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Parabole di emancipazione: Lo sconosciuto, L’uomo che ride e Freaks

Questo articolo testimonia il fatto che il sottoscritto vuole male sia a voi che a se stesso. A voi, perché vi presento tre film rispettivamente del 1927, 1928 e 1932, due dei quali muti. A me, perché, proprio per lo stesso motivo, non verrò letto neanche da vostro zio che di professione fa il topo da biblioteca. Però, se qualcuno di voi fosse così coraggioso da imbarcarsi sulla mia nave dei rulli ritrovati, grazie: oggi mi improvviso Gesù e vi racconto tre parabole di emancipazione. The MacGuffin x LGBTQ+ Community.

emancipazione

Questo qua sopra, come immagino sappiate, è Freaks, indiscusso capolavoro di Tod Browning del 1932. Ciò che ha reso questo film una tappa imprescindibile all’interno della formazione di ogni cinefilo fu il suo trattare la mostruosità e il diverso in una maniera totalmente nuova. Ma con calma che adesso ci arriviamo.

Gli altri due film che affiancheremo a Freaks sono L’uomo che ride di Paul Leni e Lo sconosciuto, sempre di Browning. Ciò che li accomuna, ovviamente, è proprio il tema della mostruosità, a cui si lega quello dell’emancipazione.

Circo

Tutte e tre le pellicole sono ambientate in scenari circensi e i loro protagonisti sono attrazioni del circo. Quale ambiente migliore per sottolineare la diversità e sviluppare un discorso sull’emancipazione?

Ne Lo sconosciuto uno straordinario Lon Chaney interpreta un uomo senza braccia e la sua attrazione consiste nell’essere un lanciatore di coltelli. Quindi sì, li lancia coi piedi.

Il protagonista de L’uomo che ride, invece, è, appunto, un uomo che ride. Mi spiego un po’ meglio: è un uomo il cui viso è stato sfigurato costringendolo in un sorriso perenne. Anche qui straordinaria l’interpretazione di Conrad Veidt – già Cesare ne Il gabinetto del dottor Caligari – che, non potendo dare espressività al personaggio in un modo usuale (in quanto costretto a sorridere), ha messo in gioco una recitazione veicolata principalmente attraverso lo sguardo. È struggente vederlo ridere ma leggergli negli occhi la tristezza più profonda. Mi sembra scontato dire che anche lui è utilizzato come attrazione in un circo.

Infine, in Freaks, i protagonisti sono letteralmente dei freaks, cioè delle persone con reali deformità fisiche. Questa cosa, considerando che il film è del 1932, è assurda. Riuscite a immaginarvi che oggi esca nelle sale un film in cui ci sono persone con la sindrome di down che interpretano delle persone con la sindrome di down? Chi avrebbe il coraggio di produrlo? Tod, sappi che apprezzo il tuo coraggio. E dove staranno mai questi freaks? Ormai lo sapete: in un circo.

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OMMIODDIO MA QUELLO È JOKER!!!

Tinte horror

Nessuno dei tre film in questione è propriamente horror, ma tutti e tre però hanno dei caratteri che potremmo definire orrorifici.

Ne Lo sconosciuto c’è tutto un lavoro di creazione di atmosfere, basato sul fatto che il protagonista è un personaggio decisamente malvagio ed avido. Ogni volta che lo vediamo in azione effettivamente temiamo per quello che potrebbe fare. Ciò crea un forte clima di tensione lungo tutta la pellicola, il quale, però, non esplode mai in sequenze di paura pura, anche se ci tiene sempre col fiato sospeso. Un ruolo determinante è deputato anche alle musiche, che fanno da punteggiatura ritmica al film.

L’uomo che ride è un horror mascherato da melodramma e per certi versi lo potremmo considerare uno degli ultimi esempi di cinema espressionista. Pensate all’utilizzo che viene fatto delle ombre o agli ampissimi e talvolta improbabili angoli di ripresa, che accentuano l’idea di uno spazio asfissiante. Infatti la pellicola di Leni ha nettamente influenzato tutto l’horror a venire, soprattutto quello americano: pensate soltanto ad un altro film di Browning, DraculaChe comunque bastava già il sorriso inquietantissimo di Veidt a non farmi dormire mai più.

Freaks gioca con la deformità, nel senso che il regista inquadra i suoi freaks in modo del tutto neutro, trattandoli come normali persone. Il contrasto, da cui in ogni momento potrebbe scattare la sequenza orrorifica, consiste proprio nel vedere personaggi con evidenti deformità fisiche riempire l’intero schermo. Browning, dunque, sbatte in faccia allo spettatore la naturale propensione dell’uomo ad essere xenofobo, facendolo sentire minacciato dalla presenza dei freaks. Dato che parliamo di emancipazione…

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Mostruosità e deformità

È chiaro che nessuno dei tre film potrebbe esistere senza il suo protagonista con particolarità fisiche, ed è ugualmente chiaro che l’inserimento di queste particolarità serve per mettere a fuoco il problema della deformità. Non nel senso che un uomo menomato sia un problema, ma nel senso che alcune persone non sono capaci di comprendere questa ovvietà.

Il protagonista de L’uomo che ride appartiene a un retaggio nobile, è un lord inglese, ma per magheggi di potere è finito con l’essere un’attrazione in un circo. La sua stessa deformità gli impedisce di essere considerato al pari di tutti gli altri esseri umani: tutti quando lo guardano non possono fare a meno di ridere e ciò scava nell’animo del protagonista una solitudine sempre più accentuata.

