Fino a qualche anno fa, alle rimpatriate con i compagni di liceo si parlava di gnoccoloni e squinzie, del locale dove trascorrere il sabato sera, tutto molto sex, drugs & rock ‘n roll.
Oggi, durante le rimpatriate coi compagni, si finisce a parlare di quanto erano belli gli anni Novanta (ma anche a fine Ottanta non si scherzava mica), di quanto erano ruggenti gli anni Novanta, di quanto erano fighi gli anni Novanta, e dell’appuntamento fisso, al pomeriggio, più precisamente all’ora di merenda, con le serie tv che hanno segnato indelebilmente (in positivo? Mah inzomma, visti i risultati…) i labili neuroni della mia generazione.
Si invecchia, non c’è che dire, se ne parla con la lacrimuccia e il brick di Estathé in mano come ai vecchi tempi, il tutto condito dalle prime avvisaglie della sciatica, e dalla voglia di tornare con la mente a quelle robe che più trash e adorabili non si può.
E allora partiamo con la nostra top ten delle serie tv cult degli anni ’80/ ’90, preparate la confezione dei Kleenex.
- Love me Licia (1986): un cult targato Italia Uno, una roba mostruosa, colorata, romantica, con una Licia – Cristina D’Avena che non potremo mai più dimenticare (perché è stata un trauma, che avete capito?!), alle prese con il fascinoso (?!?) Mirko dei Bee Hive. Solo per il ciuffo rosso fuoco del sopracitato Mirko, e per lo sclerotico cuoco Marrabbio, meritava di essere guardato.
- Xena – Principessa Guerriera (1995): Xena era il mio idolo, lo ammetto. D’altro canto, chi non avrebbe voluto sbattersi il dio Marte (e un sacco di altri quarti di manzo, anche se sul centauro avrei glissato…), sgozzare gente a caso con un cerchio di metallo e star da Dio con una tutina di pelle corazzata? Non c’è altro da aggiungere direi.
- Dawson’s Creek (1998): il primo teen drama da che ho memoria, a mio parere la boiata del secolo, ma sono certa che dopo questa mia azzardata affermazione assisteremo ad una vera e propria insurrezione popolare. In fondo, in questo calderone ci stanno bene anche le paturnie di quelle piaghe di Dawson, Jen, Joey e Pacey.
- Friends (1994): dieci stagioni della serie per antonomasia che vede protagonisti Rachel, Monica, Phoebe, Joey, Chandler e Ross, un gruppo di amici alle prese con le avventure/disgrazie della vita. La serie che, oltre al merito di averci divertito ed emozionato per 10 lunghi anni, ha anche quello di aver lanciato la fidanzatina d’America, la Jennifer (inter)nazionale.
- Baywatch (1991): tutti buoni come il pane (donne e uomini, indistintamente), veri e propri eroi in braghette e costume rossi, panorami mozzafiato, inciuci a go go che manco a Beautiful, e una sola domanda: Newman, perché?! La crudeltà di mettere un pelatino baffuto in mezzo a una mandria di tori da monta. C‘est la vie.
- Una mamma per amica (2000): siamo un po’ più avanti con gli anni, ma sono certa che, a tutte le fanciulle della mia leva (’89) o giù di lui, sentendo parlare di Lorelai e Rory, LA mamma e LA figlia per eccellenza, non potranno non venire i lucciconi agli occhi. Una storia semplice sorretta da un cast perfetto, personaggi in grado di bucare lo schermo e diventare parte della famiglia.
- Beverly Hills 90210 (1990) e Melrose Place (1992): due serie cult piuttosto simili tra loro, le prime cotte, i primi baci, le prime incazzature ma, se Beverly Hills si poteva guardare tranquillamente, nel caso di Melrose Place ricordo l’implacabile censura materna per le scene un po’ più “spinte”, almeno per l’epoca (altroché Game of Thrones e Spartacus!).
- La signora in giallo (1984): al giorno d’oggi mi ridicolizzano la Jessica con i meme su Facebook, ma dobbiamo riconoscerle che, quando si parla di giallo, ci viene subito in mente lei: porterà pure un po’ sfiga, ve lo concedo, ma Angela Lansbury resta sempre un mito.
- Willy il Principe di Bel Air (1990): oggi lo vediamo in ruoli impegnati come Alì e Chris Gardner de La ricerca della felicità, ma per me il bel Will Smith rimarrà sempre, sotto sotto, il principe di Bel Air, con le inchiavabili tute da basket stile Diadora, il cappellino sulle ventitré, il cugino Carlton (i suoi balletti rimangono una pietra miliare del piccolo schermo) e lo zio Phil.
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