Film

Operazione San Gennaro: Quando 007 incontra Totò

LA SITUAZIONE

Siamo a Napoli, anni ’60. Tre ladri americani vogliono rubare il preziosissimo tesoro di San Gennaro, ma non essendo pratici della città chiedono aiuto al criminale più famoso di Napoli, don Vincenzo “il fenomeno” (Totò) che si offre di aiutarli anche se… è incarcerato. Don Vincenzo manda i tre americani dal suo fidato Armanduccio Girasole (Nino Manfredi, che cura anche la sceneggiatura del film) che è a capo di una sgangherata banda di criminali: abbiamo “l’assistente” Sciascillo, il “Barone” famoso per avere il cuore a destra ed è oggetto di studi nelle migliori università, il becchino “Agonia” e il capo degli ultras del Napoli “Capitano”. 

Rubare il tesoro di San Gennaro renderebbe ricco chiunque, tutti vorrebbero averlo tra le mani, ma che cosa succede se sono dei napoletani (doc!), così devoti, a dover rubarlo per conto degli americani? E se il permesso benedetto del furto arrivasse proprio da San Gennaro stesso? 

INCONTRO DI GENERI

Grazie a una trama divertente e ironica, Dino Risi gira tra le più divertenti commedie della sua carriera: prendete il più intricato film di spionaggio americano degli anni ’60, un po’ alla James Bond, pieno di agenti segreti e criminali in giacca e cravatta, bondgirls, auto di lusso e mille gadget tecnologici a disposizione. Adesso prendete tutte le commedie napoletane di quel periodo, i personaggi dei Soliti Ignoti di Monicelli, le strade di Napoli, il culto di San Gennaro e qualche stereotipo sui meridionali come la pizza, il caffè e il mandolino. Miscelate tutto con cura ed ecco a voi “Operazione San Gennaro”, un concentrato di ironia e comicità basata sull’incontro improbabile tra questi due generi cinematografici, aggiungeteci anche una piccola parte di Totò (ai tempi quasi completamente non vedente e al suo terzultimo film) e Nino Manfredi nei panni del protagonista, ed ecco che avrete un grandiosa pellicola. 

I tempi comici sono tutti azzeccati (la scena del Festival di Napoli con il cameo di Capannelle davanti alla tv è da antologia), ogni personaggio della banda è caratterizzato in modo tale da farlo apparire assolutamente assurdo (il cuore a destra? Il capo degli ultras del Napoli? La riunione segreta del piano piena zeppa di parenti “che ci vengono a trovare”) mentre i tre ladri americani sono palesemente fuori luogo dentro una Napoli che li accoglie come ospiti ma non concepisce certo che il tesoro di San Gennaro si possa rubare così a caso, “ci vuole una motivazione morale che possa far bene alla città di Napoli! E soprattutto, ci vuole il permesso e la benedizione di San Gennaro!”. Come dice don Vincenzo: “per avere una grazia da San Gennaro bisogna parlarci da uomo a uomo”. 

NON DIMENTICHIAMOCENE

Tra le tante commedie all’italiana che ci ricordiamo, questo “Operazione San Gennaro” non viene quasi mai citata, eppure trovo che sia una delle migliori commedie riuscite di quegli anni, tra gag e battute si nascondono, come nella migliore tradizione della commedia nostrana, tante frecciatine e critiche alla società e alla politica italiana. Gli attori, tutti in stato di grazia, seppur ci siano molti parti doppiate da un bravissimo Carlo Croccolo (che presta la voce a diversi personaggi), tutti hanno il viso giusto e la comicità che certe volte sfocia anche nella slapstick pura (come la scena della casa pericolante durante il Festival musicale di Napoli). 

Il film ottenne un notevole successo di pubblico e critica tanto da convincere i produttori alla realizzazione di un seguito/remake/non si è ben capito intitolato Operazione San Pietro con Lando Buzzanca al posto di Manfredi per la regia di Lucio Fulci. 

Leonardo Ceccanti

Ordinaria vita di un qualsiasi comune mortale, il cinema mi piace perchè mi piace, per il resto: faccio cose e vedo gente...
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