
Odio l’estate ma invece amo Aldo, Giovanni e Giacomo
A me non frega un cazzo se l’avete visto o no, io lo dico subito: SONO TORNATI! Dopo il trauma psicologico che era stato Fuga da Reuma Park finalmente il trio comico più famoso d’Italia torna con un film che vale veramente la pena. Quindi, proprio in picchiata, andiamo a parlare di Odio l’estate.
Non fatevi spaventare dalla mia irruenza, non ci saranno spoiler.
Non sono andato ad approfondirmi le vicende di produzione del film, però indubbiamente il titolo combinato con la data di uscita fa sorridere. Ma al di là delle cazzatine.
Tutti noi eravamo al corrente del fatto che Odio l’estate avrebbe segnato il ritorno di Massimo Venier alla regia; e si è visto. So che è impietoso come paragone, ma questo nuovo lavoro del trio, se confrontato con il precedente e delirante Fuga da Reuma Park, è manna che piove dal cielo: si nota proprio come ci sia una mente registica a dirigere il tutto e ad impedire il delirio che si era prodotto negli ultimi film. Per carità, capiamoci, non siamo a livelli di Chiedimi se sono felice o Tre uomini e una gamba, ma siamo ai livelli di Aldo, Giovanni e Giacomo: se siete fan non potete non apprezzare.
L’interessante novità di Odio l’estate è legata al fatto che ‘stavolta il trio non agisce da solo, ma ha un non indifferente cast di supporto che, seppur in misura ovviamente minore, contribuisce a determinare la struttura e il messaggio del film.
La comicità è la solita a cui il trio ci ha abituati, ma vive di nuova linfa, è nuovamente frizzante e funziona molto bene anche perché è dosata coi ritmi giusti. Certo, c’è una componente di autoreferenzialità, ma mai fine a se stessa, mai autocelebrativa e soprattutto mai concepita come strizzatina d’occhio al fan, come fan service.
Per quanto riguarda il trio ho trovato un Aldo Baglio in forma smagliante. Molto fisico, dinamico, con voglia e determinato a mettere in scena con tutta la forza possibile il suo solito indimenticabile terrone. Giovanni invece è stato scritturato per quello che è esattamente il personaggio che interpreta meglio: lo stronzo e pignolo.
Forse la piccola nota spiacevole è relativa a Giacomino, che non ha assolutamente sfigurato, ma mi è parso un poco sottotono, complice forse anche il fatto che il personaggio che si è trovato ad interpretare non era esattamente il suo solito. Il che non è un problema in sé, ma lo diventa perché Odio l’estate vive di un forte clima di revival. Quindi Aldo ci fa ridere per la sua comicità esibita, ma anche perché riassociamo le sue scenette ai ricordi che ci portiamo dietro dei suoi personaggi; stessa cosa vale per Giovanni; vale invece un po’ meno per Giacomo, che quindi ne esce un pelo ridimensionato.
Per il resto Odio l’estate si sviluppa con la classica trama di equilibri e imprevisti, di scontri e contraddizioni che alla fine portano sempre ad un’accettazione dell’altro, ad un riconoscimento della forza dell’amore ed a una messa in evidenza del valore dei sentimenti e degli affetti.
Però appunto, questa volta le cose sono più complicate perché ognuno dei membri del trio si porta dietro una famiglia (in particolare Aldo, spalleggiato da una Maria di Biase clamorosa), e quindi gli equilibri si complicano, gli intrecci si infittiscono e le possibilità di equivoco – e di conseguenza di scenario comico – aumentano e in un certo senso divengono anche più efficaci e contestualizzate.
Per certi versi – e per ragioni che non posso ulteriormente specificare perché altrimenti infrangerei la linea dello spoiler – Odio l’estate potrebbe anche essere il film d’addio di Aldo, Giovanni e Giacomo. È la summa di tutto il loro lavoro passato, presentato non con la stessa efficacia di un tempo, ma che certamente è tornato ad ottimi livelli di qualità.
Come dicevo più sopra, se siete fan non potete non apprezzare. Un fan di Aldo, Giovanni e Giacomo qui trova tutto e soprattutto trova tutto quello che lo ha fatto innamorare del trio. E forse è proprio questo il merito principale da attribuir loro e anche, se non soprattutto, a Massimo Venier: ridare organicità, senso e compimento a un calderone di elementi che ha fatto innamorare tutta Italia.
Perché lo sappiamo tutti che i film di Aldo, Giovanni e Giacomo non sono i filmoni di serie A, con regia sofisticata e ricercata, con profonde riflessioni filosofiche o quant’altro. Ma ciononostante noi li citiamo di continuo e queste citazioni fanno ridere, divertire, commuovere tutta la popolazione italiana ormai da almeno due decenni.
E in questo senso Odio l’estate è l’ennesima dimostrazione del fatto che per far ridere bene in realtà basta poco; e il segreto è puntare tutto sui sentimenti, perché sono quelli che smuovono veramente le reazioni: per questo motivo le varie autocitazioni disseminate nel film non sono sterili, ma anzi raddoppiano la loro efficacia.
Io, quindi, sinceramente, non ho potuto far altro che uscire dalla sala pienamente soddisfatto di questo regalo. L’ennesimo film che guarderò centinaia di volte consentendogli in qualche modo di plasmare le esperienze che condivido con gli altri. E questo, se davvero dovesse essere l’addio di Aldo, Giovanni e Giacomo, sarebbe il loro lascito più grande.
Quindi che dire: grazie.