Serie TV

Lupin III – PART 5: una delle migliori serie tv del 2018

Lupin III – PART 5, uscita lo scorso luglio in Giappone, è una delle miglior serie televisive uscite in questo 2018.
Ok, è un anime, ma fidatevi: regia (Kazuhide Tomonaga, Yuichiro Yano) e sceneggiatura (Ichirō Ōkōchi) fanno mangiare la polvere a molti altri che hanno provato a rimanerci in mente e non ci sono riusciti. Questo arco narrativo del ladro gentiluomo ci riesce perfettamente a non farsi dimenticare.

Di nuovo in Francia, Lupin e Jigen, nascosti e camuffati a dovere, si preparano ad attaccare Marco Polo, un sito del dark web dove è possibile acquistare qualsiasi cosa. L’obbiettivo di Lupin è la sua valuta digitale. Infiltrandosi insieme a Goemon nella sede del server incontra il più importante dei personaggi secondari di questa serie: Ami, una ragazzina prodigio, hacker esperta. La situazione, neanche a dirlo, precipita in una catena di eventi pirotecnici. Dal Lupin Game, un gioco in cui bisogna localizzare Lupin per poi ucciderlo, passando per vecchie conoscenze di un giovanissimo Lupin alle prime armi, fino alla sede di PeopleLog, un altro social network che permette non solo di localizzare una persona, ma ne offre un ricco database dove chiunque può aggiungere contenuti e “recensioni” che il sistema giudica più o meno attendibili. Qui, nel regno di Padal, dopo intrecci e insidie, si gioca la partita finale.

La serie è antologica: oltre agli episodi, che comprendono due o più puntate, sono presenti anche puntate autoconclusive che fanno riferimento ad avventure passate. Impossibile non accorgersene perché compariranno i Lupin dalla giacca rosa, rossa e verde,  Zenigata altrettanto esasperati e numerose scene slapstick.

Ho detto che Lupin III – PART 5 è scritto  benissimo e non mi stancherò di ripetervelo. Il nocciolo della questione, che rende tutto credibile e coeso è questo: Lupin è un ladro. Ovvio, lo sappiamo. Ma tendiamo a dimenticarlo, perché è anche uno sbruffone, un donnaiolo, fa parte di quella schiera di simpatiche canaglie che non ci dispiacerebbe incontrare anche se il prezzo è caro. Ma in Part 5 Lupin e la sua banda fanno sempre ricorso a menzogne, inganni, e non si fanno scrupoli ad abbattere coloro che ostacolo il loro percorso. Il clima che si respira è quello del solito Lupin ma la buona scrittura rende l’atmosfera noir (non pensate a La donna chiamata Fujiko Mine, qui la situazione è molto meno drammatica).

Tutto ciò porta lo spettatore a non poter fare a meno di guardare ancora un’altra puntata.

I legami creati, quelli con la sua banda, e quelli che vengono a crearsi nella serie, parlano non solo di avventura ma anche di intenzioni. Questo perché Part 5 è strettamente legato all’era digitale, ma questo collegamento non avviene nel regno delle possibilità che la tecnologia può offrire, o meglio non solo, ma sopratutto nel potere etico che questa mette in gioco: l’apparenza, la verità, l’onniscienza, l’onnipresenza. Dal Lupin Game a inizio serie fino all’onnipotente PeopleLog tasselli di dubbio o di conferma vengono disseminati, e più di un personaggio chiederà a Lupin cosa significa per lui la sua presenza quale sia il loro vero legame insieme.

A parte l’ottima scrittura e l’incredibile godibilità della serie, dovuta anche ai riferimenti agli archi narrativi passati e anche ai manga e alle classiche scene tipiche di Lupin (ragazzini prodigio, donne bellissime, One Man Army, nemesi varie) dovreste guardare Part 5 per il suo clamoroso colpo di scena finale. Ma è davvero un colpo di scena? Certo, ma in parte no. Ci viene rivelato qualcosa che, pensandoci bene, ci rendiamo conto sapere fin dall’inizio.
Ma vi consiglio di scoprirlo da soli.

Diletta Crudeli

Classe '91. Pur avendo studiato Beni Culturali ed editing credo di saperne di più sui viaggi nel tempo e sulle zone infestate. Leggo un sacco di libri e cerco sempre di avere ragione, bevo tanto caffè, e provo piacere nell'essere un’insopportabile so-tutto-io. Per intrattenervi posso recitare diversi sketch dei Monthy Python.
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