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Ma in fondo non siamo un po’ tutti clienti della Taverna di Boe?

Abbassate i boccali ubriaconi! oggi si parla de I Simpson!

I Simpson! Mitico! Che argomento vasto! Che argomento controverso!

Ok tirate pure su di nuovo i boccali!

Non sono neanche così sicuro che sia un articolo adatto a un sito di cinema come questo, ma io con i Simpson ci sono cresciuto gente! Stiamo parlando comunque di una serie TV che tira avanti ormai da 27 anni (oddio, ultimamente non li avrei tirati avanti, ma vabbè), con un impatto mediatico incalcolabile e quindi, dato che sostenere che I Simpson siano solo un cartone animato è blasfemia, io me ne batto altamente la ciolla e ne parlo, perché ne ho voglia! Tacci vostra!

Che vi piacciano o no, soprattutto le prime 12 serie di questo cartone rappresentano in maniera egregia, e a tratti geniale, l’umanità moderna, la società, la famiglia, la politica (americana e non) e la cultura, evidenziandone le contraddizioni, il degrado, i difetti, le brutture e, ogni tanto, anche qualche pregio.

In mezzo naturalmente tante tante risate. Almeno secondo il mio punto di vista.

Anche perché, parliamoci chiaro: una serie, per sua natura, ti dà il tempo e la possibilità, autori cani permettendo, di approfondire molto meglio tematiche e idee! Con questo non voglio sminuire nessuna pellicola ma, buon Dio, un film più lungo di tre ore è difficile da trovare, mentre una serie è ovviamente ben più corposa. Logica? Ecchecos’è? Si mangia?

Ma come condensare in un articolo tutti gli aspetti toccati da questa serie? Dovrei scegliere un argomento più specifico!

Dato che il populismo è di estrema risonanza oggigiorno, ho deciso che guarderò alla parte più becera e gretta di questa serie: l’epica taverna di Boe Syzlak!!

Sappiamo tutti che ci sono due contesti in cui la natura umana esce in tutta la sua espressività: il bar e il campo di calcio. Nessuna analisi sociologica potrà mai battere una giornata ad osservare  i clienti di un localaccio polveroso.

Quanti di voi hanno pensato al locale di Boe come l’equivalente perfetto di quei bar di provincia o di periferia dove i problemi del mondo turbinano e vengono sciorinati con analisi ineccepibili, annegati in fiumi di bianchini e bestemmie?

Dato che negli USA non hanno la classe del nostro popolo di trovatori, al bar di Boe si limitano alle birre e ai rutti.

Ma diamo uno spaccato di questo agglomerato umano così significativo:

Boe Szyslak: Il Barista! Il suo locale è quanto di più triste ci possa essere nel globo terracqueo: buio, polveroso, privo di esseri femminili, senza musica e impossibilitato ad offrire qualsiasi bevanda che non sia quel piscio di gatto distillato che è la birra Duff (oddio certo non posso assaggiarla ma è così che mi immagino che sia). E io amo quel posto! Boe (o Moe in lingua originale) è l’essere più schifoso sulla faccia della terra: la sua vita è un pendolo che oscilla continuamente tra la frustrazione rabbiosa per non essere amato da nessuno e il perpetuare di azioni che certamente non miglioreranno questa situazione. Lo vediamo tenere dei panda e un’orca nella cantina del locale, gestire bische clandestine e gare di roulette russa e servire alcolici senza licenze. Nei momenti in cui non riempie la vita con queste amenità ha scatti d’ira e tendenze omicide. Tutti i suoi tentativi di elevarsi da questa Simpson,_Boe_Szyslak bruttura: rinnovare il locale, trovarsi una ragazza, cambiarsi i connotati, finiranno male, malissimo. Lui è il classico uomo che ha sbagliato tutto dalla vita. Ma ora basta, non si merita un trattamento così meschino.

Carl Carlson: Lui è il nero. In un bar italiano sarebbe quello che viene dal paesino vicino. Di tutti gli avventori sembrerebbe quello più equilibrato: parla ma non sproloquia, non si fa coinvolgere in risse e si beve la sua Duff in santa pace dicendo Ostregheta.  Ha un’amicizia quasi maniacale con Lenny e non sembra molto interessato al gentil sesso, se non come chiacchiera da bar. Nella vita reale sarebbe quello che non è un alcolista, ma si costringe a bere qualcosa per stare con gli amici.

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Giusto per chiarire.

