Serie TV

New Girl – La generazione di bambinoni che ci piace

LA MISANTROPIA

Avete presente quel momento in cui rannicchiati sul divano avete appena finito di vedere il film della vita o la serie perfetta, scorrono ancora i titoli di coda, e già sentite crescere dentro di voi non il desiderio ma il bisogno di farlo vedere a tutti? Siete così entusiasti della scoperta che iniziate a promuovere il capolavoro in modo molesto un po’ con chiunque vi capiti a tiro.

Come quando diventò lo scopo della mia vita far conoscere ad amici e nemici, parenti, affini e vicini di casa la prima (la PRIMA, ragazzi) stagione di True Detective, possibilmente in lingua originale perché porca miseria in questo caso serve. Scusate, abitudine…

Poi un giorno arriva qualcuno appartenente a una delle sopracitate categorie di soggetti, giura e spergiura di aver visto qualcosa che ha potenzialmente cambiato la sua vita, qualcosa che dovete assolutamente vedere. E dopotutto… voi molestate tutti affinché guardino quello che dite voi e come dite voi, sarebbe giusto concedere una possibilità a quello che vi propongono gli altri, no?

 

NO.

Se stai leggendo e soffri del mio stesso disturbo: fatti avanti, parliamone.

Insomma che mi sono autodiagnosticata una cronica mancanza di fiducia nei gusti altrui. Probabilmente risale ai tempi in cui alle elementari era la tipa della biblioteca a scegliere i libri “più adatti alla mia età”, che io, per partito preso, detestavo.

Tutta questa premessa perché? Perché mi hanno consigliato New Girl

L’idea del cazzo

Ecco la situazione: è giugno, c’è la sessione estiva da preparare e fa un caldo terrificante. Faccio contenta mia cugina e guardo qualche episodio di questa sitcom che sicuramente non mi piacerà? Dai si può fare.

Ecco è quello che si dice avere un’idea del cazzo. Il perché lo spieghiamo dopo. Intanto: di che parla New Girl?

Jessica “Jess” Day, aspirante coinquilina, spiega a tre attoniti ragazzi perché cerca casa in fretta e furia. Volendo fare una sorpresa sexy al proprio fidanzato, si è presentata in anticipo e molto nuda a casa, trovandolo in compagnia dell’amante. Da notare, il pilot si apre con questa orribile figura di merda, ma non è che la prima: la serie è costellata di figuracce e momenti di puro esilarante imbarazzo. La ragazza, non potendo restare a casa della bellissima migliore amica Cece, che vive con le colleghe modelle psicologicamente instabili, deve quindi convincere i tre abitanti del loft a lasciarla vivere lì. E loro dovranno non solo abituarsi a vivere con una donna, ma abituarsi a vivere con Jess.

WHO’S THAT GIRL? IT’S JESS! *musichetta della sigla*

Negli horror c’è sempre… c’è una ragazza che dice “Oh mio Dio, nello scantinato c’è qualcuno! Ora scendo a vedere che succede in reggiseno e mutandine e senza accendere la luce!” e tu pensi “Qual è il tuo problema? Chiama la polizia!” Ma è troppo tardi perché la stanno già uccidendo. Beh, la mia è una storia del genere.

Eccentrica maestra dal fascino leggermente retrò, Jess ama cantare da sola, fare figuracce e balletti improvvisati, dispensare abbracci, citazioni de Il Signore degli Anelli e affetto a chiunque le capiti intorno. Un occhialuto unicorno, insomma. E pensereste che la cosa risulti fastidiosa, ma non è affatto così!

Non posso averne la certezza… ma sì, ho la certezza che chiunque abbia creato il personaggio di Jessica Day doveva avere in mente Zooey Deschanel.

Non è che mette solo allegria, ti fa proprio venire voglia di andare a cercare uno a uno tutti gli stronzi e le tipe della biblioteca in cui ti sei imbattuto nella tua vita, farci pace e rendere il mondo un posto migliore.

Siamo tutti suoi fidanzati. Siamo mormoni al contrario. Un uomo non è abbastanza per lei.

E poi ci sono gli abitanti del loft: Winston, Schmidt e Nick.

 

Il primo (Lamorne Morris) è un ex giocatore di basket, che deve fare i conti con il ritorno alla vita normale e con l’amore ossessivo per il suo gatto Ferguson (nel pilot il suo posto era occupato dal personal trainer Coach, che sarà presente saltuariamente per tutte le stagioni, interpretato da Damon Wayans Jr, figlio di quel Michael Kyle di Tutto in famiglia).

