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MI-TI-CO! Storie di epos, muscoli e adrenalina a go-go

Da buona classicista, prima o poi doveva succedere: potevo forse esimermi dal proporvi una classifica dei migliori film sulla mitologia classica? No, certo che no, ma niente paura: se alle parole “classico” o “epos” vi vengono in mente infiniti pipponi storici o l’odore di naftalina dell’armadio della nonna, siete decisamente fuori strada. Infatti Hollywood si è divertita parecchio, negli ultimi 60 anni (e più), a giocare con l’epica greca e romana, rendendola ancor più carica di pathos, violenza, bei fusti oliati per bene e sordidi amori clandestini. Perché si sa, Eros e Thanatos vanno a nozze, e se ci aggiungi anche qualche scenetta alla Cinquanta sfumature, allora, è la morte sua.

E quindi bando alle ciance, vediamo che top 5 ci ispirerà quest’oggi la nostra Musa…

 Il Colosso di Rodi

  • Il Colosso di Rodi (Sergio Leone, 1961): ebbene sì, il Sergione nazionale non ha diretto soltanto western, sapevatelo. Il film può risultare pesante, bisogna ammetterlo, è lungo, impegnativo, insomma se siete dei neofiti lasciate stare. Tuttavia, dopo un po’ di rodaggio, vi ci potrete approcciare, e ne vale la pena: un po’ perché la mano del Maestro, seppur giovane, si sente già, un po’ perché alcune scene (specialmente quella della tortura della campana, originale, da sperimentare sui vicini di casa molesti) sono davvero epiche, e anche le musiche di Angelo Francesco Lavagnino non scherzano affatto.

Gli Argonauti

  • Gli Argonauti (Don Chaffey, 1963): abbiamo appurato che, negli anni Sessanta, il genere andava forte, ok. Detto questo, il film è basato sul poema epico Le Argonautiche (la cui pubblicazione risale all’incirca al 250 a.C.) di Apollonio Rodio, e racconta le valorose gesta di Giasone (interpretato da un machissimo Todd Armstrong) alle prese con un travagliato viaggio alla ricerca del vello d’oro, in grado di riportare pace e prosperità alla popolazione della Tessaglia. Cast stellare (per l’epoca, s’intende), composto da Gary Raymond nei panni di Acasto, Honor Blackman in quelli di Era, Nigel Green/Hercules, Niall MacGinnis nella parte di Zeus e Nancy Kovack nei panni della spietata Medea, risultato ottimo, tanto epos e omaggio degno di questo nome. Da (ri)vedere.

Ulisse

  • Ulisse (Mario Camerini, 1953): ed eccoci arrivati a un “prodotto nostrano”.  Una trasposizione cinematografica dell’Odissea di Omero in grande stile, che ottenne un gran successo di pubblico grazie a sceneggiatura, messa in scena e cast decisamente ben orchestrati. Gli effetti speciali, seppur ancora artigianali, ovviamente, sono di grande effetto, le scenografie perfette, gli interpreti calati nella parte al punto giusto, con nomi di spicco tra cui Kirk Douglas (muscoloso e unto q.b.), Silvana Mangano, Anthony Quinn e Rossana Podestà.

Troy

  • Troy (Wolfgang Petersen, 2004): e arriviamo alla “rumenta” moderna. Insomma, tre robe colte e impegnate le abbiamo viste e inserite nella nostra classifica, ma potremmo forse escludere l’epico deretano del divorziato più ambito d’America?! Giammai! E allora preparatevi a sciropparvi una guerra di Troia mooolto hollywoodiana, a base di sangue, epos, sesso e testosterone come se piovesse. Un kolossal classico nella sua accezione più banale, che scorre senza gloria né infamia e intrattiene divertendo. Apprezzabile lo sforzo del regista di mantenere intatte alcune tra le scene più belle della narrazione, come quella in cui Priamo chiede ad Achille il cadavere del figlio Ettore, una delle più intense della storia dell’epica greca (e non solo).

300 film

  • 300 (Zack Snyder, 2006): concludiamo con un film che potrebbe tranquillamente durare circa 30 secondi e saremmo felici ugualmente, il tempo di pronunciare quella benedetta frase di cui tutti, prima o poi, ci siamo appropriati (indebitamente): “QUESTA È SPARTAAA!!!“, di solito prendendo possesso del telecomando e simili. Insomma, tra un Serse che sembra una drag queen e un Leonida saggiamente ironico, la storia scorre via nella sua kitchitudine più estrema ma, proprio per questa, perfetta per esaltare una battaglia epica e incredibile (e anche noi, diciamocelo) fatta di coraggio, zero buon senso, follia, sangue a profusione, sudore e tanti, taaanti bicipiti.

Arianna Borgoglio

Giornalista freelance, 26 anni, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Informazione ed Editoria, coltivo le mie passioni con tenacia e voglia di mettermi in gioco. Tra queste scrittura, letteratura, cinema, storia dell’arte, cucina – intesa come amore per il buon cibo più che predisposizione verso i fornelli! - viaggi, musica e chi più ne ha più ne metta. Nelle mie recensioni sono spietata... q.b., ma non è colpa mia: è che mi disegnano così ;)
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