Film

Perché Batman v Superman fa male ai cinecomics

Mi sono chiesto più volte come avrei iniziato questa recensione. Soprattutto perché, mentre ero seduto in sala per vedere Batman v Superman: Dawn of Justice, mi sono chiesto più volte cosa stessi guardando. Quindi, usando questo sporco trucchetto per aprire le danze, inizio con un cinefact emblematico che credo possa riassumere tutta la pellicola. Il titolo è volutamente Batman v Superman e non Batman vs Superman (e a dirvi la verità non me n’ero nemmeno accorto). Questo perché, secondo il regista Zack Snyder, lasciando solo la v restava comunque l’idea di scontro, ma non troppo. Cioè stava sempre a significare versus, ma meno, un versus tenero che ti fa gli occhioni dolci. Ecco, secondo voi questa cosa ha senso? Secondo me no, ma del resto nemmeno il resto del film, quindi nessun problema. (Qui invece c’è l’articolo di chi il senso l’ha trovato).

Ah, io volevo farla senza, ma questa recensione necessita assolutamente di spoilerz enormi. Siete avvertiti.

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Ci credete che non so da dove cominciare? Vi spiego, io sono uno che ha ruminato fumetti di tutti i tipi fin da piccolo, e che quando sono cominciati i cinecomics (quelli dal 2000 in poi per intenderci) ha costretto i genitori a portarlo a vedere ogni pellicola supereroistica esistente. Cioè, prima del film hanno passato il secondo trailer di Civil War e, anche se sapevo benissimo cosa sarebbe successo, ho comunque emesso gemiti di piacere non troppo velati all’arrivo di Spidey. Quindi, visti gli standard odierni che la Marvel ha fissato, capite bene perché mi ruotano i cosiddetti se un film sui supereroi è brutto. Il problema però è questo: magari Batman v Superman fosse solo brutto.

Cioè, intendiamoci, il film diretto da Zack Tamarro Snyder non è un film, è un’accozzaglia di scene mescolate alla rinfusa. Sembra quasi un trailer lungo 151 minuti, montato male. Per fare un esempio, so che è il finale, ma quanto passa dal momento in cui Lois prende la terra in mano e poi la butta sulla bara? Mi fai uno stacco e un cambio di scena se vuoi, non ventordici virgola sette con resto di due.

Davvero, spero comprendiate la mia fatica nel criticare costruttivamente il film, stando calmo e posato senza urlare improperi conditi da blasfemia all’universo, ma parlando normalmente.

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Un po’ come tutti i personaggi della pellicola non hanno fatto. Quasi ogni espressione uscita dalla bocca dei protagonisti era sopra le righe. Nel senso che sembravano tutte frasi ad effetto, messe anche quando non serve. Avete presente CSI: Miami? Le frasi da figo di Horatio Caine prima della sigla? Ecco moltiplicatele per mille e mettetele in bocca a Batman, Superman, Lois Lane, Wonder Woman, Lex Luthor, il Gabibbo e Enrico Papi. Che mancavano giusto loro nel film. La bamba invece, quella sempre presente.

In soldoni la storia è questa: Luthor vuole mettere tutto il mondo contro Superman, e per farlo inscena una strage in Africa scatenata dalla presenza di Lois Lane, lì per intervistare il signorotto della guerra di turno (e quindi funzionale perché avrebbe attirato il suo ammmore per salvarla). Peccato che usino fucili per ammazzare i civili. Superman spara raggi laser o pallottole dagli occhi? E la cosa triste è che l’odio di Lex per Supes è dato per certo, perché anche i sassi sordi sanno che i due sono nemici giurati, ma non c’è nemmeno un pallido tentativo di dare credibilità al background del personaggio. Poco riuscito anche lui, vuoi per la difficoltà del ruolo, vuoi perché sembrava Mark Zuckerberg con manie di grandezza un tantino esagerate. E Jesse Eisenberg mi piace pure come attore, che spreco.

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Ma Batman in tutto questo cosa fa? Cerca di trovare una persona chiamata il portoghese bianco, salvo poi scoprire che è una nave ormeggiata al porto di Gotham. Con il nome scritto a caratteri cubitali sul lato. Ma dentro c’è la Kryptonite che Lex ha ordinato su Amazon, quindi la ruba per fabbricare delle armi in modo da fronteggiare Superman (perché è un alieno, ci potrebbe uccidere tutti in un attimo se volesse e bla bla bla, frase ad effetto, bla bla bla, pettorali, bla bla bla, manco una tetta). Ora, avendo io una coscienza critica (almeno spero), devo ammettere che il Bruce Wayne di Ben Affleck funziona (anche se lui non sembra essersene accorto). E funziona molto bene. Anche da comprimario, anche in un pattume di film, il nuovo Batman ufficiale del DC Extended Universe è praticamente perfetto. Dark, duro, sexy, mono-espressivo, ma va bene così (ah, ho sempre amato Ben Affleck, per la cronaca). Uccide qualche nemico? Si discosta dalla sua controparte fumettistica? Glielo si passa perché ha sofferto troppo, perché vuole solo proteggere un mondo che, alla fine della favola, non vuole essere protetto. E poi non siamo in un fumetto, dobbiamo fare i conti con il fatto che, volenti o nolenti, questi non sono gli stessi eroi cartacei che ci hanno accompagnato per anni. Ci assomigliano tantissimo, ma per forza di cose non li sono e non li potrebbero neanche essere.

