Spotlight

I 5 live action Disney più sottovalutati degli ultimi anni

Io ho un problema con la Disney. O meglio, con i suoi film in live action. Sia chiaro che non mi riferisco alle pellicole del Marvel Cinematic Universe né a quelle di Star Wars. Il mio disappunto va agli infiniti remake (e pseudo-sequel) in carne e ossa dei classici della casa di Topolino. Dico davvero, non ne capisco il senso.

Non è tanto la pratica in sé del remake (comunque discutibile) che non sopporto, quanto il fatto che questi nuovi prodotti fanno ben poco per differenziarsi dalle opere originali. Anzi, malgrado qualche rara eccezione (Il drago invisibile), la politica intrapresa dalla Disney sembra essere quella di realizzare delle banali copie carbone, fregandosene altamente del principio base su cui dovrebbero fondarsi tutti i remake: se vuoi rifare un film, fallo diverso.

La cosa che però mi fa più arrabbiare è che queste pellicole, quando escono, guadagnano ogni volta una vagonata di soldi. Nel frattempo vi sono altri live action ben più interessanti che floppano terribilmente. Opere magari non perfette, ma coraggiose e ambiziose, capaci di distinguersi dalla tipica produzione della Disney. E che pagano questa originalità venendo completamente ignorate dal grande pubblico.

Nel migliore dei casi tali film riescono a ottenere almeno lo status di cult movie, ma il più delle volte semplicemente finiscono nel dimenticatoio. Ho deciso quindi di elencare 5 pellicole Disney recenti che si sono rivelate dei clamorosi insuccessi di pubblico e/o di critica, ma che secondo me meriterebbero di essere riscoperte. Non farò però una classifica. Mi limiterò a elencare i film secondo un ordine cronologico.

1. L’apprendista stregone (di Jon Turteltaub, 2010)

L'apprendista stregone

So cosa state pensando. Trasformare la sequenza più iconica di Fantasia in un urban fantasy con Nicolas Cage? Sacrilegio! Eppure il risultato finale non è poi così malvagio. Certo, non siamo di fronte a qualcosa di rivoluzionario o particolarmente memorabile, e il legame con il corto di Topolino si ferma praticamente al titolo. Tuttavia L’apprendista stregone rimane un film gradevole e divertente, a tratti anche originale (c’è molta inventiva nella rappresentazione delle magie). Senza contare che è uno dei pochi film in cui il buon Nicola Gabbia non recita da cani, rivelandosi addirittura simpatico. Anche se mi rendo conto che si tratta di un giudizio soggettivo.

2. John Carter (di Andrew Stanton, 2012)

John Carter

Uno dei più grossi insuccessi della Disney: costato la bellezza di 260 milioni di dollari, ne ha incassati giusto 280. Un disastro la cui colpa è da attribuirsi principalmente a un marketing disastroso, che non è stato in grado non solo di suscitare interesse negli spettatori, ma nemmeno di far capire loro il soggetto del film! Un vero peccato perché la pellicola con Taylor Kitsch, tratta dal primo libro della serie creata da Edgar Rice Burroughs, è un’affascinante ed epica avventura d’altri tempi, a metà strada tra Star Wars e Indiana Jones. L’unico problema è che molti elementi della trama sembrano copiati da altre storie. Ironico, considerato che è stato proprio il romanzo originale a ispirare quelle storie.

3. The Lone Ranger (di Gore Verbinski, 2013)

The Lone Ranger

Altro pesante floppone per la casa di Topolino. Con Gore Verbinski alla regia e Johnny Depp come protagonista, ci si aspettava un successo pari a quello dei Pirati dei Caraibi. Invece il blockbuster basato sulla figura del Cavaliere Solitario (eroe di una popolare trasmissione radiofonica) è stato un completo fallimento, sia con la critica che con il pubblico. Un po’ mi spiace, perché The Lone Ranger, malgrado l’eccessiva lunghezza, è un western atipico e suggestivo, visivamente stupendo e ricco di brillanti scene d’azione, una su tutte lo spettacolare inseguimento finale coi treni (quasi un omaggio a Come vinsi la guerra di Buster Keaton).

4. Tomorrowland – Il mondo di domani (di Brad Bird, 2015)

Tomorrowland

Ispirato all’omonima area tematica di Disneyland, Tomorrowland soffre di grossi problemi di ritmo: ha una prima parte fin troppo lunga e un finale parecchio frettoloso. Ciononostante la pellicola fantascientifica di Brad Bird (regista de Il gigante di ferro e Gli Incredibili) colpisce, oltre che per la sua originalità, anche e soprattutto per la sua forte carica di positività e fiducia nei confronti delle potenzialità della scienza. Una qualità che risalta particolarmente in un panorama dominato dalla cupezza e dalla distopia (Hunger Games docet). In più può contare su un comparto tecnico-visivo di ottimo livello (il piano sequenza con cui è mostrata la città di Tomorrowland è meraviglioso) e su un George Clooney sorprendentemente convincente.

5. L’ultima tempesta (di Craig Gillespie, 2016)

L'ultima tempesta

Tipico caso di film che hanno visto soltanto il sottoscritto, il regista e sua madre. Diretto da Craig Gillespie (Lars e una ragazza tutta suaTonya), The Finest Hours (questo il titolo originale) racconta la storia vera, avvenuta nel 1952, del naufragio della petroliera SS Pendleton e della conseguente missione di salvataggio guidata dal guardacoste Bernie Webber a bordo della sua piccola motovedetta. Uno spettacolare e appassionante racconto di eroismo e sopravvivenza, supportato da un ricco cast comprendente Chris Pine, Casey Affleck, Ben Foster ed Eric Bana. Sicuramente una pellicola molto distante dal solito prodotto Disney, ma proprio per questo da recuperare assolutamente.

Fabio Ferrari

Classe 1993, laureato al DAMS di Torino, sono un appassionato di cinema (soprattutto di genere) da quando sono rimasto stregato dai dinosauri di "Jurassic Park" e dalle spade laser di "Star Wars". Quando valuto un film di solito cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma talvolta so essere veramente spietato. Oltre che qui, mi potete trovare su Facebook, sulla pagina "Cinefabio93".
Back to top button