Film

Nuovo Cinema Paradiso: vivere di cinema attraverso il cinema

In un mio articolo passato vi parlavo del cinema italiano suddividendolo per decadi ed individuavo per ciascuna decade un film (o al massimo due) simbolo di quel periodo in Italia. Per quanto riguarda gli anni ’80 vi indicavo come titoli C’era una volta in America e il soggetto del nostro articolo di oggi, ovvero Nuovo cinema Paradiso.

Il film di Tornatore ha un’importanza fondamentale all’interno del panorama cinematografico italiano, è quel tipo di pellicola di cui si può dire che “ha segnato un’epoca”, sia in Italia che all’estero. Quindi lasciamo da parte gli intrallazzi che tanto il film lo conoscete tutti.

nuovo cinema paradiso

Un poco di storia e di filologia prima di iniziare, per dare un po’ di contesto. Nuovo cinema Paradiso esiste (credo) in tre versioni: la versione originale (che oggi è la director’s cut) della durata di circa 173 minuti, una seconda versione italiana della durata di 153 minuti circa e infine la versione internazionale della durata di 123 minuti, sempre all’incirca. Io, personalmente, ho visto la director’s cut e quindi parlerò facendo riferimento a questa versione. In ogni caso non dovrebbe fare molta differenza.

La mia domanda, però, è stata subito: perché tre versioni e per giunta con durate così differenti? La risposta è dio denaro. Che non è una bestemmia perché dio è scritto con la minuscola (Cannarsi insegna).

Nuovo cinema Paradiso inizialmente non ebbe il successo che ottenne poi e il motivo rimane abbastanza misterioso. In molti avevano lamentato l’eccessiva lunghezza della seconda parte di film e in particolare della scena del “ricongiungimento” di Totò e Elena. Io adoro quella scena e non sono mai riuscito a capire come possa essere considerata pesante quella che è forse la sequenza più intensa e pregna di tutto il film. Ma magari sono io.

Quindi, il film è troppo lungo, e quindi Tornatore che fa? Lo accorcia. Ora, non sono sufficientemente competente in materia, quindi prendete le mie affermazioni con due pinze, che una non basta. In generale – e sottolineo che non ce l’ho con Tornatore – una scelta del genere mi fa storcere il naso. Tu comunque sei un regista – un artista, se mi concedete il termine, e rinunciare ad una parte della tua espressione (cercate di capire cosa voglio dire) per soddisfare un criterio meramente economico… BAH! Poi è ovvio ragazzi, probabilmente le cose sono andate in una maniera molto più complicata.

Quello che voglio rimarcare è solamente il fatto che quando un artista crede fortemente nelle sue idee, lotta per esse. E ancora: non sto cercando di dire che Tornatore non lo abbia fatto, mi fa solo un poco specie il fatto che Nuovo cinema Paradiso, straordinario nei suoi originari 173 minuti di durata, se non fosse stato accorciato probabilmente oggi non avrebbe la rilevanza che tutti gli attribuiscono. Sad.

(Guardate la director’s cut e non dite che non ve l’avevo detto).

nuovo cinema paradiso

Questa scelta di Tornatore è ancor più stramba se si pensa al fatto che il regista solitamente crede fortemente nelle sue idee e nella sua arte, nella sua forza espressiva. Due esempi a caso potrebbero essere La migliore offertaLa leggenda del pianista sull’oceano. E anche in Nuovo cinema Paradiso viene fuori prepotentemente il SUO cinema.

Ci troviamo di fronte a un film dalle forti tinte autobiografiche. Tornatore è di Bagheria (pronunciatelo alla sicula se potete: sublime), città siciliana in cui si sono svolte le riprese, anche se non solo lì. Tornatore ama il cinema ed è evidente la sua cinefilia; la stessa che manifesta il piccolo Totò: nelle biografie del regista si dice che egli abbia dimostrato una propensione al cinema sin dall’età di 8 anni. A che età Totò comincia a frequentare il cinematografo?

Di cruciale importanza in questo autobiografismo – e per le sorti del film – è il tema dell’emigrazione. Conosciamo tutti la storia del giovane siciliano che lascia la propria terra d’origine per cercare fortuna al nord e in altre zone italiane. Beh, per Tornatore non è andata esattamente così, però è chiaro che lui stesso si è dovuto spostare dalla sua Bagheria per esigenze lavorative. E difatti Totò adulto è diventato un regista.

salvatore
Solo io trovo che abbia la faccia da minchione?

Che poi Nuovo cinema Paradiso è un film che parla tantissimo di cinema. Esiste già un articolo che lo analizza in relazione a questo tema.

La struttura narrativa si snoda tutta attorno al cardine costituito dal Cinema Paradiso. Qui si svolgono la maggior parte delle scene, qui Totò conosce il suo più grande amico Alfredo, qui lo stesso Alfredo perde la vista, ecc. Ma il film non si costruisce solo attorno a un cinema ma anche SUL cinema. Tutta la prima parte mostra una serie di pellicole che hanno fatto la storia: dai capolavori di Renoir, a Totò, passando per Ombre rosse e il cinema classico americano, senza farsi sfuggire Stanlio e Ollio.

Così facendo Tornatore costruisce una rete in cui cattura tutti noi con la sola potenza delle immagini e il ricordo nostalgico per un cinema che lo (ci) ha fatto innamorare. Nostalgia che raggiungerà l’apice quando il Totò adulto tornerà nella sua città natale: infatti quello che era diventato il Nuovo cinema Paradiso è stato chiuso e sta per essere sostituito da un parcheggio. Ma, a dimostrazione del fatto che Tornatore è uno che crede nelle sue idee, nulla è perduto. Nella scena finale in cui Totò guarda tutti i ritagli di pellicola censurati e accuratamente conservati da Alfredo per lui tutto si ricompone ed attraverso il cinema il protagonista ritrova momentaneamente una certa serenità.

salvatore

E poi c’è la Sicilia. Una Sicilia che si respira e si vive assieme ai protagonisti: e ve lo dice un lombardo d.o.c.. Tornatore è stato ottimo, attraverso un mimetismo penetrante ed elementi apparentemente insignificanti, nel far sentire siciliano anche chi non lo è mai stato. E così ha la possibilità di far ridere attraverso la bonarietà dei siculi, e questa non vuole in nessun modo essere un’affermazione dispregiativa. Ma può anche mostrarci una realtà più dura legata all’isola, tant’è che a inizio film (in una scena tagliata nella versione internazionale) vediamo trasportata una piccola bara bianca che ci fa intendere la morte di un bambino.

Insomma, la Sicilia c’è, tutta, con passione e con gioioso ricordo. Un ricordo, questo, rievocato in noi attraverso il cinema e duplicato poi nel personaggio di Totò, che a fine film, attraverso quegli scarti di pellicola, rivive la sua intera vita. E questo è probabilmente ciò che stava facendo anche Tornatore.

https://www.youtube.com/watch?v=2AOWWTilu6Q

Mario Vannoni

Un paesaggio in ombra e una luce calante che getta tenebra su una figura defilata. Un poco inutile descrivere chi o cosa sono io se poi ognuno di voi mi percepirà in modo diverso, non trovate?
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