La maggior parte di voi saprà che quel bellissimo cartone animato della Disney intitolato Il gobbo di Notre-Dame è basato su un immenso capolavoro della letteratura ottocentesca: Notre-Dame de Paris di Victor Hugo. Ognuno di noi (ammesso e non concesso che abbia avuto un’infanzia felice) conserva nella propria memoria quell’immagine grottesca, ma al tempo stesso affascinante, di Quasimodo, il gobbo protagonista del cartone animato: questo perché mamma Disney è stata sublime ed efficacissima nel raccogliere l’eredità lasciata dal romanzo di Hugo e, grazie ad una grande abilità di scelta contenutistica, a renderla nella fiaba che tutti i bambini amano.
Ma com’è possibile che un romanzo di tale complessità sia stato trasformato in una fiaba per fanciulli con così estrema efficacia? Andiamo a vedere insieme i 5 elementi che hanno reso possibile tale metamorfosi.
La catastrofe era più prevedibile del successo: il romanzo di Hugo è un’opera complessa, densa, cupa, ricca di temi tutt’altro che fiabeschi. Ma è per questo che la Disney ha scelto quali elementi mantenere uguali o comunque simili all’opera originale e quali, invece, modificare per inserirli sullo schermo senza disturbare la visione dello spettatore giovane. Ne risulta dunque che Il gobbo di Notre-Dame è un’opera per molti aspetti differente da quella di Hugo. Ma ciò non rappresenta un problema e anzi rende il cartone animato il capolavoro che è.
Per questi motivi, quindi, ogni elemento che vi presenterò in analisi sarà esaminato sia in rapporto alle somiglianze al romanzo, sia alle differenze che presenta con lo stesso. Tutto chiaro? Possiamo cominciare.
Notre-Dame
Partiamo da quello che è il fulcro di tutta l’opera di Hugo: la cattedrale dominata dai gargoyle.
Analogie
Nel cartone animato è rappresentata con una fedeltà impressionante. Chiaro, ovviamente, che i registi Gary Trousdale e Kirk Wise e i loro collaboratori non si sono basati solo sulle accurate descrizioni che Hugo fornisce dell’opera architettonica, tuttavia bisogna anche considerare che la Notre-Dame che possiamo ammirare noi oggi è per certi aspetti completamente diversa da quella del 1482 (anno in cui sono ambientati il romanzo e il cartone), aspetto che lo stesso Hugo sottolineava con particolare enfasi. Indi per cui posso affermare che la rappresentazione della cattedrale è fedele in ogni virgola a quella rappresentata da Hugo, sia negli interni che negli esterni.
Differenze
La principale differenza sta invece nel ruolo che la cattedrale assume all’interno delle due opere. Come abbiamo già detto, in Notre-Dame de Paris essa è il centro dell’intero romanzo, motivo per cui acquisisce un forte valore simbolico attorno al quale Hugo costruisce tutti i suoi personaggi. Ne Il gobbo di Notre-Dame invece il ruolo della cattedrale è pressoché nullo: è il luogo in cui Quasimodo vive e il luogo in cui Esmeralda trova rifugio dai soldati in quanto all’interno di essa vige il diritto di asilo. Gli uomini vorrebbero, al contrario, trovare rifugio in Esmeralda, ma lei, dall’alto delle sue immense doti di maestro Kung-Fu, li scaccia tutti. Tranne Febo, lui è un tesoro. Motivo dunque di demerito per la Disney? Assolutamente no. Non bisogna mai dimenticarsi che il cartone animato è BASATO sul romanzo, non ne è la trasposizione cinematografica filologicamente fedele. Ergo quelli della Disney hanno tutto il diritto di scegliere quali elementi mantenere e quali invece modificare. Ma in questo caso che senso avrebbe avuto mantenere la centralità tematica della cattedrale? Il focus piuttosto che sulla cattedrale nel cartone animato è su Quasimodo; la scelta contraria avrebbe prodotto un appesantimento inutile per un film d’animazione. Non che i gargoyle siano esattamente rassicuranti…
Febo (Phoebus de Chateaupers)

I belloccio, il seduttore, il capitano delle guardie reali, colui che si scopa la Esmeralda. Vi siete mai chiesti cosa fa la capretta Djali mentre Esmerlda fa sesso?