L’unica persona che gli dona affetto e comprensione è la sua bella, la quale però è cieca. Questa è una chiara metafora per indicare che la deformità fisica dell’uomo non lo rende automaticamente un mostro: infatti, tolto l’elemento visivo, egli diventa semplicemente un uomo.

Ne Lo sconosciuto accade un qualcosa di simile. La bella del protagonista ha una paura fottuta di essere abbracciata e in generale afferrata da qualsiasi uomo. Il nostro eroe, però, non ha le braccia e dunque non possiede l’elemento che solitamente porta lei ad allontanare chiunque. SPOILER: lui in realtà le braccia ce le ha, ma finge di non averle per nascondere un altro difetto fisico, un doppio pollice, che altrimenti lo renderebbe facilmente rintracciabile dalla polizia.

Quindi qui il tema della deformità è trattato in maniera rovesciata: il falso menomato diviene un mostro proprio perché finge una mancanza che non gli appartiene. E quando poi, in un gesto estremo, egli si fa per davvero amputare le braccia, allora la trasformazione è completa. In questo caso la deformità rende mostruosi, perché indotta, e non naturale.

Freaks è come una sintesi tra gli altri due. Da un lato abbiamo i veri freaks, che vengono trattati come dei mostri dalle persone “normali”, non menomate, ma che in realtà sono buoni, gentili e onesti. Dall’altro, invece, abbiamo Cleopatra, un’avida trapezista che vuole impadronirsi del patrimonio di uno dei freak, che rappresenta il vero mostro della storia. Nel finale, Browning, con lucidissima intelligenza registica, eseguirà fisicamente il rovesciamento: i freaks assaltano Cleopatra e la trasformano, a loro volta, in un freak, rendendola il mostro che è.

freaks

Amore

Il movente che manda avanti la trama delle tre pellicole è, in ogni caso, l’amore.

Ne Lo sconosciuto il protagonista vuole a tutti i costi conquistare il cuore di Nanon e, come dicevo, sembra riuscirci, in quanto la mancanza delle braccia elimina la sua repulsione nei confronti dell’altro sesso. Ciò che il protagonista non coglie è che la sua falsa menomazione corrisponde all’assenza di virilità, metaforicamente parlando. Infatti egli perde definitivamente la possibilità di conquistare il cuore della donna proprio quando sceglie di farsi amputare le braccia.

L’uomo che ride, invece, presenta anch’esso un uomo in un’ossessiva ricerca dell’amore, ma di un amore che si potrebbe leggere anche come approvazione. Quello che gli manca, ciò di cui ha più bisogno è il sentimento della comprensione e della vicinanza, che nessuno è disposto a rivolgergli a causa della sua deformità. E allora egli, compreso l’errore, si rende conto che l’importante è essere amati da chi conta davvero, e che quell’amore vale tanto quanto – se non di più – la comprensione di tutti gli altri.

In Freaks Cleopatra ha la possibilità di mettere in piedi il suo piano diabolico in quanto approfitta dell’infatuazione di Hans nei suoi confronti. Anche qui Hans, similmente al protagonista de L’uomo che ride, confonde l’ossessione per una donna con il vero amore. Al contrario Cleopatra finge di essere innamorata di Hans per puro profitto personale, e per questo viene punita. Un po’ come a dire che il vero amore trionfa sempre.

l'uomo che ride

Emancipazione

Tutto quello che abbiamo detto finora agisce, in tutti e tre i film, in una direzione sola: la ricerca dell’emancipazione.

In Freaks l’intento è evidente, in quanto le immagini ribadiscono costantemente il fatto che, indipendentemente dalla loro deformità, i freaks sono esseri umani come quelli non menomati. Inoltre, il rovesciamento finale, che trasforma Cleopatra in freak, rappresenta la condanna verso coloro che discriminano gli individui per i loro difetti fisici. Ovviamente questo è un discorso estendibile a qualsiasi differenza fisica tra persone. Per dirne una: la questione razziale.

Ne L’uomo che ride si potrebbe dire che l’emancipazione ottenuta si realizza internamente, a livello personale. Il protagonista non viene accettato tra i suoi pari, ma trova la pace interiore nell’approvazione della sua bella. C’è da dire che il film si ispira al romanzo omonimo di Victor Hugo, che finiva in maniera tragica, con la morte del protagonista e di lei. Leni, spinto dalla produzione, ha voluto invece chiudere su una nota positiva, anch’egli insistendo sul fatto che la deformità non condanna l’uomo, il quale trova il suo lieto fine.

Lo sconosciuto, invece, a mio parere, mostra un’emancipazione diversa: quella della donna. È Nanon che a fine film trova davvero la sua emancipazione dalle mani degli uomini. La donna, nel corso della pellicola, sviluppa una confidenza tale da abbandonarsi a Malabar, che prima temeva fortemente a causa delle sue possenti braccia. Infine, la morte del protagonista elimina definitivamente il rischio per la donna di essere posseduta. Ella adesso può vivere felicemente nell’amore.

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Mario Vannoni

Un paesaggio in ombra e una luce calante che getta tenebra su una figura defilata. Un poco inutile descrivere chi o cosa sono io se poi ognuno di voi mi percepirà in modo diverso, non trovate?
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