Lenny Leonard: Lui è il bianco. Personaggio sfuggente e spesso dai risvolti inattesi. Gentile, simpatico e generoso ma certo non si tira indietro quando scatta l’ignoranza all’interno del locale. Appare perfettamente in grado di uscire dal loop della routine da bar ma credo che essenzialmente non gliene freghi molto. La sua vita sentimentale a volte è messa in campo ma emerge maggiormente la sua strana amicizia col sopracitato Carl. In un nostro bar sarebbe il compagnone, di base intelligente, ma incredibilmente facile da trascinare in situazioni becere.

Barney Gumble: Uno dei personaggi più poetici e letterari che ci siano nel cartone. Sorpresi? Barney è il peggio ubriacone della comitiva. Se Boe non chiudesse non se ne andrebbe mai. Non si capisce bene dove tiri fuori i soldi per pagarsi da bere. I bar di provincia sono pieni di questi individui, solo che solitamente sono vecchietti in pensione soli, tracannanti vodka tonic dalle 11 antimeridiane fino a tarda notte. Barney beve sempre, ma in alcune occasioni dimostra che dentro quella botte che lui chiama corpo, in mezzo ai flutti delle bevande, c’è talento e sensibilità. Ho deciso che lui al bar sarebbe un vecchio scrittore, pieno di sogni di gloria, che ha fallito la sua carriera e si è annegato nel nichilismo alcolico. Niente spiega questo concetto meglio di questo spezzone.

Avventori vari: Tristi ubriaconi random. Tali Sam e Larry. Da vecchi sputeranno tabacco, sbraiteranno contro il socialismo e moriranno di cirrosi.

The Springfield Files
Homer J. cerca di spiegare la teoria delle stringhe a Mulder e Scully

Homer Simpson: Lascio in ultima posizione il personaggio più atteso, tanto che credo non abbia bisogno di grandi presentazioni. Homer J. è un personaggio che nel corso di millemila serie ha dimostrato di essere nettamente l’uomo più stupido, gretto, insensibile della terra (anche se vi assicuro che non è una pornostar). Dimostra però in molte puntate di avere un grandissimo cuore (mio dio quanto spirito paterno mi esce dall’apparato lacrimale in questa scena ogni volta). Infatti, non a caso, nell’economia del bar di Boe, rappresenta l’unico essere umano con moglie, figli e che ha concluso qualcosa nella vita (dopo tutto è stato pure nello spazio e soprattutto ha picchiato Bush senior) ed è l’unico quindi che, quando conta, può scegliere di uscire dal micromondo di solitudine alcolica e vivere veramente. Lui è quell’individuo per cui il bar è quello che dovrebbe essere: un diversivo.

Questo contesto del cartone ci mostra quanto sia facile finire con abusare di una cosa come l’alcol e di come occorra discernere il divertimento con gli amici bagnato da qualche bevanda, dal rifugiarsi completamente in un’abitudine del genere, imbruttendosi la vita.

Oh, questo non vuol dire che serva un altro proibizionismo! Perlamordiddio bevete responsabilmente e solo in compagnia, ma lasciatemi in pace l’alcool! Rende la mia conversazione molto più sciolta e le cose molto più attraenti di quello che sono!

Non è certo l’alcol il problema: lui è così buono. Sta a noi avere l’approccio giusto.

Questo articolo a cosa è servito? A niente! Spiacente deludervi! Non ne sapete più di cinema, non ne sapete più di serie tv, non avete un film nuovo da guardare stasera. Ne sapete giusto un poco più sui Simpson, ma neanche così tanto, non vi ho manco consigliato un episodio.

Rassegnatevi avete perso 10 minuti della vostra vita per leggere i miei sproloqui, con tanto di retoricissima ramanzina sull’abuso di alcool, che fatta da me è l’ipocrisia massima.

Poteva andarvi peggio, ma anche molto meglio!


P.s. se siete tremendamente nostalgici dei vecchi cartoni, andate a trovare la pagina Sigle Cartoni Animati!

Riccardo Cavagnaro

Vede la luce nell'anno 1991. Da quando ha visto "Jurassic Park" all'età di 3 anni sogna segretamente di toccare un dinosauro vivo. Appassionato lettore, viaggiatore, ascoltatore di musica e bevitore. Tutte queste attività arricchiscono sicuramente il suo bagaglio culturale, ma assottigliano pericolosamente il suo portafogli.
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