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Storia di un volto e dei suoi aspetti: le 7 migliori interpretazioni di Jake Gyllenhaal

Ho scoperto di amare Jake Gyllenhaal.

jake gyllenhaal
Reaction pic come poche.

Inizio un po’ troppo clickbait, non trovate? Esprimere la mia ammirazione verso qualcosa che mi piace al di là della ragione è sempre complesso e rischia sempre di sfociare in associazioni erronee; soprattutto se parlo di uomini. È un attimo che “ommioddio quanto è figo l’attore x”: taaaaac, eccolo lì il frocio. E io in realtà stavo esprimendo un apprezzamento riguardante la recitazione, non l’eiaculazione. Questo strumento fantastico che permette di rendere una parte di testo barrata è la cosa migliore che potrebbe capitare a uno scrittore del MacGuffin. Ma ora basta, stiamo facendo troppa metatestualità, non vorrei che poi magari scoprendo i miei segreti diventiate articolisti più bravi di me. Bello fare i froci quando il culo è degli altri, eh?

Ma al di là dei miei problemi sociopatici. Sì, amo Jake Gyllenhaal. Lo amo come attore. E sono solo uno dei 700 milioni a farlo, quindi ho sicuramente ragione e la mia opinione varrà sicuramente di più di quella di uno che Jake Gyllenhaal lo detesta: perché l’unione fa la forza e la massa fa i canoni di valutazione. Pasolini perdonami.

E quindi… evitata l’omosessualità (gli omosessuali restano ben accetti nella nostra community) ed evitato (quasi) l’effetto carrozzone, il regalo che vi faccio oggi è un pacco di 7 film in cui il nostro Giacomo recita divinamente. E mi pare scontato dire che saranno gli stessi 7 film che tutta la popolazione mondiale avrebbe scelto (o ha scelto) al mio posto. Ma voi dovete leggere il mio articolo perché il MacGuffin è più meglio e perché altrimenti la marcia su Roma si trasforma nella marcia su casa vostra.

Nel finale vi ho riservato una chicca, seguitemi.

jake gyllenhall
Quella faccia che esprime ammirazione ma in modo talmente sobrio da essere contraddittorio.

Ho deciso di fare uno sforzo e di classificare i film in ordine di JakeGyllenhaalèlattoremiglioredisempre crescente. Ovvero dal “peggio” al meglio.

7 – Donnie Darko (2001), regia di Richard Kelly

donnie darko
Porno?

Le sentite anche voi le grida? Il suono dei capelli che si strappano? Dei sassi che volano contro la mia finestra? MAI TOCCARE UN CULT. Ok, con calma, non sto criticando Donnie Darko, è tutto ok, il film è bello, incredibile, super-intricato e dalla comprensione per cervelli superiori, lo sappiamo tutti. E non sto nemmeno dicendo che Jake Gyllenhaal in questo film è un incapace; non dimentichiamoci che questa è la classifica dei film in cui Giacomo recita MEGLIO, ok? Adesso posso anche spiegarvi perché ho messo Donnie Darko al gradino più basso. Tanto di cappello per Jake e per la sua recitazione in questo film, davvero bravo, inquietante e sorprendente per l’età che aveva quando ci ha fornito tale prestazione. Ma complice (forse) appunto anche l’età stessa Donnie Darko è un film in cui egli è ancora acerbo, un po’ artificiale, ancora troppo inchiodato sugli schemi recitativi e quindi non completamente “vero”. Ovvio che questo è un giudizio formulato col senno di poi, a posteriori, ma d’altronde Donnie Darko è servito proprio come trampolino di lancio per la carriera di Jake, ed è dunque giusto che i risultati non siano stati ottimali.

6 – I segreti di Brokeback Mountain (2005), regia di Ang Lee

brokeback mountain
Prometto che non farò battute sui gay.

Che titolo del cazzo, vero? Questa mania antica di inserire la parola “segreto” in qualsiasi pertugio, un po’ come è successo recentemente con Wind River. Come se dovessero sottolineare che l’essere gay è un segreto: “venite a scoprire i magici segreti di Brokeback Mountain: pecore, cavalli e cavalcate!”. #traduttoriomofobi.

Qui Jake Gyllenhaal comincia ad essere l’attore che tutti noi conosciamo. Davvero dentro alla parte, coinvolto al 100%, si emoziona e fa emozionare. L’unica pecca a mio parere (oltre a quell’orribile baffo che gli spunta a tre quarti di film) è la sua rigidità nel reagire in modo troppo spesso simile agli impulsi. Ad esempio: c’è una situazione in cui devo mostrarmi sofferente, allora faccio la faccia 1; c’è una situazione in cui devo mostrarmi felice, allora faccio la faccia 2; e via dicendo. E a questo c’è da aggiungere Heath Ledger che lo ha praticamente sormontato: troppo più bravo e troppo più autentico. Ma sicuramente in Brokeback Mountain abbiamo assistito a un Jake Gyllenhaal più maturo e migliorato.

5 – Enemy (2013), regia di Denis Villeneuve

enemy

Calcolate che da qui in poi praticamente Jake Gyllenhaal recita sempre alla perfezione. Ma andiamo a vedere nel dettaglio.

