La redazione del MacGuffin si è riunita e ha risposto alla più ancestrale delle domande: quali sono i migliori film del 2016?
Carissimi, adorati lettori, tanti pappagallici auguri a tutti voi! Siamo arrivati alla fine di un altro anno (il nostro primo) di cinema e la redazione plenaria del MacGuffin ha voluto farvi questo regalo: ognuno di quei poveracci si è spremuto le cervella e ha deciso quale, secondo lui/lei, è il migliore film dell’anno appena passato. Vi aspetta così una grassa listona da sfogliare quando sarete in crisi e non saprete che guardare. Qualora voleste poi approfondire vi basterà cliccare sui titoli dei film in rosso e verrete reindirizzati alle relative recensioni. Ovviamente se siete dei lettori con le palle ve le leggerete tutte, altrimenti siete e rimarrete dei debosciati, ma questi sono affaracci vostri, noi il nostro dovere lo abbiamo fatto. Buona lettura e continuate a credere nel MacGuffin!
Federico Asborno consiglia: The Hateful Eight di Quentin Tarantino
Tarantino si conferma come un regista epocale. Gioca con lo spettatore, lo blandisce, lo coccola, gli regala il meglio di sé sotto ogni aspetto. Mai nessun film mi aveva fatto gridare al capolavoro assoluto dopo dieci minuti. The Hateful Eight è già una pietra miliare.
Francesca Berneri consiglia: La Grande Scommessa di Adam McKay
A mio avviso il miglior film del 2016, perché erano anni che non si vedeva un’opera capace di addentrarsi nella finanza più astrusa e nel frattempo di tenere gli spettatori inchiodati allo schermo. Merito delle inedite professoresse Margot Robbie e Selena Gomez e di un cast di altissimo livello, tra cui spiccano un Brad Pitt vagamente new age, uno Steve Carrell in piena crisi di coscienza e soprattutto lui, un Ryan Gosling più bello e avido che mai. Troppo ben confezionato, ma troppo poco convenzionale per piacere all’Academy, gli è stato soffiato l’Oscar per il miglior film da una banalità come Il caso Spotlight. Da vedere e rivedere, per gustarsi un capolavoro e per capire che Gordon Gekko era un poppante, in confronto alla realtà.
Sara Boero consiglia: Rogue One – A Star Wars Story di Gareth Edwards
Il film spazza via i dubbi sulla legittimità di consegnare al Topo Reich l’amatissima saga di Star Wars. Intreccio perfetto con la trama principale, eppure si regge sulle sue gambe. Darà grande soddisfazione ai fan strizzando l’occhio in modo un po’ meno smaccato e paraculo di quanto fatto da J.J.
Arianna Borgoglio consiglia: The Revenant – Redivivo di Alejandro González Iñárritu
Perché la fotografia è spettacolare, le immagini incredibilmente suggestive. E perché è troppo semplice colpire lo spettatore con azione e adrenalina, molto più arduo è riuscirci contrapponendo la fragilità umana alla potenza ferina della natura (e DiCaprio è un interprete magistrale, impossibile negarlo).
Francesca Bulian consiglia: Alla ricerca di Dory di Andrew Stanton e Angus MacLane
Ormai la Disney ha gettato la maschera: non c’è casa di produzione che sappia gestire meglio la nostalgia. Lo sta dimostrando con Star Wars, con i reboot live action, con i sequel dei film Pixar in cantiere a distanza di anni e tutti con sceneggiature di ferro: il target prediletto non sono i bambini, ma quella generazione nata tra gli anni ottanta e novanta che la Disney si è praticamente tirata su, che è cresciuta a pane e videocassette Disney. Alla ricerca di Dory non fa eccezione. Riapre il sipario su uno dei personaggi più popolari dell’immaginario Pixar e gli regala, finalmente, qualcosa che non aveva: una crescita.
Edoardo Canepa consiglia: Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti
Si sentiva da tempo il bisogno di un supereroe nostrano che vegliasse su di noi. Gabriele Mainetti ce ne regala uno che non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi d’oltreoceano. E anzi, Lo chiamavano Jeeg robot è un’opera così bella e genuina che dà una sonora lezione ad ogni film che ci ha propinato in questi anni Marvel e compagnia bella, ed è tutta italiana. Meglio di così non si può.
Mattia Caravaggi consiglia: Deadpool di Tim Miller
Deadpool è il film più sorprendente e divertente dell’anno. Il rischio flop era dietro l’angolo scegliendo un personaggio così poco noto al pubblico non nerd. Si correva il grosso rischio di stravolgere il personaggio (politicamente scorrettissimo) per adattarlo al grande schermo. Invece (sorprendentemente) ne è uscito un film davvero spassoso e un anti-eroe adorabile. Ryan Reynolds riscatta una carriera di commedie mediocri, dando vita ad un pazzo e scatenato Deadpool. Il film è un bel film d’azione, supereroi e con un protagonista irresistibile che vi parlerà in continuazione.
Mattia Carrea consiglia: Veloce come il vento di Matteo Rovere
Perché è l’esempio perfetto di come il cinema italiano contemporaneo dovrebbe essere. Ben scritto, ben recitato, con una storia fresca e personaggi sfaccettati. Uno dei migliori film sui motori, non solo in Italia.
Riccardo Cavagnaro consiglia: Captain Fantastic di Matt Ross
Forse non sarà un capolavoro, sicuramente non mette d’accordo tutti, ma raramente mi è capitato di vedere un film così sorprendente e mai banale. Viggo Mortensen dimostra che ridurlo al ruolo di Aragorn è un errore fatale e lo stuolo di ragazzini che lo circonda è a dir poco sensazionale. Un film da salvare.
