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Memento gnocca: che fine hanno fatto queste attrici?

Lo ammetto, ho usato la parola “gnocca” solo per fare in modo di catturare la vostra attenzione. Faccio appello alle tempeste ormonali primaverili e ai vostri poco nobili istinti della parte lombare. Tuttavia devo avvisarvi che in questa sede non parlerò di bone a caso, e nemmeno di donzelle famose e di gentil aspetto. Siccome la sottoscritta ama porsi domande di nessuna utilità, mi sono chiesta “Ma quella lì che interpretava Cosa… dove cacchio è finita?

Sì, perché ogni tanto mi capita di incrociare qualche attrice bella e con una recitazione non disprezzabile, ma chissà perché finita nel dimenticatoio.

Orbene, ho deciso di stilare una piccola lista di gnocche sparite dalla circolazione e dei personaggi che ho più amato e che ogni tanto risaltano fuori dal dimenticatoio.

Kate Capshaw/Willie Scott (Indiana Jones e il tempio maledetto, 1984)

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       Mood di oggi: vegano stammi lontano

Ho rivisto questo film poco tempo fa e la riflessione avuta con la mia sorella major è stata ovviamente: “Ma questa poi che ha fatto?”. La tipa in questione è forse il personaggio femminile che mi è più simpatico nella saga di Spielberg. Tipica gnocca da film d’azione, bionda, frivola, leggermente isterica e con un rapporto conflittuale con gli elefanti. Di sicuro molto diversa da un certo tipo di femmina sempre spaccaculi e con la messa in piega perfetta che si vede oggi al cinema.

Willie si trova a mangiare serpenti vivi, o a girare per un tempio infestato di bestiacce a otto zampe. A un certo punto la vediamo ingabbiata a fare su e giù su una fossa di lava bollente. Niente di strano che la bionda si urti leggermente.

L’attrice ha partecipato a vari film e cose per la televisione, ma è più o meno dal 2002 che non si vede in giro.

Ah, tra le altre cose è anche la moglie di Steven Spielberg.

Amy Yasbeck/Lady Marian di Batman (Robin Hood – Un uomo in calzamaglia1993)

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Scena entrata negli annali: Lady Marian che canta con voce angelica nella vasca da bagno e la telecamera che spacca la finestra della stanza. La rossa Amy la troviamo anche in The Mask, Dracula morto e contento Pretty Woman.

Con lei si impone un must dell’outfit anni’90: la cintura di castità Everlast in puro acciaio inox… per ogni gnocca che non deve chiedere mai, ma a cui la chiedono troppo.

Perdita Weeks/Scarlett Marlowe (Necropolis – La città dei morti, 2014)

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Un’altra gnocca rossa in elenco. Per amor di cronaca devo dire che il titolo originale del film, As Above so Below, è molto più evocativo e suggestivo di quello italiano (ma va?). In questo horror che mescola archeologia, alchimia, spunti danteschi e demoni a volte bizzarri (a un certo punto mi è proprio sembrato di vedere un sosia di Palpatine), la dottoressa Marlowe si aggira per le catacombe di Parigi alla ricerca della pietra filosofale. Un po’ Lara Croft, se vogliamo, ma senza maggiordomo chiuso nella cella frigorifera. Informandomi in giro, mi è parso di capire che il film è piaciuto solamente a me e alla mamma del regista. Forse è per questo che la roscia non si vede tanto in giro.

Ariadna Cabrol/Eloise (Eloise’s lover, 2009)

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Qui siamo in zona cineforum nel sottoscala con visione di film tristosvedese. Lei è una bella ragazza spagnola che fa solo film spagnoli e appare per tipo due secondi due in Profumo, storia di un assassino. Il film di cui vi parlo invece è conosciuto solo dalla comunità LGBT, e probabilmente solo tra le ragazze. Eloise è una giovane studentessa d’arte che si innamora, ricambiata, di una ragazza di architettura. Ovviamente la madre di quest’ultima è omofoba militante, quindi il dramma è dietro l’angolo. A parte questo abbiamo due attrici belle e veramente molto brave, un film delicato e romantico, tanto ammoreh e varie paturnie tutte al femminile.

Lucy Gutteridge/Hillary Flammond (Top Secret!, 1984)

 

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       Sembra proprio un bruttissimo film…

Avvertiamo gli utenti che da qui smetto di fare la cinefila seria e comincio l’inesorabile virata verso il trash estremo. Lo so, questo film non sarà una roba da Oscar, ma io da piccola sognavo di fare il tiro al piattello sul surf. Film demenziale dei fratelli Zucker, ambientato nella Germania degli anni Ottanta. Però ci sono i nazisti. E la resistenza francese. E il rock alla Elvis. Un gran casino condito da umorismo demenziale. Poi ovviamente salta fuori una gnocca a random. La tipa in questione interpreta una giovane spia della resistenza che si allea col protagonista per salvare il di lei padre imprigionato dai nazisti.

