Buona sera! Sono Francesca e dopo un anno sabbatico, accompagnerò di nuovo TheMacguffin e tutti gli insonni nella lunga notte degli Oscar 2018.
L’anno scorso me la sono bigiata ed è accaduto il finimondo – con il vincitore del Miglior Film letto male all’ultimo minuto -, quest’anno le emozioni forti sono già assicurate dalla consapevolezza che, in concomitanza, stanno spogliando le schede elettorali italiane.
Nel frattempo la carne al fuoco è tanta: c’è stato il movimento #MeToo, l’ostracismo di Kevin Spacey e di James Franco dagli Oscar, ci sono i due film premiati al Festival di Venezia – La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro e Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh – che tornano ancora una volta in un testa a testa, c’è Christopher Nolan con Dunkirk, c’è infine un regista italiano, Luca Guadagnino, che concorre per quattro Oscar maggiori con il suo piccolo grande film Chiamami col tuo nome.
Tutte le categorie sembrano avere già dei forti favoriti, tuttavia conosciamo già abbastanza la tradizione degli Oscar da sapere che i colpi di scena ci attendono al varco…
Nel corso del live-blogging, a partire dalle 2, vedremo se i pronostici saranno rispettati e discuteremo i nostri favoriti. A proposito: le altre civette sveglie come me si sentano liberi di dire la loro nei commenti sulla nostra pagina Facebook!
E siamo a 90! Eh sì, quella di quest’anno è la novantesima edizione.
Sono le 02.00 e do il benvenuto a tutti quanti per il nostro live-blogging.
Chi caz… è che conduce quest’anno che non lo so? Ah già, di nuovo Jimmy Kimmel.
Dopo la grossa gaffe dell’anno passato, a tutti è data una seconda chance di NON fare cappelle colossali. Ottimo.
Mi sembra che il discorso “comico” di apertura sia un tantino ingessato… Purtroppo il clima non ottimo di questo periodo scoraggia l’humor nero e graffiante.
Attore non protagonista
Il grande favorito per questa categoria è Sam Rockwell per Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Dovrà vedersela con la sua co-star Woody Harrelson per lo stesso film, Willem Defoe per The Florida Project, Richard Jenkins per La forma dell’acqua – The shape of water e Christopher Plummer per Tutti i soldi del mondo che è stato chiaramente candidato solo per fare dispetto a Kevin Spacey.
E l’Oscar va a… Sam Rockwell!
Che ha vinto tutti i premi analoghi possibili finora e ormai aveva scritto il suo nome sopra, ma noi siamo felicissimi lo stesso per la sua grande prova.

Miglior trucco e parrucco
Il premio è annunciato da Armie Hammer e Gal Gadot in combo e credo che sia evidentemente troppa bellezza da sopportare in una sola inquadratura.
Ci sono solo tre candidati in questa categoria e personalmente credo sarà difficile non premiare il grande lavoro svolto per trasformare Gary Oldman in Winston Churchill ne L’ora più buia.
Eeeeee infatti ecco qui che l’Oscar benedice puntuale il film di Joe Wright.
Ditemi qualcosa che non so.
Migliori costumi
In lizza c’è un film che parla del mondo della sartoria… Potrebbe essere una scelta facilitata?
Previsione azzeccata anche qui: vince Il filo nascosto, il film di Paul Thomas Anderson con Daniel Day Lewis.
E anche qui non posso che commentare:
bonci bonci bo bo bo
Ti piace vincere facile.

Miglior documentario
Le categorie in cui mi sento totalmente ignorante cominciano troppo presto.
Comunque vince Icarus di Bryan Fogel e Dan Cogan, un lavoro sui… ciclisti?
Perché fingo di sapere le cose di cui sono del tutto all’oscuro?
Montaggio sonoro
Uuuuh bella lotta quest’anno, sono tutti film meritevoli.
Ma il vincitore, in linea con le mie previsioni, è Dunkirk. E devo dire, meritatissimo, perché se c’è un film negli ultimi anni che riesce a usare il suono in chiave espressiva, emozionale – e claustrofobica – è questo.
Mixaggio sonoro
E come ogni anno devo ripassare le differenze tra queste due ultime categorie.
Anche questo Oscar va a Dunkirk. Come c’era da aspettarselo, un film forte negli Oscar tecnici.