Analogie
Phoebus (o Febo, nel cartone animato), in entrambe le opere, conquista la splendida Esmeralda ed è inoltre rappresentato come uno stupido idiota. No dai, senza esagerare. È evidente però che Hugo nel corso del romanzo gli rivolge continuamente imbeccate e perculate silenziose atte a sottolineare quanto egli ecceda molto più in bell’aspetto che in intelletto; così come è evidente che nel cartone animato sia rappresentato, almeno nelle fasi iniziali, come un sempliciotto non particolarmente acuto.
Differenze
Ne Il gobbo di Notre-Dame però egli è dotato di buon cuore e per questo finisce col “tradire” la causa di Frollo per mettere in salvo Esmeralda. Nel romanzo invece è un bastardo infame. Niente buon cuore, solo opportunismo: se nel cartone egli finisce con l’innamorarsi della zingara, nel romanzo invece “usufruisce” di lei unicamente per una scappatella, non contribuisce al suo salvataggio dalle fiamme del rogo e sostanzialmente la dimentica subito dopo averle lasciato una parte di sé in grembo. Se fosse anche scappato in Messico avrebbe vinto il premio come miglior figlio di passeggiatrice in viale Zara del romanzo. Ovviamente scherzo, Esmeralda non resta incinta, anche se la sua vita dopo Phoebus diventa peggio di un parto trigemellare.
Mi sembra chiaro che un personaggio come quello del romanzo sarebbe stato a dir poco fuori contesto in un film d’animazione. Quindi, ancora una volta, buon lavoro della Disney nel rimaneggiare il capitano rendendolo un personaggio affabile, divertente e verso cui i bambini finiscono per nutrire un certo affetto.
Claude Frollo

Il vero antagonista del cartone animato, il personaggio maggiormente inquietante e morboso di entrambe le opere: completamente fuori di testa. Ripijate!
Analogie
C’è da dire che Frollo è probabilmente il personaggio che la Disney ha modificato meno, sapendo comunque mantenerne l’efficacia. Egli è l’arcidiacono “padre adottivo” di Quasimodo, è colui che lo tiene rinchiuso nella cattedrale, è sempre lui che si innamora in modo malatissimo di Esmeralda ed è di nuovo lui a morire cadendo dal cornicione di Notre-Dame sotto gli occhi vuoti di ogni pietà di Quasimodo. Sarebbe un personaggio perfetto per un film horror, pensaci caro Dario.
Differenze
La bravura della Disney però in questo caso risiede nell’efficacia con cui gli addetti ai lavori sono stati in grado di rendere Frollo l’antagonista assoluto de Il gobbo di Notre-Dame. È sì vero che anche nel romanzo egli sta nel lato dei personaggi che potremmo definire “malvagi”, tuttavia egli non è l’artefice principale di tutte le disgrazie che accadono al lato “buono” dei personaggi, cosa che invece accade nel cartone animato. È infatti lui IN PRIMA PERSONA a bruciare al rogo Esmeralda, è lui che tenta più volte di trafiggere con una spada Quasimodo, è lui che quasi uccide Febo facendogli piovere in testa una pioggia di frecce: tutte cose che nel romanzo non accadono. Inutile dire quindi che la Disney ha preso il personaggio creato da Hugo e lo ha trasformato nell’antagonista perfetto, facendolo, tra l’altro, aderire perfettamente al contesto gotico della narrazione. 92 minuti di applausi.
Esmeralda

L’oggetto del desiderio, la massima aspirazione di tutti gli uomini in campo erotico, è lei o non è lei? Ma certo che è lei: la capretta Djali.
Analogie
Beh, l’impianto di base del personaggio è pressoché identico al romanzo: Esmeralda è una zingara (egiziana) che si guadagna da vivere facendo acrobazie e numeri magici in piazza, vive con i mentecatti della corte dei miracoli, è sempre accompagnata dalla fedele capretta Djali, viene condannata al rogo, ecc ecc… Ma la cosa più importante: è bellissima. E Frollo… ti balza, mi spiace.
Differenze
Ci sono tuttavia differenze piuttosto abissali nella costruzione del suo personaggio e, ancora di più, nei meccanismi che la portano ad affrontare le varie peripezie a cui viene sottoposta. Nel cartone animato manca completamente la parte relativa alle sue origini: niente Gudule, niente scarpetta, niente ricerca disperata della propria mamma. Questo, a mio avviso, è un peccato, perché avrebbe contribuito ad aggiungere una certa drammaticità a Il gobbo di Notre-Dame. Sono comunque consapevole che inserire un discorso sulle origini materne di Esmeralda avrebbe comportato un allungamento di trama non indifferente. È anche vero che inserendo tale parte si sarebbe poi dovuto modificare l’intero impianto dell’opera, e, quindi, apparentemente la Disney ci ha azzeccato anche questa volta, anche se un leggero rammarico mi resta.
