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L’estate e il cinema che va in letargo

L’Italia è stretta e lunga, si fa presto ad arrivare al mare. Chi vuole rintanarsi in una sala buia? Fa troppo caldo per il cinema, con buona pace dei geni che hanno installato l’aria condizionata nelle multisale. Meglio una nuotata, una partita di pallavolo e una pizza. Visto che non ci sono più le mezze stagioni e una volta era tutta campagna e ora no, meglio andarsene in spiaggia.

Il recensore medio di TheMacGuffin migra così a sud, alla ricerca di un’ombrellone, fino a che redattrici sadiche non ti cacciano a pedate a scrivere articoli tappabuchi e tu dondoli in un angolo senza idee a causa della maledetta crisi del cinema estivo.

Poi ti si accende una lampadina: scriviamo un articolo sulla crisi del cinema estivo.

Ah, tautologia! Quante vite salverai ancora?

Ricordo ancora quando ero bambina e l’estate significava per una piccola cinefila come me pausa e tempo di ripassi. Era il momento delle sale all’aperto, della seconda visione, del portare i pazienti genitori a rivedere il film del cuore.

Ricordo i film Disney, che uscivano a sei mesi di distanza con tutta tranquillità rispetto agli USA e da noi arrivavano a dicembre. Negli Stati Uniti anche l’estate più torrida è il momento d’oro dei cinema, ma non qui. Giammai. Qua, il cinema da sempre entra in sciopero per due mesi. Esce qualche horror, giusto per assicurarsi un brivido. Film brutti che la distribuzione non ha voluto propinarci sino ad ora (cfr. Jem e le Holograms). Film sperduti come i bimbi di Peter Pan, presentati ai festival di quattro anni prima (The Zero Theorem di Terry Gilliam).

Da qualche anno le cose vanno anche peggio. La pirateria non permette più di posticipare i film con calma a tempi migliori, e così vi sono goffi e fallimentari tentativi di far uscire grossi blockbuster in contemporanea mondiale. Accadde nel 2008 con un film cult come Il cavaliere oscuro. Risultato: in Italia fece incassi molto più bassi del suo potenziale e molte persone interessate non si accorsero letteralmente che era uscito in sala (il 23 di luglio).

Nemmeno il fatto che le nostre vacanze siano tappate in confini sempre più ristretti, a causa della crisi economica e del terrorismo, incrementa gli spettatori. Tanto più in anni “caldi” come questo – tra gli Europei e le Olimpiadi, il lato ricreativo e sociale della vita è già abbastanza costellato di impegni.

Si aggiunga la naturale appannatura non solo estiva che sta vivendo la sala cinematografica. Sempre più impersonale, sempre più inospitale. Incapace ormai di fare vera concorrenza alla fruizione casalinga. Anche gli animi più innamorati patiscono la caciara e l’incuria che ormai regnano sovrane nella sacra caverna di Platone.

Che deve fare un povero recensore di MacGuffin, di fronte a una prospettiva tanto desolata?

Scappare a Honolulu in pedalò?

Fare un sondaggio sui film preferiti dai ragazzi del Cocco Bello?

Invocare uno Sharknado che si magni la redazione e prendermi finalmente un po’ di sana tintarella?

Ma naturalmente immolarsi e approfittare di questo periodo di pausa generale di film e telefilm per un Grande e Glorioso Recupero di perle cinematografiche e televisive del passato da offrire in dono ai fedeli lettori che hanno bisogno di leggersi qualcosa di fresco sul tablet mentre sorseggiano un mojito sotto l’ombrellone. O che come me lavorano come muli sudati anche d’estate, hanno la pelle color luna e hanno bisogno di sentirsi un po’ meno sfigati sapendo che dall’altra parte del pc c’è chi sta messo peggio.

Io in spiaggia non vado da talmente tanto tempo da chiedermi se si faccia ancora come una volta.

E tante domande affollano la mia mente.

Vendono ancora i krapfen caldi in spiaggia?

Perché mai vendere krapfen caldi con 40°?

Esistono film con la parola krapfen nel titolo?

Adesso ho improvvisamente una ragione di vita e un oggetto su cui fare ricerca: a presto con la lista dei 10 migliori krapfen mai apparsi in un film!

Buona estate!

Francesca Bulian

Storica dell'arte, insegnante, fangirl, cinefila. Ama i blockbusteroni ma guarda di nascosto i film d'autore (o era il contrario?). Abbonata al festival di Venezia. "Artalia8" su YouTube, in genere adora parlare di tutto ciò che di bello e sopportabile gli esseri umani sono capaci di produrre.
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