabrina è spin-off. Un altro aspetto interessante di questa serie è proprio la sua appartenenza ad un universo condiviso alla stregua di quello Netflix-Marvel o l’Arrowverse DC. Interessante perché per ora non ci sono crossover in programma, eppure si sono intraviste piccole tracce che lasciano supporre che prima o poi qualcosa succederà (Archieverse©, l’ho detto io per primo!). Innanzitutto sia in Riverdale che in Sabrina (che vive nella cittadina di Greendale) vengono citate rispettivamente le altre due città e addirittura fa un piccolo cameo il personaggio di Ben Button direttamente da Riverdale. Una rondine non fa primavera, però quando senti puzza di merda è probabile che tu l’abbia pestata! (Questa è tutta SIAE!!)

Quel che è certo è che Aguirre-Sacasa è un professionista nel suo lavoro e la bontà della sceneggiatura di Le terrificanti avventure di Sabrina ne è testimone. Non può passare inosservato il fatto che, per una volta, anche se stiamo parlando di una serie adolescenziale, la trama e i dialoghi tra i personaggi non siano scontati e banali. Così come non è scontato e banale neanche il finale, che ho apprezzato con sincerità. E questo al di là della bravura degli attori, nonostante siano tutti piuttosto bravi e convincenti. Miranda Otto non la scopriamo ora, Kiernan Shipka neanche (i fan di Mad Men se la ricorderanno bene) però anche i personaggi secondari fanno il loro, su tutti Chance Perdomo che, per quanto confinato in casa Spellman, riesce ad essere presente in tutti i passaggi importanti di queste prime 11 puntate.
CONCLUSIONI
Le terrificanti avventure di Sabrina comincia con il piede giusto e riscatta in buona parte la deludente sequenza di brutte nuove serie dell’autunno di Netflix. Non sarà al livello delle serie kolossal e ok, però ha una qualità di certo superiore a tante concorrenti della stessa. Non ha un’impronta così horror come ci si potrebbe aspettare dal titolo, però la rilettura che si allontana dal personaggio di Melissa Joan Hart funziona. E soprattutto getta delle solide fondamenta su cui edificare una serie dal successo durevole. Non ci resta che aspettare il 5 aprile per la seconda stagione e sperare che continui su questo binario felice. Finalmente!