Film

Noi (Us) – Cronaca di un film fatto di luci e di ombre

Di tutti i mantra strampalati di Barney Stinson, quello che più mi è rimasto in assoluto da How I Met Your Mother è “Il nuovo è sempre meglio!”. Un detto molto alla Aldo, Giovanni e Giacomo, tornatomi prepotentemente alla memoria mentre riflettevo e rimuginavo sull’ultimo film di Jordan Peele, Noi (Us in originale).

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Mi è tornato in mente soprattutto perché io, come Barney, ho diversi codici di vita non scritti. Quello più importante recita: “Se un film riesce a farti uscire dalla sala pensieroso, ha fatto il suo dovere; bello o brutto che sia”. Condivisibile o meno, questo credo ha trovato conferma con Noi: una scatola colma di sensazioni contrastanti che viaggiano su e giù per la mia testa. Me l’aspettavo sarebbe andata a finire così, non ci si poteva aspettare altro da regista di Get Out

La storia

1986. Spiaggia di Santa Cruz nel Nord della California. La famiglia Thomas è a un luna park: mamma e papà sembrano in crisi, litigano in continuazione e basta un attimo perché la piccola Adelaide si allontani, perdendosi per il litorale poco prima di un temporale. Alla ricerca di un riparo, Adelaide entra in una casa degli specchi dove avverrà un traumatizzante incontro. Noi ci porta poi ai giorni nostri, dove la ragazzina impaurita è cresciuta e ha messo su famiglia; una famiglia borghese afroamericana, ignara di quello a cui andrà incontro tornando a Santa Cruz per le vacanze estive.

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Qui mi fermo, tanto delle copie ne hanno sentito parlare anche i sassi e vorrei evitare di incappare in spoiler gratuiti; Noi non merita assolutamente di vedersi rovinata l’esperienza al “buio”.

Jordan Peele

Mentre mi sedevo in sala sapevo già che questo non sarebbe stato un horror canonico o qualsiasi; Peele ha già dimostrato una vena artistica unica e autoriale con il suo film d’esordio e chi avrà pensato di avere a che fare con un pop-corn movie, ne sarà rimasto di certo deluso. Forse solo in parte.

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Qui il regista americano, pur mantenendo una continuità di genere con Get Out, amplia la propria visione e sperimenta coraggiosamente alla sceneggiatura: la critica sociale non coinvolge solo le famiglie abbienti, Noi ha uno sguardo apocalittico molto più alla Carpenter per intenderci, che emerge poco a poco da una scrittura efficace, ma meno coesa. Peele osa, grazie a una messa in scena mozzafiato e movimenti di macchina perfetti; in questo caso la trama risulta però un po’ più sporca ed ermetica, infarcita di citazioni pop e simbolismi a volte anche troppo espliciti (un cartello con scritto “Trova te stesso”). Il grottesco la fa da padrone, fino a risultare fuori luogo, soprattutto quando smonta la magnifica tensione che aleggia per tutta la prima parte.

Di sicuro Noi andrà rivisto per godere appieno di tutte le soluzioni narrative, ottime o rivedibili che siano. Tenete conto che questi sono pensieri a “caldo” dopo una sola visione.

Gli attori

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Jordan Peele è un gigantesco direttore d’orchestra: dai giovani attori (semi) esordienti a Lupita Nyong’o in partissima per un doppio ruolo da protagonista… Ognuno a modo suo brilla, nessuna eccezione. Prendere come esempio Elisabeth Moss su tutti, che, nonostante il poco screen time, si divora la scena con uno sguardo che vale l’intera pellicola. Noi ha nel suo cast un punto di forza non indifferente; personaggi forse troppo eccessivi, conditi da performance troppo cariche… ma l’anima da commedia-macabra del film vuole proprio questo. Piaccia o meno.

Luci e ombre

Come detto poco fa, oltre alla critica e alle implicazioni sociali in pieno (di quello che è ormai con certezza) stile Peele, qui le chiavi di lettura diventano molteplici: Noi tiene nascosto per la prima ora e mezza in modo subdolo la terrificante verità di thriller psicologico fenomenale, spacciandosi semplicemente per un “buon” home invasion.

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La realtà è quella di una famiglia afroamericana persa nel vuoto di una vita agiata e borghese da bianchi odiosi; è quella di un mondo più che mai ipocrita, diviso e sull’orlo di una rivolta. Noi è la sconfitta del buonismo ed è la vendetta degli illusi dal sogno americano e dal secondo mandato di Obama; la sensazione è quella di aver assistito a un racconto capace di scavare nel profondo delle paure fanciullesche come il buio e la solitudine, riuscendo a legarle con quelle più adulte del timore verso il prossimo e di tutto ciò che è diverso da noi. Da loro. Da tutti e di tutti.

Oltre a tutte queste mie pippe mentali e masturbazioni cinefile, al sodo non tornano dei tempi gestiti con il buco del culo non per il meglio e quell’eccesso di vena ironica che proprio non sono riuscito a farmi andare giù. Senza fare spoiler poi, il colpo di scena finale risulta sì di grande effetto, ma un pochino telefonato per lo spettatore più attento; anche l’idea di mescolare tra loro queste tematiche lascia molto in sospeso e non chiude nulla per davvero. Quanto avrei voluto che il focus si concentrasse di più sulla seconda parte del film… MA NON POSSO DIRE NULLA, MANNAGGIA! Correte a vederlo al cinema e dopo ne riparliamo insieme… dove e quando volete!

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Tiriamo le somme

Noi è un film fatto di luci e di ombre (in tutti i sensi possibili): un’opera rischiosa, che parla agli occhi e alle orecchie grazie a una fotografia spaziale e a una colonna sonora martellante; un progetto fascinoso, ma non il capolavoro privo di difetti di cui tutti parlano. C’è tantissimo materiale interessante che va rivisto e riletto solamente a una seconda visione. 

La mente di Peele ha partorito un film imperfetto, azzardato e proprio per questo avrei voluto provare molta più paura. Molto più terrore. Tipo quello da non dormire per una settimana una volta arrivato a casa. Gusti personali a parte, Noi rimarrà un gioiellino dell’horror moderno, un dibattito aperto per gli amanti del genere… ma soprattutto è la conferma di un nuovo unico grande autore.

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Vi lascio con una citazione presa direttamente dal film, il passo biblico di Jeremia “11:11”:

11 Perciò, così parla l’Eterno: Ecco, io faccio venir su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò.

Anche Dio ha voltato le spalle a tutti Noi.

Davide Casarotti

Antipatico e logorroico since 1995. Scrivo di Cinema da quando ho scoperto di non saper fare nulla. Da piccolo volevo fare il cuoco, crescendo ho optato per il giornalista; oggi mi limito ad essere pessimista, bere qualche birra con gli amici e andare al Cinema da solo. Giuro, non sono una brutta persona.
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