Dopo il gran bel risultato della prima stagione (o parte), con la seconda è arrivata la conferma. Le terrificanti avventure di Sabrina potrebbe essere davvero una delle migliori serie Netflix degli ultimi mesi.
AVRÀ ANCHE UN GATTO NERO MA SABRINA È UNA MOSCA BIANCA
Senza voler peccare di superbia, posso dire che qui al MacGuffin di serie tv un pochino ce ne intendiamo. Di Netflix pure e quindi scannarsi avere opinioni diverse è all’ordine del giorno. Eppure, come in ogni regola, anche qui c’è l’eccezione, di tanto in tanto. Sì, perché da qualche mese c’è una nuova serie che sta raccogliendo complimenti da tutti. E chi l’avrebbe mai detto che a mettere d’accordo così tanti spettatori sarebbe stata una serie su Sabrina, la giovane strega mezzosangue?
Scordatevi Melissa Joan Hart e la sua Sabrina, vita da strega. Come già spiegato nella mia recensione della prima stagione, Le terrificanti avventure di Sabrina, è una serie non solo per adolescenti. L’atmosfera è cupa e leggermente horror, le tematiche giovanili ma universali, gli attori niente male. Fin qua potrebbe essere la descrizione di una delle tante serie nel catalogo di Netflix ma… non c’è nessun ma!
Vi aspettavate qualche frase stroncaserie, vero? E invece questa volta no, questa volta Netflix ha fatto le cose bene fino alla fine, senza lasciare spazio ai soliti “ma”. Se siete pervertiti e vi piacciono le stroncature ve ne lascio una niente male, se invece volete sapere perché secondo me Le terrificanti avventure di Sabrina potrebbe essere una delle migliori serie degli ultimi tempi seguitemi qua sotto.
IL TEMPISMO AIUTA
Uno dei principali fattori che ha determinato il successo de Le terrificanti avventure di Sabrina è senza dubbio il tempismo con il quale è stata distribuita. Le fasce stagionali delle serie tv stanno diventando sempre più chiare: se le serie di maggiore successo vanno dal periodo primaverile a inizio estate, quelle sperimentali sono rilasciate sempre più verso fine anno. Essendo un periodo in cui bene o male nessuno ha un cazzo da fare, le giornate sono corte e buie, guardare serie tv diventa una delle poche gioie della vita.
Motivo per il quale finiamo per guardare qualsiasi porcheria, il sottoscritto per primo. Se faccio un breve recap posso dire che le ultime prime stagioni mi hanno deluso in maniera disarmante. Maniac, Baby, Elité (quelle viste da me), ma anche Sick Note, Derry Girls, Umbrella Academy e Love, Death & Robots (quelle viste da altri). Nel migliore dei casi non abbiamo urlato al miracolo, nel peggiore abbiamo buttato più di qualche ora della nostra vita.
Ecco che, se in mezzo a questa brodaglia, viene fuori qualche pezzo di carne succosa risalta ancor di più. Le terrificanti avventure di Sabrina è stata proprio una bella scoperta in questo senso, con una prima parte bella filante e senza “ma”. Innanzitutto l’idea di base funziona perché adegua un personaggio, che di per sé andava già bene, al nostro tempo. Gli attori si difendono alla grande, la storia non è banale, i risvolti psicologici ci sono, quelli sociali anche e, udite udite, anche la sceneggiatura funziona. Pazzesco vero?
BUONA LA PRIMA, OK, MA LA SECONDA?
Beh, dopo tutti questi complimenti la domanda era sorta spontanea. Ce l’avrebbe fatta la seconda parte a confermare quanto di buono fatto nella prima? Un indizio avremmo potuto coglierlo nello speciale di Natale, che aveva mostrato come nulla stesse venendo lasciato al caso. Una puntata a sé stante ma fondamentale per chi stava seguendo la serie, intelligente insomma. Ecco, il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere questa seconda stagione è proprio questo, intelligente.
Le terrificanti avventure di Sabrina è una serie che sa perfettamente in che periodo storico siamo, conosce alla perfezione i propri spettatori e sa bene che per avere seguito non deve accontentarli in tutto e per tutto. Intelligente, appunto. Le prime puntate della seconda stagione sono incentrate su tematiche fortemente legate al sentimento di rivalsa femminile che sta attraversando la nostra società ma non solo. Torna il tema della discriminazione e della cieca ubbidienza a dottrine inculcate dalle vecchie generazioni, tutto condito dalle più classiche (ma non per questo meno attuali) turbe psicologiche adolescenziali.
La nota positiva è che la serie non si perde nell’autocompiacimento, anzi, sembra che faccia una sana e regolare autocritica. Sì perché proprio nel momento in cui comincia a essere ripetitiva cambia focus e ritorna interessante. Ancora una volta il climax di eventi porta a un bel finale, forse un po’ scontato ma non così banale nelle conseguenze che genera. Insomma, per me alla domanda “si è riconfermata?” la risposta è sicuramente sì. Eppure la domanda di inizio articolo era un’altra…
SIAMO DI FRONTE ALLA MIGLIOR SERIE NETFLIX DI QUESTO PERIODO?
Difficile dirlo perché è quasi impossibile riuscire a stare dietro a tutte le uscite del servizio di streaming americano. Se stringiamo il cerchio alle serie originali Netflix, arrivate alla seconda stagione e uscite negli ultimi due anni, direi che le dirette concorrenti possono essere due: Suburra – La serie e The OA. Analizzando le seconde stagioni di entrambe sono arrivato alla conclusione che l’approccio delle due serie è molto diverso. In Suburra ci si allaccia bene alla prima stagione ma la seconda sembra più un intermezzo di preparazione alla terza più che un vero e proprio proseguo della storia. In The OA, invece, il problema è dato dagli stravolgimenti di location, cast e struttura della serie stessa, che rendono la seconda stagione ancora interessante ma profondamente diversa dalla prima.
Tra le due litiganti la terza gode, ed è proprio Le terrificanti avventure di Sabrina che a mio avviso vince il titolo di “serie bella-anche-dopo-la-seconda-stagione”. Un risultato che premia il lavoro di Aguirre-Cerda su tutti, ma anche del cast che continua a migliorare il proprio affiatamento e una storia che continua a non essere così banale come rischierebbe di essere. Per una volta possiamo dire di non essere davanti ad una meteora del panorama seriale; se la velocità di crociera è questa allora avanti tutta!
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