Film

Overlord: c’era una volta, nella Francia occupata dai nazi-zombie…

Classificazione: 3 su 5.

È opinione comune che i Nazisti avessero una vera passione per l’occulto e che, nel tentativo di vincere la Seconda guerra mondiale, abbiano addirittura fatto ricorso a pratiche soprannaturali. Una credenza sicuramente alimentata dalle storie riguardanti gli esperimenti del dottor Mengele e soci, e che la cultura popolare ha sdoganato in svariati media, dai fumetti ai videogiochi, passando per il cinema (avete presente Indiana Jones?).

Una delle teorie più fantasiose riguarda la presunta creazione di soldati zombie, incapaci di morire e pertanto inarrestabili. È soprattutto in campo videoludico che questo scenario ha trovato terreno fertile. Saghe come Wolfenstein e Call of Duty (le cui modalità zombie sono quasi dei giochi a sé) da anni infatti danno la possibilità ai giocatori di divertirsi falciando ondate su ondate di tedeschi non-morti. E proprio a tali titoli sembra guardare il film Overlord, che ho potuto gustarmi in anteprima al Trieste Science+Fiction Festival.

Overlord

Tutto ha inizio quando Billy Ray (sceneggiatore, tra le altre cose, di Hunger Games e Captain Phillips) presenta lo script nientemeno che a J.J. Abrams, il quale, affascinato dal mix di generi, decide di produrlo con la sua Bad Robot, affidando la regia a Julius Avery (Son of a Gun). Una scelta coraggiosa se pensiamo che al cinema il binomio guerra-zombie non ha mai davvero attecchito, limitandosi ad alcune produzioni indipendenti e di nicchia (se non trash). Già da questo punto di vista si può dire che Overlord è una pellicola rivoluzionaria.

Overlord

La prima parte del film ricorda quasi Band of Brothers: alla vigilia del D-Day, un gruppo di soldati si lancia con il paracadute (non con poche difficoltà) nella Francia occupata dai Nazisti. La loro missione è far saltare una torre-radio tedesca in modo da facilitare lo sbarco degli Alleati in Normandia. Aiutati da una giovane donna del luogo, raggiungono il villaggio dove è situata la ricetrasmittente. Presto però scoprono che il posto è anche sede di un laboratorio segreto, dove i crucchi conducono macabri esperimenti.

È a questo punto che Overlord, con un twist che pare omaggiare Predator (ma anche Dal tramonto all’alba), cambia genere e da film bellico si trasforma in un horror a tutti gli effetti. Da qui in poi a dominare è “l’ignoranza”, ovviamente in senso buono. Tra zombie deformi, mutazioni cronenberghiane, Nazisti che muoiono male (molto male!), situazioni alla Tarantino e tanto sano splatter, viene a delinearsi una storia folle e divertente che, nonostante non cada mai troppo nella commedia, non ha alcuna pretesa di essere presa sul serio. E va bene così.

Nazi-zombie

Chiaramente pensato per staccare il cervello per due ore scarse, Overlord è un b-movie nel senso più profondo del termine, ed è fiero di esserlo. Non si preoccupa di essere troppo stupido o sopra le righe, al contrario punta proprio su questo, fiducioso del fatto che il pubblico si godrà lo spasso. E nel farlo riesce anche a coinvolgere attivamente gli spettatori. Vi basti sapere che, durante la proiezione a cui ho assistito, tutti i presenti esplodevano in una standing ovation ogni volta che sullo schermo accadeva qualcosa di esagerato o di grottesco. Non so voi, ma quando un b-movie ignorantissimo suscita questo tipo di reazioni, per me ha centrato in pieno l’obiettivo.

Chloe e Boyce

Certo, a differenza della maggior parte dei film di serie B, Overlord non è un prodotto realizzato con pochi soldi. Pur avendo un budget tutto sommato contenuto (“solo” 38 milioni di dollari), rappresenta comunque un blockbuster hollywoodiano, con alle spalle un apparato produttivo non indifferente. Una situazione che di solito comporta limitazioni e compromessi, ma che in questo caso rappresenta un valore aggiunto. Le maggiori risorse a disposizione infatti garantiscono effetti speciali di qualità, in particolare per quanto riguarda il look dei morti viventi, creati con un convincente mix di trucco e CGI dai risultati semplicemente raccapriccianti.

Pilou Asbaek

A dare ordine al tutto è la sapiente regia di Avery, che al suo secondo lungometraggio si dimostra abile nel gestire sia le scene di guerra (come la spettacolare battaglia aerea iniziale) sia le parti più esplicitamente orrorifiche, concedendosi addirittura un paio di ottimi piani-sequenza. L’unica critica che gli si può rivolgere è di abusare un po’ troppo dei jump scares nella seconda metà della pellicola, ma si tratta di una pecca non gravissima e che non disturba eccessivamente la visione.

Wyatt Russell

Se proprio va trovato un punto debole in Overlord, questo purtroppo è costituito dai personaggi. Con ciò non voglio dire che non abbia apprezzato il cast, tutto composto da volti poco noti ma molto promettenti, tra cui spiccano Jovan Adepo e Wyatt Russell (figlio di Kurt Russell e Goldie Hawn, ma che per qualche ragione mi ricorda Woody Harrelson). Il problema è che non tutti i protagonisti sono caratterizzati bene. Alcuni rischiano perfino di cadere, se non nello stereotipo, almeno nell’anonimato. Fanno eccezione la Chloe interpretata dalla bella semi-esordiente Mathilde Olliver, vera rivelazione del film, e Pilou Asbæk (l’Euron Greyjoy del Trono di Spade), che qui gigioneggia nel ruolo di un folle gerarca nazista a metà strada tra il Teschio Rosso di Captain America e l’Hans Landa di Bastardi senza gloria (un’opera a cui Overlord senz’altro deve molto).

Fabio Ferrari

Classe 1993, laureato al DAMS di Torino, sono un appassionato di cinema (soprattutto di genere) da quando sono rimasto stregato dai dinosauri di "Jurassic Park" e dalle spade laser di "Star Wars". Quando valuto un film di solito cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma talvolta so essere veramente spietato. Oltre che qui, mi potete trovare su Facebook, sulla pagina "Cinefabio93".
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