Film

Nove (9) : un futuro steampunk

Che potenziale avevamo! Promettente! Ma abbiamo gettato via i nostri doni, la nostra intelligenza. La nostra cieca corsa alla tecnologia ci ha solo portato a una più rapida rovina. Il nostro mondo sta finendo, ma la vita deve andare avanti.

Tipico inizio del film post-apocalittico. Vero! Concordo in pieno. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare!

Così si apre 9, film d’animazione del 2009, a sua volta tratto dall’omonimo cortometraggio del 2005 partorito dal medesimo creatore Shane Acker.

La storia inizia con un vecchio scienziato intento a costruire un piccolo pupazzo con il numero 9 disegnato sulla schiena e attraverso uno strano medaglione che emana luce verde riesce a dargli vita. Muore subito dopo. Una volta sveglio, il pupazzo si ritrova in un mondo completamente distrutto e in rovina. Recupera quello strano medaglione e scopre di non essere l’unico della sua specie, ma di essere l’ultimo di una serie di nove pupazzi, figli della stessa mente geniale…

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Si tratta di un film semisconosciuto e alcuni penseranno beh, ci sarà un motivo!

Il motivo c’è, ovviamente, e secondo me è molto semplice: non fa ridere, mai. Questo è sicuramente un punto a sfavore per un film d’animazione. Abituati come siamo a propinare ai bambini solo film dove si ride e dove ci sono personaggi buffi e puntualmente stupidi, un prodotto di questo tipo (con tinte scure e un’ambientazione post-apocalittica) non è sicuramente la prima scelta per il film domenicale dell’allegra famigliola felice al cinema.

è un film molto particolare e inscatolarlo nel genere d’animazione vuol dire fargli fare vita breve. Infatti non è stato un grande successo negli States e men che mai in Italia, dove è stato direttamente distribuito in DVD senza passare per il grande schermo. Il fatto che Tim Burton fosse tra i produttori non è stato stranamente per nulla d’aiuto.

Nonostante tutto, credo che sia un film da vedere. Certo, non aspettatevi un capolavoro! La trama non è del tutto originale e svariati sono i rimandi ad altre storie e ad altri film.

!!!ATTENZIONE SPOILER!!!

L’incipit, con la costruzione del pupazzo, ci riporta subito all’identica sequenza iniziale di Coraline (2009). Lo scienziato che muore lasciando la sua creazione incompiuta9_still_two (a 9 infatti in principio manca la voce) ci ricorda infatti Edward – Mani di forbice (1990). L’universo post-apocalittico ormai è trito e ritrito, reputo inutile stilare un elenco lunghissimo di possibili riferimenti. Nella prima parte del film conosciamo una bestia meccanica con la testa di teschio di gatto (?) e per un fan di Star Wars, quale sono, è facile pensare al generale Grevious dell’Episodio III – La vendetta dei Sith (2005). Il nostro mondo è stato distrutto da un’epica guerra uomini VS macchine e a capo dello squadrone tecnologico c’è un enorme mostro meccanico che ha un unico grosso occhio luminoso… rosso… Chi ha avuto il coraggio e la pazienza di vedere 2001 – Odissea nello spazio (1968) saprà che esiste già un essere del tutto simile: il computer HAL 9000, già citato dalla Pixar nel suo film WALL•E (2008). Verso la fine si scopre che lo scienziato, grazie al talismano alchemico, ha diviso la sua anima in 9-1nove pezzi che ha trasferito nei nove pupazzi; ora questi hanno la possibilità e di rimediare agli errori dell’umanità distruggendo le macchine.
L’anima divisa e nascosta? La più famosa è quella di Lord Voldemort della fortunata saga prima letteraria e poi cinematografica di Harry Potter, e si dà il caso che la prima edizione di Harry Potter e il principe mezzosangue sia del 2005.

È da riconoscere che la tecnica CGI è veramente buona e spesso fa pensare alla paziente e poetica tecnica in stop-motion. Le musiche sono di un grande Danny Elfman in questo caso però poco ispirato, infatti non riesce a regalare le sue solite tetre emozioni, poiché i temi musicali si dimenticano facilmente.

Sono sempre più convinto che sebbene rimanga un film poco riuscito, sarebbe potuto essere un ottimo videogioco steampunk. Forse solo così avrebbe fatto i soldi che meritava.

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Federico Luciani

Nasce nel 1990. Sette anni più tardi s'innamora del teatro e da allora sono fidanzati ufficialmente. Laureato al DAMS di Bologna e impegnato nel teatro sociale da diverso tempo. Quando non scrive, divora film di ogni genere. Dylan Dog come eroe, Samuel Beckett come mentore, Woody Allen come esempio e Robin Williams come mito.
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