Su Wiki si trovano giusto tre righe riguardo la sua filmografia. Peccato,però.

Clarissa Burt/Xayde (La storia infinita 2, 1990)

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                                                                                                   I costumi semplici semplici di Clarissa Burt

Madòòòòòò… ma ve la ricordate Clarissa Burt nei panni della strega Xayde? Clarissa Burt, che comandava statue cave a caso. Clarissa Burt, che aveva i costumi disegnati probabilmente da Cristiano Malgioglio. Clarissa Burt, che abitava in un castello a forma di mano, praticamente la versione onanistica dell’Occhio di Sauron. Clarissa Burt, che girava per Fantàsia su un Polly Pocket con le ruote. Clarissa Burt, con la sua eleganza trash e quella favolosa catananna di lustrini in testa.

Bella, perfida, tamarra… l’apoteosi della gnocca trucida. Un vero peccato che poi sia finita in mezzo a varie Isole dei famosi.

Diversi anni fa è diventata assessore alla cultura del comune di Ardea (cos…). Poi il nulla cosmico.

Agathe de La Fontaine/Principessa Angelica (Fantaghirò 4, 1994)

          La malizia dei brillocchi di plastica, unita al gusto estetico di Bava

Il primo che ride gli do una manata ne’denti. Lo so che molti di voi il giorno di Santo Stefano digeriscono la lasagna e il pandoro svaccati sul divano guardando questa serie, perciò non fate tanto gli schifiltosi. Per chi non lo sapesse Fantaghirò era una serie fantasy italiana diretta da Lamberto Bava. Buoni sentimenti, trash estremo, piante che parlano. Erano i bei tempi prima del CGI, prima degli schermi verdi, prima del 3D… e quindi via, quintalate di cartapesta. Gli effetti speciali erano talmente orridi che rimanevi inchiodato alla sedia chiedendoti perché.

Tutto ciò è molto bello. E siccome io ho sempre avuto una preferenza per i cattivi e i personaggi secondari, vi parlerò un attimo della principessa Angelica. La vediamo nella quarta stagione della serie.

Figlia del Re d’Oriente, si innamora dello stregone Tarabas (ragazze, è inutile che fate le vaghe, lo so che è stato il vostro sogno erotico per anni, con quei capelli setosi e lo sguardo intenso da ciocco d’albero). È bella, ma leggermente sfigata, ha perso la madre da piccola, ha un fratello minore metà uomo e metà bestia e un padre leggermente demente.

Io adoro Angelica, ma tanto proprio. Perché è uno dei pochi personaggi realistici della serie. Fantaghirò è una pulzella tutta lovelovelove, sempre coraggiosa, modesta, irreprensibile, una vera abbraccialberi. È considerata la gnocca della serie nonostante porti quell’orrido taglio di capelli da bimbo dell’Ovino Kinder. Tanto gentile e tanto onesta pare, che tutti la vogliono scopare amare. Angelica no, Angelica è un essere umano. È capricciosa, egocentrica, testarda e stalkera senza speranza l’uomo che ama. A dispetto della sua bellezza viene friendzonata ripetutamente, ma nonostante questo cresce, rivela inaspettate doti di coraggio e lealtà nei confronti dei suoi nuovi amici, e si dimostra utile in più di un’occasione. Anche qui funziona lo stesso binomio della Burt: bella figa + costume trash = Platinette levete proprio. Non vedevo gioielli del genere dai tempi del diadema di Sailor Moon. C’era più plastica in quei costumi che nelle labbra della Parietti.

Su Agathe de La Fontaine non c’è molto da dire: i film degni di nota che ha fatto sono solo un paio. Uno di questi è il semisconosciuto Train de Vie (di cui per fortuna abbiamo una bella recensione qui).

Per dovere di cronaca, Angelica è il personaggio più detestato della serie, piace solo a me perché io sono trasgre.

Concludendo: se avete voglia di vedere qualche bella ragazza che recita anche bene, ma non volete cadere sui soliti nomi di fanciulle strafamose, tenete a mente questa lista di signore ingiustamente dimenticate.

Michela Mellina

Nasce nel 1990 in mezzo ai colli toscani dove impara la dura legge della provincia. Coltiva la sua passione per i libri,il cinema,il disegno e la misantropia. Le piace confrontarsi con persone disagiate almeno quanto lei.
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