
Maria regina di Scozia: un film storico che di storico ha ben poco (ma non ci dispiace)
Lo ammetto: ho un debole per i film in costume, specie se trattano di re, regine, di legami illeciti e di intrighi di corte.
A convincermi a vedere Maria regina di Scozia sono stati due fattori: il primo è appunto l’interesse per la storia delle casate reali d’Europa (sì, sono una persona davvero spassosa), il secondo la curiosità di vedere due attrici promettenti come Saoirse Ronan e Margot Robbie, che ho adorato in I, Tonya, insieme sullo schermo, alle prese con dei ruoli così impegnativi.
La cattolica Maria Stuarda/Saoirse Ronan, giovanissima vedova, rivendica il trono di Scozia e cerca in ogni modo di convincere sua cugina Elisabetta/Margot Robbie, regina d’Inghilterra, a nominarla sua successore.
Elisabetta, nubile e protestante, non è molto d’accordo, per usare un eufemismo: lei stessa deve lottare strenuamente con chi non la riconosce come legittima erede di Enrico VIII.
Per venticinque anni le regine si faranno la guerra, in forma epistolare e non, alternando momenti di solidarietà, essendo entrambe continuamente minacciate da congiure da parte di chi non tollera che una donna possa addirittura governare.
Ve lo dico già: ho impiegato un paio di giorni a capire se Maria regina di Scozia mi sia piaciuto.
Uscita dal cinema ero lievemente confusa, sia perché mi sono attaccata a Wikipedia per cercare di ricostruire gli elementi storici che non mi tornavano (non mi considero un’esperta ma, avendo letto diversi libri sull’argomento, proprio tabula rasa non sono), sia perché in balìa di sensazioni contrastanti.
Un punto fermo? Saoirse Ronan. Porta sullo schermo una Maria Stuarda cattivissima, intensa, bellissima e fragile.
Meno convincente Margot Robbie: la sua è una Elisabetta piagnucolosa e umorale, volutamente resa più umana ok, ma fin troppo fragile, quasi melensa.
Pare una leonessa costretta nel ruolo della gattina: Margot, ti hanno addomesticata?
Quanto al resto del cast… Ah perché, c’era un cast?
I nomi importanti ci sono: Guy Pearce interpreta William Cecil, consigliere di Elisabetta e Ian Hart uno dei mandanti dell’omicidio di Davide Rizzio, segretario personale di Maria e amante suo e del secondo marito.
Tutti personaggi di un certo spessore che però non spiccano affatto, sono solo esserini incolori che fanno timidamente capolino da dietro le sottane delle due protagoniste: il che va anche bene, visto che il film si concentra su di loro, ma il femminismo a tutti i costi è solo banalizzazione.
Un limite di Maria regina di Scozia è la regia un pochino incerta di Josie Rourke, che spesso sembra non sappia trovare il bandolo della matassa, perdendosi in momenti assolutamente trash e tralasciandone altri essenziali alla comprensione della trama, dando spazio al terrore di noi cinefili, i buchi narrativi.
Ultimo appunto, ma non necessariamente negativo al 100%, è l’ampia libertà sui fatti storici: mi sta bene che ci si ricami un po’ su, anche per tenere alta l’attenzione dello spettatore; avessi voluto vedere un documentario mi sarei rivolta ad Alberto Angela, ma a volte si esagera.
Tutto sommato, mi sono resa conto di non aver ancora capito se effettivamente Maria regina di Scozia mi sia piaciuto: diciamo che è un film piacevole, con due ottime attrici protagonisti e che, nonostante le pecche da me sottolineate, non mi ha fatto rimpiangere quelle due ore pomeridiane sottratte alla pennichella.
Promosso ma con riserva, insomma.