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Perché Leonardo DiCaprio non merita l’Oscar

Leonardo DiCaprio: Oscar o non Oscar? Questo è il dilemma.

Oscar 2016

A febbraio c’è chi si emoziona per Sanremo, chi per il SuperBowl e chi per la Settimana della Moda; i più mainstream vanno in brodo di giuggiole per San Valentino. Essendo snob, io non seguo quasi niente di tutto ciò (anche se gli abiti belli e i bei ragazzi che fanno sport da contatto hanno sempre una certa presa sulla sottoscritta) mentre impazzisco letteralmente per gli Oscar. Chiedetelo pure a famiglia e amici se questo non è il mio argomento di conversazione preferito da tre settimane.

Ma stendiamo un velo pietoso e andiamo avanti.

La notte tra il 28 e il 29 febbraio, il Dolby Theatre di Los Angeles ospiterà l’88° edizione degli Oscar – in Italia potremo seguire la consegna trasmessa in diretta sul canale Sky Cinema Oscar e in chiaro su TV8 (la ex MTV), a partire dalle 23.00. Chissà se quest’anno riuscirò ad andare oltre alla parata sul red carpet o se, come al solito, mi addormenterò sul divano con la promessa di guardare lo streaming la mattina dopo per evitare spoiler.

Come ogni anno, anche le candidature del 2016 hanno ricevuto la loro sana dose di critiche, dato che moralizzare e scandalizzarsi per ogni cosa sembra essere l’ultimo dei trend. Sto parlando della polemica #OscarSoWhite, che tra video e post al vetriolo ha infiammato il web per qualche tempo. Non ho intenzione di soffermarmi sulla diatriba bianco vs. nero (soprattutto perché la ritengo molto ignorante e troppo vittimista), bensì su un tema molto più importante e di spessore. Ovvero: riuscirà Leo a vincere l’agognata statuetta?

Leonardo Di Caprio

Ironia a parte, ammettiamolo: è questo l’interrogativo che più o meno tutti gli appassionati di cinema si pongono da che sono uscite le nomination. Sarà l’anno buono o rimarrà di nuovo a bocca asciutta? L’incetta di premi che DiCaprio sta facendo in queste settimane (Golden Globe, SAG, Critic’s Choice Movie Awards, Bafta e compagnia bella) sembrano definirlo come vincitore assicurato dell’Oscar per miglior attore, ma si sa che da vent’anni a questa parte l’Academy si diverte a tirargli dei bidoni incredibili. Tra video ridoppiati e fotomontaggi esilaranti, Leonardo DiCaprio è forse l’attore più canzonato di questa edizione dei Premi – e dopo dieci candidature risoltesi in un pugno di mosche, purtroppo le prese in giro sono il minimo.

Io, essendo stata adolescente negli anni ’90, sono cresciuta con il mito di Leo e della sua bellezza efebica. Probabilmente era già bravo allora, ma in Titanic della sua bravura non fregava a nessuno. Era bellissimo, punto. E nessuno si era accorto che brillava già in film precedenti, come in Ritorno dal Nulla, del 1995 (e infatti noi ve lo abbiamo consigliato qualche giorno fa). Poi siamo maturati entrambi: io sviluppando un certo gusto per i film impegnati; lui trasformando quel suo bel volto angelico in pellicole sempre più difficili. Ho scoperto che sotto i capelli biondi si nascondeva un attore eccezionale, un uomo in grado di trasfigurare se stesso, impegnando anima e corpo in quello che ama e che sa fare alla grande. E di questo impegno ha dato prova nel film che lo accompagna agli Oscar, The Revenant (trovate la nostra recensione proprio qui). Girato a temperature estreme e in condizioni fisicamente impossibili per tutti, è la pellicola che potrebbe finalmente regalargli la vittoria.

Leonardo Di Caprio in The Revenant

E io sarei anche d’accordo, dategli la statuetta che se la merita. Ma non per questo film. Chiariamoci: la sua interpretazione è incredibile. Pur parlando pochissimo, DiCaprio riesce a trasmettere tutta la gamma di emozioni che lo tengono (redi)vivo attraverso la forza di un solo sguardo, di un solo gemito sofferto. Ma The Revenant è un film girato per soddisfare le esigenze artistiche del suo regista e in cui l’attore si è piegato a queste richieste. È un esercizio di stile in cui le innumerevoli fatiche sfighe subite del protagonista ci fanno dimenticare la sua interpretazione. È come se un bel giorno Leo avesse chiesto al suo agente come fare a vincere la statuetta e lui gli avesse risposto: mangia un fegato crudo e fatti molestare da un’orsa, vedrai che l’Oscar ce l’hai di sicuro.

DiCaprio è un bravissimo attore, uno dei migliori della sua generazione, e di premi avrebbe già dovuto riceverne a bizzeffe (vogliamo parlare dell’esclusione di Leo dalla candidatura per The Departed? No, non vogliamo), ma dargliene uno per questo film sarebbe una presa in giro.

Academy, please, datemi retta: premiate Leo per la sua brillante carriera, ma poi basta con queste sviste. A me di quelle cose che piacciono tanto a voi della giuria come temperature rigide, folli perdite di peso o cambi di sesso, non importa niente. Sarò banale ma a me interessano quei film in grado di smuovermi qualcosa dentro, e The Revenant, purtroppo per DiCaprio, non è uno di questi.

Fate un salto su La Notte degli Oscar 2016

Giulia Cipollina

28 anni, laureata, lavoro in un negozio di ottica e fotografia. Come se già non bastasse essere nerd: leggo tanto, ascolto un sacco di musica e guardo ancora più film - ma almeno gli occhiali per guardare da vicino posso farmeli gratis.
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