Qui addirittura andiamo oltre ogni limite e Giacomo interpreta un doppio se stesso. Lucidità e trasformismo nell’interpretare due personaggi che sono la stessa persona ma che hanno caratteri quasi opposti e nel rendere entrambi completamente credibili ed efficaci. In più un arcobaleno di espressioni facciali che giapponesi levatevi. Sicuramente una delle prove più difficili per Gyllenhaal e una di quelle in cui ha dato il meglio di sé.

4 – Prisoners (2013), regia di Denis Villeneuve

prisoners

La scelta a questo punto è diventata difficilissima, al punto che la quarta e la terza posizione sono tranquillamente interscambiabili. Se ancora si avevano dubbi sulla maturità recitativa del beneamato Giacomo, qui ogni perplessità viene cancellata. Un personaggio freddo, tormentato, stressato, al limite dell’esasperazione e con un compito di importanza capitale tra le mani reso da Jake Gyllenhaal con un set di espressioni facciali e di mimica corporea da far venire i brividi. Accanto a lui poi un Hugh Jackman in uno degli apici della sua carriera (altro che Wolverine) con cui sembra giocare a chi recita meglio. Davvero sublime.

3 – Southpaw (2015), regia di Antoine Fuqua

southpaw

Giacomo in versione setiprendotisfasciodimazzate in quello che, a mio parere, è il più diverso tra i personaggi diversissimi che ha interpretato nella sua carriera. E difatti l’interpretazione è unica e c’è spazio per tutta la gamma delle emozioni umane: rabbia, grinta, rancore, vendetta, gioia, amore, gloria; e Jake le rende tutte con sfumature eccezionali, a volte anche solo guardando in camera senza dire o fare nulla. È inoltre da sottolineare l‘incredibile trasformazione fisica effettuata per girare questo film. Chapeau.

2 – Animali notturni (2016), regia di Tom Ford

animali notturni

Qualcosa di spettacolare. Recita una vita dentro e fuori di un libro quasi come fossero due vite diverse, ma mantenendole sempre legate da un filo sottilissimo che si crea grazie ad un collaborazione impressionante con il regista e i suoi colleghi attori. Un personaggio che assume una serie di volti diversissimi a seconda del tempo cronologico e del tempo della narrazione, per un’interpretazione ancora una volta all’insegna del trasformismo più sfrenato.

1 – Lo sciacallo (2014), regia di Dan Gilroy

lo sciacallo

92 minuti di applausi.

Folle, eccentrico, pazzo, lucido, ossessivo: in questo film Jake Gyllenhaal riassume più o meno tutte le patologie psicologiche negative conosciute. E lo fa solo con lo sguardo. No, non è vero, lo fa anche con i suoi fottutissimi monologhi che lascerebbero di ghiaccio anche un igloo. Questa era sottile. Dicevo che scegliere le posizioni tra la quarta e la seconda era stato difficile, invece per la prima posizione non ha avuto nessun dubbio, perché qui Giacomo supera se stesso, si slega completamente da qualsiasi altro personaggio abbia mai interpretato e diventa un folle lucido pronto a tutto per ottenere il successo (e un posto di lavoro) essendo morboso per il 100% del tempo. Ma ha anche dei difetti. E invece no, è perfetto, è il meglio che si possa chiedere da un attore, è il dio di ogni atto recitativo, è il signore supremo degli sguardi, signori: lui è Jake Gyllenhaal.


Bonus: lammerda

Avevo detto che vi avrei lasciato una chicca in fondo e io mantengo sempre le mie promesse. Che bello scrivere con le frasi fatte, non devi nemmeno sforzati di essere originale o creativo.

Quindi, siccome un vero fan deve avere la capacità e la lucidità di criticare le sue preferenze, qui di seguito vi lascio due film in cui anche Jake Gyllenhaal fa cagare. O meglio, non è per forza lui che fa cagare, ma magari il basso livello del film lo porta a impegnarsi poco e a fare il figlio della merda.

The Day After Tomorrow (2004), regia di Roland Emmerich

the day after tomorrow
Capite?

Non so, qui addirittura lo stesso Jake sembra altamente scosso da quanto il film fa schifo. E quindi boh, complice magari anche ‘sta volta la giovane età e il condizionamento esterno, mette in scena un’interpretazione decisamente sottotono e stereotipata.

Prince of Persia (2010), regia di Mike Newell

prince of persia
Cioè dai, non vi fa ridere?

Non ci siamo proprio. Un film completamente sbagliato e una recitazione senza senso e fuori parte. Intanto: puoi mettere un americano ad interpretare un arabo? E poi cosa sono quei capelli? E quella faccia da non so perché lo sto facendo e mi sono già pentito ma per fortuna mi pagano? Pari un attorucolo da niente che hanno messo a fare la parte perché almeno avevano il protagonista a basso costo. Scegliamoci i ruoli un poco più seriamente, eddai.

jake gyllenhaal
Immagine muta.

Mario Vannoni

Un paesaggio in ombra e una luce calante che getta tenebra su una figura defilata. Un poco inutile descrivere chi o cosa sono io se poi ognuno di voi mi percepirà in modo diverso, non trovate?
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