Inoltre il rapporto di Esmeralda con Febo è completamente diverso: nel romanzo ella cade follemente innamorata di lui, senza più possibilità di scappare da questo incantesimo amoroso; nel cartone animato invece è piuttosto Febo a sentire per primo un sentimento verso di lei, mentre Esmeralda inizialmente lo respinge e ci duella come una vera spadaccina. E, ovviamente, anche il lieto fine amoroso tra i due è di pura invenzione Disney. Non so se queste scelte siano propriamente azzeccate, più che altro perché fanno perdere carica sentimentale all’amore provato da Esmeralda verso Febo. Nel romanzo l’amore che ella prova è spontaneo, ingenuo, nemmeno lei sa spiegarselo; nel cartone invece sembra che, trovando il suo bello in fin di vita, abbia un improvviso morso alla coscienza e, salvandolo, progressivamente se ne innamori. Non è un poco forzato? Non sarebbe stato meglio farle avere il colpo di fulmine? Tutto il resto della trama avrebbe funzionato ugualmente.
Infine il rapporto con Quasimodo. Nel romanzo Esmeralda ha una paura tremenda anche solo di guardare il gobbo, figuriamoci di avvicinarsi a lui. Nel film d’animazione, per fortuna, tutto ciò è assente. Dico per fortuna perché immaginatevi il tipo di reazione che susciterebbe in un bambino il vedere la Esmeralda che alla vista del gobbo lo schifa e lo allontana. CHE SCHIFO LE PERSONE DIVERSE, RIMANDIAMOLI AL LORO PAESE!
Quasimodo

Ho lasciato per ultimo il piatto forte. Chi non è innamorato di Quasimodo non ha un cuore.
Analogie
Tantissime le somiglianze col romanzo: il luogo in cui il gobbo abita/è prigioniero, l’incoronazione a papa dei folli, il salvataggio di Esmeralda, l’innamoramento per quest’ultima, il rapporto di sottomissione nei confronti di Frollo, la voglia di libertà, il rapporto interiore con le campane, è gobbo… e potrei andare ancora avanti, ma credo sia più interessante soffermarsi sulle differenze.
Differenze
In primis: l’aspetto fisico. Nel romanzo viene più volte sottolineato che Quasimodo ha un occhio solo, nel cartone animato invece è solo leggermente guercio. Vi costava davvero tanto farlo cieco da un occhio?
Il gobbo nell’opera originale è sordo: sono davvero sollevato dal fatto che la Disney abbia deciso di rimuovere tale handicap dal suo protagonista, già assaporavo il trauma infantile a milioni di bambini. Sul serio, un protagonista sordo in un cartone animato sarebbe stato ingestibile.
L’alleanza che stipula con Febo è completamente inesistente nel romanzo, ma per costruire un lieto fine era inevitabile: ci sono tre persone innamorate di Esmeralda, una è cattiva, le altre due si alleano per salvarla, matematico.
Anche il rapporto con Frollo è un po’ sballato: nel romanzo Quasimodo non disobbedisce mai al prete, nel cartone animato succede una quantità di volte impressionante.
Il lieto fine. Quasimodo finisce malissimo in Notre-Dame de Paris, giustamente ciò non accade ne Il gobbo di Notre-Dame. Ciò che non mi spiego è il perché di questo lieto fine. Voglio dire, tutti i personaggi di Notre-Dame de Paris finiscono male eccetto Febo, mentre nel cartone animato un lieto fine doveva esserci. Ma perché far mettere insieme Febo ed Esmeralda? Il messaggio che ne resta è circa questo: “tu Quasimodo sei buono e caro, mi hai salvato la vita 800 volte, ma Febo è bello, quindi me ne vado con lui”. Non sto dicendo che Esmeralda dovesse innamorarsi del gobbo, sarebbe stato scorretto anche nei confronti del romanzo, ma rendete le dinamiche un po’ meno razziste, no?
Tuttavia ho trovato ottimo il lieto fine regalato a Quasimodo, in quanto egli, infine, acquista la libertà, che è sempre stata la cosa per cui ha lottato e che, in certo modo, permette anche di accostarsi a quello che è l’epilogo del romanzo.