È approdata solo da qualche giorno in Italia, e i più si stanno già sperticando in dichiarazioni quali “la serie dell’anno”; la cosa triste è che l’assunto si basa non tanto su Mare of Easttown di per sé, in italiano banalmente tradotta con Omicidio a Easttown, ma sul fatto che la protagonista abbia detto che lei a quarantacinque anni si piace così. Che è sacrosanto, ma marginale rispetto a tutto quello che racchiude Mare of Easttown: che lo sarà davvero, la serie del 2021, perché è un piccolo gioiello. E che in effetti deve quasi tutto all’attrice principale: una Kate Winslet strabiliante, che riesce a giocare con il suo corpo e il suo volto e a trasformare rughe e chili di troppo in caratteristiche salienti del suo personaggio.
Mare, appunto: detective a Easttown, minuscola cittadina in Pennsylvania dove non succede mai niente. Salvo qualche cadavere, ogni tanto. Morti naturali, morti violente, suicidi: ci sono tutti i tasselli per un puzzle macabro e abbastanza disperato, da cui Mare non è esente. Divorziata, il marito che abita con la nuova compagna a pochi metri di distanza, la madre (Jean Smart) che vive con lei per “darle una mano” e che passa la maggior parte del tempo a bere Manhattan, una figlia adolescente (Angourie Rice), e un nipote; perché Mare è nonna, ma suo figlio non c’è più. Non c’è da stupirsi che non sia proprio l’anima della festa, insomma.
La vita scorre grigia e sempre uguale, a parte una crepa sullo sfondo: da un anno Mare indaga senza successo sulla scomparsa di una ragazza, figlia di un’amica dei tempi del liceo. Quando il corpo di un’altra giovane donna viene trovato riverso in un bosco ai confini della città, le tensioni sotterranee esplodono. E ritorna l’annosa questione: possiamo davvero fidarci dei nostri vicini?
Mare of Easttown si sviluppa in sette puntate prodotte da HBO, ideate da Brad Ingelsby e tutte dirette da Craig Zobel: la durata perfetta per farci conoscere gli abitanti di Easttown, le loro angosce e le loro meschinità. C’è Lori (Julianne Nicholson), la migliore amica di Mare e quasi la sua nemesi: una madre perfetta con una famiglia apparentemente perfetta, nonostante le difficoltà che si trovano ad affrontare. C’è il vicario del paese (James McArdle), che naturalmente ha un passato non proprio limpido con le sue giovani ex parrocchiane. C’è Beth (Chinasa Ogbuagu), che deve combattere ogni giorno con il fratello tossicodipendente. Unici due forestieri, ci sono Richard (Guy Pearce), scrittore di mezza età tra il disincantato e lo speranzoso, e Colin (Evan Peters), giovane ed entusiasta ispettore chiamato ad assistere Mare nel caso. E così via, in un labirinto di relazioni e mezze verità che tutti sembrano sapere, ma nessuno osa pronunciare ad alta voce.
A cavallo fra Twin Peaks e Desperate Housewives, Mare of Easttown è perfetta: nella storia, quasi uno stereotipo della provincia americana, eppure che riesce a non stancare; nei rarissimi ma fondamentali momenti di ilarità, ché come diceva qualcuno la vita, anche la più complicata, è un misto di tragedia e commedia; nella fotografia, che in più di un’occasione richiama i quadri di Hopper, solo con molta meno luce, perché siamo pur sempre in Pennsylvania. E nella protagonista, soprattutto: Kate Winslet veste il ruolo forse più complesso della sua carriera, senza strafare e senza risparmiarsi. Tutto è calibrato alla perfezione: ogni movimento della bocca, ogni sguardo, ogni sospiro. Sembra quasi che persino rughe e occhiaie siano state studiate per decenni, per riuscire ad ottenere un volto segnato esattamente in questo modo. Da vedere rigorosamente in lingua originale, per poter apprezzare la maestosità di questa attrice. E i commenti sul body positive lasciamoli alle riviste del parrucchiere, ché qui siamo ben oltre: si sta parlando della settima arte trasportata sul piccolo schermo.