
Once (Una volta): Dublino e canzoni romantiche, come si fa a non piangere?
In una classica giornata da clima irlandese, con il cielo grigio e quella pioggerellina che bagna i capelli, Once è un ottimo consiglio.
È un film girato tra le strade di Dublino, città nella quale ho lasciato sicuramente un pezzo di cuore, ricca di musica e speranza. Il tutto è estremamente minimalista, addirittura i protagonisti sono privati del nome e quasi delle loro storie. Glen Hansard interpreta un artista di strada che delizia i passanti con le sue canzoni, intonando i successi più famosi durante il giorno per cercare di far fermare più passanti e racimolare qualche euro extra, mentre alla sera getta via le vesti d’imprenditore per raccontare una versione di se stesso più intima e meno commerciabile.
Un giorno incontra una ragazza (Markéta Irglová) pronta a diventare subito il suo nuovo amore immaginario.
Vi aspettate proprio questo, vero?
Il vero amore, che potrebbe istaurarsi tra i due, ha la musica e i suoi poteri terapeutici come collante. In Italia con l’esplosione della bolla It-pop, ormai ci siamo accorti di quanto le prese male dei vari cantanti siano fonte d’ispirazione per la nascita di nuovi successi, dentro i quali i fan condivideranno tutto il loro malessere, ritrovandosi sotto al palco a cantare ritornelli tristi con l’accendino in una mano e i fazzoletti nell’altra.
Il fatto che gli attori, soprattutto la ragazza originaria della Repubblica Ceca, siano musicisti prestati al grande schermo, elimina quella patina di finzione che il Cinema ha inconsciamente nel suo DNA, così da poter benissimo essere confuso con un documentario.
Traspira la fatica, la paura e la voglia d’emergere che nasce e vive dentro tutti quei sognatori che in qualche angolo nascosto della strada strimpellano la propria chitarra in attesa di un piccolo miracolo. Chissà se Ed Sheeran non abbia tratto ispirazione da Once, nato busker, è diventato poi una vera star mondiale.
Indagando un po’ sulla storia del regista John Carney si nota come la musica abbia il suo peso specifico anche in altri film come Sing Street o Tutto può cambiare.
Quest’ultimo, meglio conosciuto come quella pellicola dove ci sono Keira Knightley (ti amerò per sempre) e Adam Levine, è l’antitesi di Once. Ah, dimenticavo, lì c’era anche Hulk.
I luoghi in cui sono ambientate le storie si mescolano perfettamente con le avventure dei protagonisti e il loro stato d’animo. New York è la città simbolo dell’American Dream mentre Dublino ha intorno a sé quell’alone di malinconia dal quale è meglio scappare per provare a raggiugere i propri sogni. Anche le canzoni suonano diversamente: più pop e glamour nel Nuovo Mondo contro una visione più sincera e intimista esaltata dalla voce di Glen Hansard.
Questa è una storia dove si riesce a trovare l’equilibrio solamente se si ha la capacità di sottrarre sempre qualcosa, senza sentire il bisogno di trarre facili conclusioni. È una carezza al cuore per chi riesce a convivere con le proprie mancanze non dimenticando i rimpianti del passato. Once merita di essere visto almeno una volta. È fatto con amore e sincerità, quella che non ho io ad ammettere che sicuramente mi sarà entrato un moscerino nell’occhio quando è partita Falling Slowing, canzone vincitrice agli Oscar del 2008.