Miglior scenografia
Vince La forma dell’acqua – The Shape of water di Guillermone Del Toro per le sue bellissime scenografie retrò, realistiche e sognanti insieme, umide e muschiose.
Suca 2049.
Intanto Gael Garcia Bernal canta la canzone di Coco.
Miglior film straniero
Miracolo, è la prima volta che ho visto un film candidato in questa categoria senza che sia italiano.
A Venezia infatti il libanese The Insult aveva vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.
Sventuratamente, non mi posso bullare più di così perché a portarsi a casa l’Oscar è il film originario del Cile, A fantastic woman, la storia di una donna transgender. E niente, torniamo a essere ignoranti.

Miglior attrice non protagonista
Vince Allison Janney per Tonya, biopic interpretato e prodotto da Margot Robbie sulla figura della controversa pattinatrice americana Tonya Harding. Anche lei, stra-favorita della vigilia.
E niente, è l’unico film “ciccioso” che deve ancora uscire sul mercato italiano (22 marzo), quindi c’è poco da aggiungere.

MOMENTO NERDISSIMO
SUL PALCO C’È BB-8!!!!!
E quella leggenda di Mark Hamill, il papino di BB-8 Oscar Isaac, e Daisy Riley, ma soprattutto BB-8!!!
Ormai è un habitué degli Oscar.
Intanto il quartetto presenta il premio Oscar al miglior cortometraggio animato, portato a casa dall’autobiografico Dear Basketball diretto da Glene Keane e scritto da Kobe Bryant, noto giocatore di basket americano che a un certo punto parla italiano per ringraziare la figlia.

Miglior film d’animazione
L’acqua calda è calda: ha vinto Coco di Lee Unkrich e Adrian Molina!
Nota a Oscar Isaac che nell’annunciare il premio esclama “viva latinoamerica!”
(BB-8 approva).
Questo è il nono Oscar al film di animazione per i Pixar Animation Studios dopo quelli andati a Alla ricerca di nemo, Gli Incredibili, Ratatouille, WALL-E, Up, Toy Story 3, Ribelle, Inside Out.
Ormai devono solo battere se stessi.

Migliori effetti speciali
Personalmente tifo per Guardiani della galassia ma anche per qualunque dei nominati non sia il sedicente sequel di Blade Runner, ovvero 2049.
Che invece, come prevedibile, vince, risarcendo almeno un poco l’onta del suo clamoroso flop commerciale.
Miglior montaggio
Altro Oscar tecnico andato a Dunkirk, che si candida a essere il Mad Max – Fury Road di quest’anno – ovvero il film pigliatutto nei “premi secondari”.
Momento gag
Ormai è tradizione a un certo momento della serata fare casino e questa volta Jimmy Kimmel mette in atto una trovata elaborata: fa irruzione nel Chinese Theatre, il cinema più famoso dell’Hollywood Boulevard, assieme a Gal Gadot e si porta dietro anche Del Toro, Mark Hamill e altri per distribuire snack e merendine.
Ovviamente nell’ignaro cinema scoppia il delirio.
Time’s up
Sul palco, due importanti volti che hanno denunciato nel corso dell’anno appena passato i comportamenti di Harvey Weinstein: Ashley Judd, da cui il movimento è praticamente partito, e Salma Hayek, che proprio grazie a #MeToo aveva trovato il coraggio di parlare del suo caso personale.
Migliore sceneggiatura non originale
Questa è la categoria che più di tutte potrebbe dare qualche chance al nostro Luca Guadagnino.
Ce l’ha fatta! James Ivory, autore della sceneggiatura di Chiamami col tuo nome, il regista inglese 89enne che più di tutti ha voluto fortemente questo film, riceve l’Oscar e ringrazia il lavoro di Guadagnino.
“L’Italia” può andare a casa soddisfatta (se non fosse che sta bruciando dalle fondamenta).

Sceneggiatura originale
Uh-oh! Ed eccolo finalmente il colpone di scena!!!
Vince il grande outsider di quest’anno, Scappa – Get out, rivisitazione in chiave horror-grottesca del tema di Indovina chi viene a cena.
E la quota #OscarBlack di quest’anno può ritenersi adempiuta. Fiu.

