Film

Mio nonno presenta: L’uomo senza corpo

Nella dedica posta all’inizio del suo romanzo La morte ci sfida (Dead in the West), quel re dei pastrocchi che è Joe R. Lansdale rivela che il suo racconto di zombie e preti killer nel lontano West nasce come un omaggio agli “autentici film dell’orrore di serie B“: Dracula contro Billy the KidLa figlia di Jesse James contro Frankenstein e, appunto, questo L’uomo senza corpo.

Effettivamente Lansdale non inventa niente e la matrice della sua storia è già tutta ne L’uomo senza corpo (Curse of the Undead) del 1959, anche se lui sostituisce gli zombie al vampiro e, differenza abbastanza sostanziale, scrive un romanzo e non un film.

Nel film la situazione di partenza è tipicamente western: un affare losco attorno alle proprietà terriere, lo sceriffo, il medico del paese. In più avvengono misteriosi delitti di ragazze. Il pastore del luogo, giovane e aitante, indaga e si convince che dietro a tutto ci sia la mano del demonio. Il sospetto trova conferma in un pistolero straniero con cinturone in dotazione che non muore mai anche quando spara per secondo dopo un quarto d’ora (mi sa tanto che è un vampiro…). E a raccontare uno straccio di trama mi sono già rotto (poi cosa vuoi raccontare, il film dura settantacinque minuti…).

L’ibridazione col gotico (vampiro a parte, ovvio) è data da atmosfere lugubri, cimiteri oscuri, croci (anche sui proiettili), luna piena tra le nubi. E il pistolero vampiro, come da trazione nella mitologia vampiresca, diventa tale non solo per l’omicidio del fratello ma soprattutto per il suicidio, peccato mortale.

Momento orgasmatico è l’unico effetto specialone dell’ultimo minuto, col corpo vampiresco che si dissolve lasciando solo gli abiti sul terreno polveroso.

Ora, tutte le riserve che si possono avere e i commenti espressi con un ghigno beffardo possono essere tranquillamente rispediti al mittente. L’uomo senza corpo non è un brutto film, semplicemente è un B-Movie vero, come dice Lansdale.

“Realizzato come riempitivo per la seconda proiezione nei double bill o double feature”: nascevano per questo, due film al prezzo di uno. “Allarmante pochezza di mezzi tecnici”: per forza, sono film di serie B, fatti con basso budget e quindi décor di cartapesta. “I personaggi sono quasi caricaturali per quanto poco sfaccettati”: stesso motivo.

Insomma: non è un film all’altezza dei capolavori Universal e non è nemmeno Bone Tomahawk, d’accordo. Trattasi però di uno dei primi (non so se il primo, onestamente) che mescola due generi così distanti, nell’Anno del Signore 1959! Non è poco. Ma soprattutto ci offre lo spunto per una riflessione, banale ma fondamentale: troppo facile (da Tarantino in poi) fingersi cinefili di ultima generazione col nobile proposito di rivalutare il cinema popolare e di genere e abbattere i preconcetti e le categorie stantie di alto e basso… e poi stupirsi se la vera serie B mostra più difetti che altro. I film vanno guardati, non citati citando la citazione di un Autore (Tarantino o Rodriguez o Scorsese o chi volete). Non proseguo nemmeno perché la riflessione, mi rendo conto, è veramente banale e anche vecchia, ma è necessario tenerla presente di fronte a un oggetto come L’uomo senza corpo.

uomo senza corpo

In conclusione, ecco perché il nonno è l’unico in grado di illuminare noi sbarbatelli sul vero senso di film come questi e su quello che rappresentavano all’origine. L’ho appena ripulito dall’ultima evacuazione a tradimento e la dentiera è nuova nuova. Prego nonno:

Cari ragazzi, era il 1959 e il successo di Clis Isvuz era ancora da venire. Al cinematografo parrocchiale questo filmino se la giocava tra Escluso e Adulti con riserva. Ricordo però che Padre Palanca si batté strenuamente per consentirne la proiezione in quanto la creatura del demonio veniva giustamente sconfitta dalla mano di Nostro Signore. Il pastore è protestante ma lo stesso cristiano e gagliardo e infatti ci spara una pallottola con la croce incisa sopra, al vampiro. Nell’ultima fila c’erano i fidanzati che si baciavano, io avevo le mie  Nazionali comprate sfuse e quando il fascio di luce del proiettore si fece strada a fatica nella cortina di nicotina il filmetto cominciò. Era un’americanata, niente a che vedere con Amedeo Nazzari o Carmine Gallone, loro si che lavoravano bene, però era divertente, tutta una roba di ammazzamenti, ma mica violenti come li fanno adesso. Voi siete giovani, non capite un cazzo…

P.s. dopo questo salto indietro nel tempo torniamo ai giorni nostri su Horror Italia 24!

Matteo Macaluso

Nato d'uomo e di donna classe 1993. La natura gli dona una strana erre moscia con cui un giorno conquisterà le masse. Lettere Moderne a Genova. Quando si parla di western perde il senso dell'umorismo. Crede in un solo dio: enricoghezzi.
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