
Master & Commander: Un epico duello in alto mare
Celebre per aver sempre preferito la qualità alla quantità, Peter Weir avrà anche fatto pochi film ma li ha azzeccati tutti. Difatti, dopo aver girato quello che secondo me è tra i cinquanta film più importanti della storia del cinema americano, Weir ha aspettato la bellezza di cinque anni prima di tornare a imbracciare la macchina da presa. Per l’occasione ha voluto fare le cose in grande, impegnandosi in una produzione ad altissimo costo: Master & Commander.
La trama di questo kolossal interamente ambientato in un gigantesco vascello è molto semplice, ma d’impatto: durante le guerre napoleoniche, Jack Aubrey “il Fortunato” (Russell Crowe), capitano della H.M.S Surprise, dà la caccia a una fregata francese meglio equipaggiata. Determinato a catturare e sconfiggere l’avversario, il comandante dovrà far fronte a mille difficoltà che ne metteranno alla prova il senso del dovere, dalle acque ostili dell’oceano Pacifico al malcontento dell’equipaggio, comprendente il migliore amico e medico di bordo Stephen Maturin (Paul Bettany).
Uscito in concomitanza con Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, Master & Commander non ha vantato un eguale successo commerciale, ma ciò non toglie che si possa annoverarlo senza grossi problemi tra i migliori lungometraggi di ambientazione marinara mai realizzati. Già dal cast in grado di esprimere una bravura interpretativa di altissimo livello, ci rendiamo conto della levatura di questo film: Russell Crowe, dopo Il Gladiatore, impreziosisce la sua carriera con un altro ruolo da eroe vigoroso e pieno di sfumature che gli calza a pennello; Paul Bettany invece offre una prova superlativa impersonando quello che forse è il personaggio più affascinante del film. Da una parte il rigore militare unito al senso dell’humour e al carisma, dall’altra la più profonda umanità e la passione per le scienze.
Peter Weir, alla sua prima esperienza con un budget faraonico, dimostra un polso di ferro nella gestione di tutti gli aspetti spettacolari di un film di questa portata. La descrizione della vita in mare, che si tratti dell’ordinaria routine o della componente bellica, è sempre interessantissima e storicamente accurata. Le relazioni tra i vari personaggi secondari che compongono la ciurma colpiscono per la loro credibilità, e sollevano tutte le problematiche dei rapporti di potere all’interno del vascello. Cosa che ovviamente (anche se non era quello lo scopo) manca in Pirati dei Caraibi.
Master & Commander è un film incredibilmente immersivo. La sensazione che lo spettatore prova è proprio quella di essere sulla Surprise assieme a Crowe, respirando l’aria salmastra e sentendo lo scricchiolio delle assi sulla propria pelle. Le scene di battaglia, poche, sono girate divinamente e con una giusta dose di violenza che impedisce di trascurare il prezzo umano che può avere anche la causa più nobile. Per altro i sentimenti di orgoglio, amicizia e sacrificio vengono saggiamente svuotati di retorica spiccia, e ciò non fa che beneficiare alla storia.
La maestosità delle scenografie e il fascino delle musiche d’epoca impreziosiscono un film d’avventura molto classico e avvincente, che forse non sarà un capolavoro ma che negli anni, a ogni revisione, acquista sempre più punti come rappresentante di un tipo di cinema che sta scomparendo.