
Love & Basketball – una chicca nascosta
Recentemente su TheMacguffin è uscita una interessante classifica che comprendeva alcuni tra i migliori film sportivi mai realizzati. Essendo anche io un grande appassionato di sport, ho pensato di farvi conoscere un piccolo gioiello del genere, pressoché sconosciuto al grande pubblico: Love & Basketball.
Questo film del 2000, prodotto niente meno che da Spike Lee – uno che capisce qualcosina sia di cinema che di pallacanestro – parla di una storia d’amore piuttosto standard intrecciata con una rappresentazione del basket collegiale e professionistico americano estremamente curata e realistica. La parte sportiva del film è decisamente quella che eleva il prodotto dalla mediocrità di un intreccio altrimenti visto e rivisto. Una visione imprescindibile per ogni appassionato di palla a spicchi.
Siamo a Los Angeles nel 1981. Un gruppo di ragazzotti sta tirando a canestro nel campetto davanti a casa. Una minuta ragazzina, nuova arrivata nel quartiere, chiede di giocare e – nonostante un po’ di scetticismo iniziale – viene accettata. Monica – questo il suo nome – si rivela più forte della maggior parte dei maschietti e così il giocatore avversario più forte, Quincy, pensa bene di spingerla a terra con decisione, causandole una ferita al viso la cui cicatrice le resterà per sempre. Questo l’inizio del burrascoso rapporto tra i protagonisti, le cui fasi (infanzia, liceo, università, età adulta) verranno seguite dal film attraverso salti temporali e uno schema a episodi.
I due ragazzi sono vicini di casa e sviluppano nel tempo un rapporto quasi fraterno nella fase iniziale che poi sfocerà in amore con il procedere degli anni, nonostante i continui problemi causati da due caratteri forti e diversi. Quincy è un figlio di papà viziato e borioso. Il suo vecchio è un affermato giocatore NBA che può garantire al figlio un alto tenore di vita e la sicurezza di un college di primo livello. Quincy è anche un predestinato di grande talento cestistico e si è preparato fin dall’infanzia a seguire le orme paterne nella migliore lega professionistica al mondo. Anche Monica è benestante – specie per gli standard medi di una famiglia afroamericana degli anni ’80 – ma è costretta a ben altri sforzi per riuscire a coronare il suo sogno di diventare una giocatrice di basket. Ha un buon talento, ma non abbastanza per potersi aggiudicare facilmente una borsa di studio in qualche famosa università, anticamera obbligatoria prima del professionismo. Fino all’ultima partita da liceale deve lottare duramente per finire sul taccuino di qualche osservatore e sua madre quasi spera che fallisca. Infatti, preferirebbe per lei un impiego più “femminile” in qualche ufficio. Partendo da situazioni così diverse i nostri cercheranno di far funzionare la loro storia, attraversando momenti di passione e di crisi profonda, seguendo un percorso abbastanza classico per un film romantico.
Come si diceva in apertura, il vero punto di forza del film è la parte sportiva. Vediamo di capire perché, secondo me, Love & Basketball è uno dei migliori 3 film sulla pallacanestro mai prodotti. Non aspettatevi tiri miracolosi dell’ultimo secondo e non aspettatevi neppure qualche banda scalcagnata allenata da qualche guru che riesce a battere contro ogni pronostico una corazzata di bulli super atletici. Qui si vive un percorso di vita che accomuna molti aspiranti atleti americani, con i loro sogni ma anche con le tremende pressioni che questi sogni comportano. Capiamo l’estrema importanze delle università nella formazione sportiva statunitense e anche lo spietato cinismo del meccanismo di assegnazione delle borse di studio. A volte prospetti talentuosi si perdono per un tiro sbagliato al momento sbagliato, altre volte si è dentro per veri e propri colpi di fortuna. Capiamo la facilità con la quale un fenomeno possa finire nella mediocrità, se non è in grado di reggere mentalmente la pressione del campo che va a sommarsi ai problemi personali. Capiamo come, all’opposto, il duro lavoro permetta di superare i propri limiti di talento, ma al prezzo di enormi sacrifici anche e soprattutto nella vita privata. Capiamo il durissimo impatto che può avere l’Europa su un atleta americano, abituato a uno stile di vita totalmente diverso. Tutti elementi che sono una vera e propria manna per gli appassionati di basket che, lo ripeto, non dovrebbero perdersi il film per alcun motivo al mondo. D’altro canto, potrebbe risultare un po’ indigesto a chi non sia troppo pratico della disciplina e di quello che le ruota intorno, ma, se volete, è un ottimo modo per avvicinarvi a un mondo nuovo.
Love & Basketball non esiste doppiato in italiano. La mancanza della versione nostrana è un altro aspetto che potrebbe frenare una grossa fetta di pubblico dall’avvicinarsi a questa pellicola. Posso capirlo, ma sappiate che vi perdereste un altro pregio del film: la fedeltà con cui è riprodotto l’ambiente sociale in cui si svolge, a cominciare proprio dalla parlata, dallo slang, dagli accenti. Il cast non vanta nomi di primissimo piano, ma è azzeccatissimo: sono tutti perfettamente nei loro personaggi. I due nomi più popolari sono Omar Epps (Foreman di House) nel ruolo di Quincy e Dennis Haysbert (visto in una marea di film e serie tv di discreto successo) nel ruolo del padre del protagonista. Completa il quadro la splendida Sanaa Lathan nel ruolo di Monica, in grado di costruire un’ottima chimica con Epps, probabilmente anche grazie al fatto che i due – secondo Wiki – hanno avuto una storia proprio nel periodo in cui uscì il film.
Che dire ancora? Lasciatelo perdere se odiate i film in lingua originale, lasciatelo perdere se siete totalmente digiuni di pallacanestro o se odiate con tutti voi stessi i film romantici. In tutti gli altri casi dedicate a Love & Basketball due ore della vostra vita. Difficilmente ve ne pentirete. E ora scappo, vado a fare due tiri al campetto!