Lorena Ceresola consiglia: Ave, Cesare! di Joel & Ethan Coen
Il film dei film. La sparizione di un attore nel bel mezzo delle riprese diventa il pretesto per mostrare quel lato poco poetico della Hollywood anni ’50 interpretandola in una chiave comica. Il cast è spettacolare: passiamo da un romano poco imparato, interpretato da George Clooney, arrivando a un super fico cowboy dal cuore d’oro, interpretato da Channing Tatum. Senza dimenticarsi di Scarlett Johansson che per una volta si trova incinta e ben poco elegante. Il motivo per cui lo reputo fantastico è il modo irriverente con cui i registi condiscono ogni momento del film!
Giulia Cipollina consiglia: Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese
Gran film italiano che riporta in auge il nostro cinema. Dialoghi brillanti, tema attuale e interessante ben sviluppato con un finale fuori dai soliti canoni.
Gaia Cultrone consiglia: Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti
Fare del cinema sui supereroi non è mai stata cosa degli italiani. Quando succede, succede in un prodotto dalle interpretazioni magistrali, dai mille temi e sfaccettature, autoironico, drammatico e anche piuttosto toccante. Quest’anno il cinema italiano ci ha regalato tanti piccoli capolavori, non solo cinepanettoni.
Giuseppe D’Amico consiglia: The Accountant di Gavin O’Connor
Ben Affleck dà vita a Christian Wolff, genio del calcolo che convive da sempre con l’autismo, patologia che lo ha portato a trascorrere infanzia e adolescenza in un istituto. Wolff gestisce i conti e i tabulati di diverse organizzazioni criminali, le quali gli concedono laute percentuali e gli permettono di collezionare opere d’arte e pezzi d’antiquariato di ogni epoca. Storia avvincente, ritmo incalzante e finale appagante: consigliatissimo.
Fabio Ferrari consiglia: Deadpool di Tim Miller
Perché è il film di supereroi più scorretto e ironico di sempre, che ribalta e prende in giro tutti gli stereotipi del genere e che ha permesso a un sorprendente Ryan Reynolds di mostrare tutte le sue abilità attoriali e comiche.
Edoardo Ferrarese consiglia: Steve Jobs di Danny Boyle
Dopo aver subito pesante mobbing da parte di qualcuno, ho deciso di non dargli ascolto e scegliere con il cuore, in barba alla diversificazione di scelte. Perché quando ho finito di vedere al cinema Steve Jobs avrei voluto che il film continuasse ancora per ore e ore. Essenzialmente perfetto.
Denis Ghio consiglia: The Invitation di Karyn Kusama
La Kusama torna dietro la macchina da presa dopo sei anni e mette in scena uno dei migliori thriller dell’anno. Un film che conduce chi guarda in un tunnel di angoscia e curiosità sino al suggestivo finale che, anche se da una parte dà sollievo, lascia comunque nelle tasche dello spettatore una buona dose di ansia.
Roberto Lazzarini consiglia: Steve Jobs di Danny Boyle
Boyle e Aaron Sorkin ci regalano un bellissimo e commovente ritratto di una delle personalità più influenti di questo secolo. Un film geniale e imperdibile, supportato da un qualità di recitazione, di scrittura e di messa in scena che ha del paranormale. Purtroppo non se lo è inculato quasi nessuno, ma fortunatamente per voi ci siamo noi a ricordarvelo.
Chiara Leoni consiglia: La canzone del mare di Tomm Moore
Visivamente incantevole, sta alla magia nordica come un bastoncino di legno allo zucchero filato. Densa di immaginazione quanto di riferimenti concreti, La canzone del mare è una fiaba per tutti. Anche per cuori ipotrofici.
Federico Luciani consiglia: Il piccolo principe di Mark Osborne
Non è la solita trasposizione cinematografica di un libro. La storia viene ampliata e sviscerata nei suoi temi più caldi, importanti e memorabili. Viene lasciato spazio al libro, quanto all’elaborazione della stessa. Splendida colonna sonora. Poesia allo stato puro. Le lacrime sono facili.
Lorenzo Montanari consiglia: È solo la fine del mondo di Xavier Dolan
Una tragedia schizofrenica messa in scena con un’eleganza ed una maestria senza eguali. Juste la fin du monde consacra definitivamente il suo creatore sull’Olimpo del grande Cinema.
Mauro Paolino consiglia: Tutti vogliono qualcosa di Richard Linklater
Il regista si conferma maestro indiscusso nel mettere in scena un insieme di fancazzisti occupati a bere, fumare e fare sesso. Maestro indiscusso nel raccontare il nulla, mettendo in scena il tutto.
Pietro Pesce consiglia: Kubo e la spada magica di Travis Knight

Andrea Scarso consiglia: The Hateful Eight di Quentin Tarantino

Sarah Tavella consiglia: Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti

Lucia Tiberini consiglia: La pazza gioia di Paolo Virzì
Ironico, drammatico e completamente folle, La pazza gioia è un film on the road tutto al femminile firmato Paolo Virzì. Questa pellicola tocca corde emotive davvero profonde, riuscendo comunque ad avere tempi comici perfetti. Fenomenali Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, i personaggi delle due protagoniste sembrano scritti apposta per loro. Virzì si riconferma l’erede di quel cinema italiano che vale ed è bello, di quella commedia tutta nostrana che sa far ridere amaramente, raffinata e irriverente allo stesso tempo.