 

Schmidt (Max Greenfield), il cui nome di battesimo rimane un mistero per la maggior parte della serie, è un donnaiolo ebreo, maniaco dell’ordine e dalla sfuriata facile. Potrebbe sembrare la trasposizione dell’impareggiabile Barney Stinson, ma è in realtà molto diverso: elegante solo sul posto di lavoro, nevrotico e casalingo fino al midollo, non ha ancora superato il trauma di essere stato obeso per quasi tutta la vita e per questo emarginato e rifiutato dalle donne.

 

 

 

E poi Nick. Laurea in giurisprudenza e abilitazione da avvocato, lavora come barista. Scontroso, pigro, aspirante scrittore, nemico dell’ordine e amante della birra, è interpretato da Jake Johnson ed è la versione umana del grumpy cat.

Sì, è il mio preferito.

 

Non sono bravo a fare il fidanzato, sono bravo ad essere il ragazzo con cui ti ritrovi a passare sempre più tempo finché non conosci tuo marito!

La combriccola è poi infoltita da un nutrito gruppo di personaggi secondari che entrano ed escono dal loft e dalle vite dei protagonisti. Per esempio la mancanza (che si fa sentire eccome) per alcune puntate di Jess, impegnata a fare la giurata in un processo, viene sopperita dall’ingresso nel cast di Megan Fox che… no, in effetti non stupisce con doti tenute fino ad ora nascoste, ma di certo attira l’attenzione del pubblico maschile. E a tale scopo di certo non guasta la presenza per diverse puntate della vicina di casa sexy Alexandra Daddario, che scatena un’incomprensibile gara a chi fa pipì più lontano tra i ragazzi del loft.

Ragazzi, questi qui sono davvero imbarazzanti, dei perdenti, ma soprattutto ti costringono a pensare continuamente “Oddio questa sono io tra pochi anni se non mi alzo subito dal divano”. Ti ci rivedi a un livello spirituale.

Davvero, provare per credere.

La generazione dei bambinoni

Sono troppo grandi per giocare a Vero Americano (un gioco completamente inventato e folle) e reggere tutto quell’alcool senza morire il giorno dopo ma lo fanno ugualmente. Hanno bisogno che sia la mamma, nascosta dietro le lettere di un finto Michael Keaton, a dir loro come smettere di autodistruggersi col cibo. Stringono strambi legami coi barboni della città ed è a loro che chiedono consiglio nei momenti in cui gli amici non bastano e urge l’opinione di un senzatetto degno di questo nome.

Da soli, senza contorno, sono la vera forza della serie, con tutta un’incessante serie di situazioni paradossali in cui solo un gruppo strampalato come questo potrebbe imbattersi. Come una festa a casa di e con il vero Prince o una notte passata a casa di un ragazzo conclusasi con la poco compromettente creazione di un musical sugli animali della foresta o una fuga in Messico per vivere a spese di un resort vicino.

 

New Girl è la serie degli indecisi, dei Peter Pan che non si arrendono all’età anagrafica per il semplice motivo che non riescono, nonostante gli sforzi, a capire quale sia il loro posto. E sono strani, affascinanti, quelli che sanno “già” chi sono e cosa vogliono dalla vita. Ma sono molto molto più noiosi.

Lungo le 6 stagioni, che credetemi si buttano giù come un bicchiere d’acqua quando (tipo ora) fa troppo caldo, tra avventure, disavventure e soprattutto tra tante figure di merda i bimbi sperduti dovranno trovare il loro posto nel mondo dei grandi.

Perché è stata un’idea del cazzo

Ma sono certissima che lo abbiate capito. Vi pare l’articolo di qualcuno che ha iniziato una serie che prima o poi continuerà quando avrà più tempo? Magari dopo gli esami? L’analisi di una persona intelligente che sa quale sia la durata media, a giugno, di una “pausa dallo studio”?

NO.


P.s. se siete fan della serie, fate un salto dai nostri amici di New Girl Italia e Nick e Jess New Girl Italy!

Rosa Bartolone

Lettrice appassionata, fotografa dilettante, ladra di cioccolata con l'inutile talento di ricordare a memoria ogni battuta dei film che più le piacciono. Habitat naturale: primo volo per ovunque (o divano e Netflix, dipende..)
Back to top button