Miglior fotografia
Scusate, mi stavo abbioccando, comunque mi dicono che a vincere il premio è stato, come immaginabile, il film che-usa-impropriamente-lo-stesso-titolo-di-un-capolavoro-del-cinema-pur-essendo-evidentemente-a-se-stante, Blad*coff* 2049.
Intanto in Italia si brinda per l’Oscar andato al film di Guadagnino – anche se, facendo zapping, c’è poco di cui essere gioiosi.
Meglio continuare a mettere la questione sotto il tappeto e andare avanti di negazione. W gli Oscar!
Miglior colonna sonora
Altro Oscar che si aggiudica La forma dell’acqua – The shape of water e in particolare quel veterano di Alexandre Desplat, che per altro se ne era già portato uno a casa nel 2015 grazie a Gran Budapest Hotel di Wes Anderson.
Miglior canzone
Altro colpo di scena: The Greatest Showman ignorato brutalmente di nuovo, il premio se lo aggiudica Coco per Remember me (se avete visto il film ricorderete bene la canzone).
Che l’aspetto “representation” messicana abbia avuto un peso in questa scelta?
Quest’anno tra Coco e Guillermo Del Toro si ripromette un #OscarSoMexican.
Miglior regia
A questo proposito, Guillermo Del Toro è il terzo regista messicano in dieci anni a portarsi a casa il premio per la Miglior Regia. E noi siamo molto felici che le previsioni si siano avverate.
Oscar meritatissimo per quel capolavoro di La forma dell’acqua – The shape f water.

Miglior attore protagonista
Gary Oldman ha l’Oscar col suo nome già scritto sopra?
Già solo la velocità priva di suspence con cui Jane Fonda ha letto il suo nome dà il polso di come fosse il grande segreto di Pulcinella.
L’attore è, incredibilmente, solo alla seconda nomination della sua carriera (la prima per La talpa) e fa stranissimo pensarlo, considerato il numero di interpretazioni di livello che ci ha regalato nella sua linga carriera.
Lui è Sid Vicious, Dracula, Sirius Black, il Commissario Gordon e già solo questo lo rende un’icona.
Era il classico attore in lista d’attesa per l’Oscar, questo ruolo gli è stato praticamente (anzi, letteralmente, vista la tuta cicciona che indossava) cucito addosso per portarselo a casa.
Era il suo turno. Con buona pace di tutte le fan in gramaglie di Timothée Chalamet. Che, comunque, penso sia contento della scelta.

Miglior attrice protagonista
Come da pronostici, vince Frances McDormand, al suo secondo Oscar da protagonista dopo quello per Fargo dei Fratelli Coen. Stavolta, il film è ovviamente Tre manifesti a Ebbing, Missouri.
Lei incute sempre un certo timore, un po’ come la prof severa quando fa lezione, e l’effetto ottenuto è lo stesso: il pubblico ammutolisce per ascoltarla e si alza in piedi a comando.
Tre manifesti si conferma anche agli Oscar un grande film che poggia molta della sua forza sulle spalle degli attori e delle interpretazioni.

Miglior film
Seconda occasione anche per Warren Beatty e Faye Danaway, richiamati spiritosamente sul palco per il secondo anno consecutivo a leggere il vincitore dell’Oscar a Miglior Film.
Ce la faranno stavolta? E sarà quello giusto?
Hanno strappato il tagliando della scheda prima di votare?
L’Oscar per il Miglior film va a… La forma dell’acqua – The shape of water!!!
Niente, si ripete quanto accaduto a Venezia ed è Guillermone a trionfare!
(Ha controllato il nome nella busta. È giusto).
Io tifavo per Tre manifesti a Ebbing, Missouri e mi dispiace che sia stato privato sia di questo che del premio alla sceneggiatura, ma amo moltissimo anche questo film e quindi mi ritengo soddisfatta.
Tra l’altro, erano anni che il Leone D’Oro e l’Oscar al Miglior Film non finivano alla stessa pellicola.
Insomma, La forma dell’acqua – The Shape of Water esce vincitore della serata con 4 premi. Non c’è un asso pigliatutto, come ci si aspettava, ma gli Oscar sono stati distribuiti equamente: 3 a Dunkirk e 2 a Tre manifesti, Coco, 2049 e L’ora più buia, 1 per Chiamami con il tuo nome, Il filo nascosto e Scappa – Get Out.
E niente, è stato un piacere suonare con voi.
#OscarSoMexican.