Nip/Tuck letteralmente significa “taglia e cuci”, e riassume ciò che fanno i due protagonisti nella vita: i chirurghi plastici. Anche se in realtà la chirurgia è un’attività marginale nelle loro giornate, divise fra sesso, droga, crimine, sesso, paranoie, sesso, alcool, sesso, sesso.
La serie ideata da Ryan Murphy nell’ormai lontano 2003 è andata in onda per ben sette anni, per un totale di sei stagioni di cui l’ultima divisa in due tranches, e cento episodi, ognuno dei quali prende il nome dalla cartella clinica di un paziente.
Tra le altre cose, nel 2005 si è beccata un Golden Globe, ma naturalmente in Italia è andata in onda in fasce orarie improbabili: troppa trasgressione per un paese in cui il massimo che si è riuscito a girare in termini di serie televisive è stato Don Matteo. Quello che da noi non è stato capito è che Nip/Tuck è ben lontano dall’essere un inno alla vita spericolata, al contrario: è un affresco spietato della decadenza dei quartieri alti americani (prima di Miami e poi di Los Angeles) e delle derive esistenziali dei suoi abitanti.
Ma andiamo con ordine: la prima puntata della prima stagione ci presenta le vite in parallelo di Sean McNamara, interpretato da un Dylan Walsh perfetto per il ruolo, e Christian Troy, cucito su misura per Julian McMahon – che chissà perché al di fuori di Nip/Tuck ha fatto solo scemenze come Streghe e Shark 3D. I due sono colleghi ed amici di vecchia data, anche se diversissimi: Sean è preciso ed abile quanto Christian superficiale e poco motivato, Sean marito devoto quanto Christian egoista e puttaniere incallito, Sean scialbo padre di famiglia quanto Christian bello come un dio. È facile intuire chi dei due abbia la vita – sessuale, ma anche in senso lato – più divertente. I due sono uniti da Julia, la moglie di Sean, al secolo Joely Richardson, che pure avrebbe voluto fare il medico se non fosse che ai tempi che furono restò incastrata in una gravidanza inaspettata – motivo per cui sposò Sean e rinunciò agli studi. Naturalmente, anche Christian all’epoca era stato a letto con Julia, e naturalmente Sean non ne sa niente.
Altri personaggi fondamentali: Matt (John Hensley), ufficialmente figlio di Julia e Sean, tipico adolescente disturbato e fastidiosissimo; Liz (Roma Maffia), l’assistente lesbica dipendente della McNamara/Troy; Kimber (Kelly Carlson), modella biondissima e scemissima che ovviamente si accompagna spesso a Troy; Gina (Jessalyn Gilsig), che oltre ad essere biondissima e scemissima è pure un filino psicopatica, e che pure ha spesso a che fare con Troy; Ava (Famke Jannsen), scabroso transessuale destinato a portare scompiglio nelle vite di tutti quanti.
E fin qui sembra una soap opera, non fosse che in Nip/Tuck le dinamiche familiari, pure intricatissime, sono del tutto secondarie rispetto al resto: per dirne una, la prima stagione è incentrata sul super criminale Escobar Galliardo (Robert LaSardo), un sudamericano che decide di farsi cambiare i connotati per meglio svolgere i suoi traffici. Fanno da contorno tumori, separazioni, torture, gravidanze indesiderate, violenze varie ed eventuali e chi più ne ha più ne metta. O ancora, il protagonista indiscusso della seconda e della terza stagione è un tale che per hobby sfigura, violenta e massacra tutti i bellissimi della città, tra cui gli stessi Christian e Kimber, e che si fa chiamare il Macellaio.
Ma il vero protagonista di tutte le stagioni è lo star system con tutti gli annessi e connessi: il denaro, la sregolatezza, il crimine, l’assenza di legami autentici. Da una costa all’altra del continente, la storia non cambia: Nip/Tuck è la descrizione senza anestetici della ricerca della bellezza ad ogni costo, e dei pericolosissimi e affascinantissimi Dorian Gray che questa ricerca può generare.
Se il plot ogni tanto manca di realismo, la pecca è compensata dal livello della recitazione, sempre altissimo, e dal clima vuoto e decadente che permea tutta la serie.
L’unico barlume di speranza è dato dal rapporto fra i due chirurghi, che nonostante siano sempre sull’orlo della rottura, riescono ogni volta a fare quel lavoro di rammendo che dà il titolo al tutto. Questo fino alle battute finali, quando le scelte di vita operate sulle note di All I Know di Art Garfunkel vi faranno esaurire le lacrime.
Nip/Tuck ci presenta un mondo che più è scintillante e più cela schifezze, ma che nessuno sembra voler cambiare. Perché diciamocelo: per quanto sporchi, sesso, soldi e potere piacciono a tutti.
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