“Stanno stretti sotto i letti sette spettri a denti stretti”.
Arriverà nelle sale a settembre 2017, ma se ne fa un gran parlare da anni; ha già avuto parecchie noie produttive, ha cambiato regista (passando dal Cary Fukunaga di True Detective ad Andres Muschietti) e subito varie revisioni ancor prima di essere girato. È il film che ogni amante di Stephen King sta aspettando dal 1990, ovvero da quando uscì il relativo film per la televisione (scarsino a dire il vero): è It, semplicemente l’incubo più nero mai uscito dalla penna dello zio Stephen.
Per quei tre che non sapessero di cosa si parla eccovi un suntino: a Derry, una cittadina immaginaria del Maine, ogni 27 anni si risveglia un mostro millenario che va a caccia di bambini nutrendosi delle loro paure primigenie. It ha il potere di tramutarsi nelle peggiori paure di chi gli sta di fronte, ma nella maggior parte dei casi si mostra nei panni di Pennywise, il clown danzante. Ad opporglisi ci saranno sette ragazzini che si autodefiniscono “il club dei Perdenti” che, dopo averlo combattuto da ragazzini, dovranno riunirsi 27 anni dopo, ormai adulti e forse incapaci di credere in loro stessi e negli altri al punto da fermare It.
It e i sudori freddi
Cominciamo dall’inizio, ovvero dalla paura maledetta che questo film instilla prima di uscire, una paura non dettata dalle gesta di Pennywise, ma dalla possibilità che il film si risolva in un secondo fallimento, votandosi allo spavento facile e all’appiattimento di tutti quei risvolti che rendevano il romanzo monumentale. La trasposizione degli anni ’90, per quanto pacchiana (soprattutto la seconda parte), ci poteva in fondo in fondo stare se calcoliamo che il mondo televisivo di allora non era neanche paragonabile a quello odierno e il budget era quello che era. Questa trasposizione arriva invece 27 anni dopo (esattamente come nel romanzo It torna a infestare Derry ogni 27 anni), arriva sul grande schermo, con attori giovani e trascinandosi dietro un’aspettativa che si massifica giorno dopo giorno.
It è semplicemente il film che tutti noi fan di King stavamo aspettando, anche più della Torre Nera. Ecco quali sono i punti nodali in cui il film non deve assolutamente fallire…
1 – Crudeltà: It è, prima di ogni cosa, un horror, un horror scomodo da trasporre sul grande schermo però, perché ha per protagonista un mostro che uccide perlopiù bambini. Qual è il punto? Che al cinema di bambini scannati male se ne vedono ben pochi. Non che sia feticcio di chi scrive vedere infanti straziati, ma il punto nodale è proprio questo: It fa paura perché è l’orco cattivo delle fiabe, il cacciatore, l’incubo nero dell’infanzia: se ti prende ti magna. Se si risparmia allo spettatore la sua crudeltà, se non la si mostra, allora tutto crolla, rimane solo il grottesco pagliaccio che potrebbe sembrare una scopiazzatura di Freddy Krueger. It funziona solo se lo si mostra per l’orco sanguinario che è. Da quello che è trapelato fino ad ora il film sarà vietato ai minori di 13 anni. Vedremo se sarà sufficiente.
2 – L’atmosfera infantile: secondo punto nodale è l’infanzia. Tutto ciò che in It non è horror, è un meraviglioso affresco di quell’età liminare tra infanzia e adolescenza, quel momento in cui le cose cominciano a cambiare, quando i padri cominciano a pretendere che le figlie si coprano di più e i maschietti cominciano a sentire strambe pulsioni mai sperimentate. Quello che si richiede a questa trasposizione dunque è di ricreare in parte l’effetto Stand by Me, ma amplificandolo, perché da questa dipende la complessità dei sette membri del club dei Perdenti (tra i quali figura il giovane attore Finn Wolfhard, star di Stranger Things, nei panni di Richie Tozier).

Mixare le storylines¹: It è composto da numerose storylines che si intrecciano. Sarebbe complicato riassumerle tutte, anche perché ogni personaggio ha capitoli a lui/lei dedicati. In generale però possiamo dire che esistono due macro-regioni temporali intrecciate tra loro attorno alle quali si svolge la storia: quella del 1957-58 (quando i Perdenti affrontano It da bambini), e quella del 1985 (quando lo affrontano da adulti). Oltre a queste ci sono spesso digressioni sulla storia di Derry, di come It l’ha sempre condizionata facendo sfociare eventi pubblici in bagni di sangue e dimostrando come la sua natura malvagia avesse da sempre intaccato l’integrità dei cittadini.
Ora, mentre nella trasposizione del 1990 si separavano nettamente le due parti, speriamo tutti che Muschietti e la produzione siano stati abbastanza saggi da seguire la traccia del romanzo facendo procedere le due storylines in parallelo, mostrandone somiglianze e differenze.
Mixare le storylines²: come detto all’interno del romanzo, oltre che le linee temporali, i vari capitoli hanno una diversa focalizzazione sui diversi personaggi, soprattutto quelli del club dei Perdenti. Compito del regista sarà anche saper tratteggiare adeguatamente i sette protagonisti in modo che nessuno di essi sembri secondario, così come nel romanzo nessuno di loro sette è meno approfondito degli altri.
Ricreare Derry: la cittadina sarà fondamentale per riuscire a rendere al meglio l’atmosfera di It. A metà tra le villette a schiera di Edward mani di forbice e il Texas di Non è un paese per vecchi, Derry dovrà sembrare il trionfo del perbenismo sotto al quale si muove una violenza sottile e feroce, che lega It e tutti gli abitanti come un filo rosso.
Pennywise: ultimo punto, ma non per importanza. Se c’è un merito che va alla trasposizione televisiva del 1990 è la straordinaria performance di Tim Curry, un Pennywise apparentemente insuperabile. A sfidarlo c’è il giovane e semisconosciuto Bill Skarsgård che dovrà riuscire a restituire la malvagia follia e l’istrionismo di uno dei personaggi più terrificanti dell’immaginario popolare. Riuscirà nell’impresa? Il nuovo look sembra parecchio figo, non resta altro che vederlo all’opera.
Il film in sé, dunque, è una grandiosa scommessa e – a quanto si può sapere fino ad ora – verrà diviso in due parti. Speriamo bene e incrociamo le dita, perché un romanzo come It merita la miglior trasposizione possibile e il suo pubblico ha tanta voglia di emozionarsi di nuovo per la lotta tra i Perdenti e It. Non ci resta che aspettare settembre e ripeterci che stanno stretti sotto i letti sette spettri a denti stretti.
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