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Quindi i problemi dove stanno? Solo ovunque giri lo sguardo. Regia, fai partire la giostra delle minchiate di Batman v (mi raccomando la v) Superman: Dawn of Justice? Molte grazie.

Intanto la regia stessa. Snyder ha il gusto per le tamarrate, ma bisogna dire che le sue immagini sullo schermo hanno un buon impatto visivo. Peccato che piazzi scene in slow-motion ogni secondo, che smorzano spesso e volentieri il ritmo della pellicola.

Lois Lane. Già la faccia di Amy Adams mi infastidisce per qualche strano motivo, però vuoi davvero farmi credere che riesce ad essere sempre nel posto giusto al momento giusto?  Oltretutto salvando spesso e volentieri capra e cavoli e senza mai farsi un graffio. Ecco, Lois mi serve proprio per arrivare al momento PEGGIORE di tutto il film. Batman sta per uccidere Superman con una lancia di Kryptonite, e lui gli sussurra che così Martha sarebbe morta. Luthor aveva infatti rapito la mamma adottiva di Clark, per costringerlo a darsi le mazzate in CGI con Bruce.

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Piccolo inciso: Superman riesce a sentire Lois che cade dal palazzo e arriva per salvarla (o anche dopo quando sta per affogare mentre si mena con Doomsday), ma non sente che gli sgherri di Lex stanno rapendo sua mamma. Certo, forse stava facendo la cacca in quel momento o aveva l’iPod nelle orecchie.

Comunque, tornando a noi, anche la mamma di Bruce Wayne si chiamava Martha, quindi Batman si ferma sconcertato perché pensava che Supes si riferisse a lei. Nel mentre arriva Lois Cagacazzo Lane (ovviamente) a dirgli che Clark stava parlando della sua di mamma. Cioè questo è il motivo per cui Batman smette di odiare Superman e non lo vuole più uccidere. Perché le loro madri hanno lo stesso nome. STIAMO SCHERZANDO?? Tu mi costruisci tutto un film sui motivi che spingono questi due a pestarsi a sangue e poi li fai tornare BFF in questo modo? Io ero allibito.

E poi quando Batman va a salvare Martha Kent, menandosi con il solito gruppo di sgherri, viene colpito da diverse pallottole, due delle quali sparate a bruciapelo sulla nuca (ma la tuta è antiproiettile). Poi uno tira fuori il coltello e gli buca una spalla. Cioè davvero? No è seria questa cosa? Ah ok, mi dicono che la lama era in adamantio, scusate, errore mio.

E Wonder Woman? La sua presenza all’interno del film è riassumibile con una semplice metafora: come buttare un neonato in acqua aspettandosi i 100 metri farfalla in 3.7 secondi.

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Doomsday lasciamo perdere, creato in cinque minuti da Lex con il piccolo chimico, utile come un frigo per un eschimese. Ah no, è vero, uccide Superman. Già, perché ci sono solo due film in programma sulla Justice League e sicuramente Clark Kent non ci sarà. Che poi potevano almeno farlo credere, tentare lo pseudo-colpo di scena finale (fan service anche quello ovviamente). E invece fanno vedere il terriccio sulla bara di Superman che si solleva. Tanto faceva già tutto pena, un po’ di più cosa vuoi che sia.

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Vabbè, smetto altrimenti la tiro troppo per le lunghe. Però due considerazioni finali le voglio fare.

Intanto, un film del genere dimostra quanto la DC sia indietro rispetto alla Marvel (sotto ogni punto di vista), e proprio questo ritardo tempistico la sta portando a sfornare pellicole pessime solo per riuscire a recuperare. Non oso immaginare come possano essere i prossimi, se i presupposti sono questi.

Ma, soprattutto, Batman v Superman: Dawn of Justice è un film che fa male al genere. Perché chi vede solo qualche cinecomic ogni tanto, tra cui questo, ha tutto il diritto di volerne la fine. Anzi, è a causa di pellicole così che i supereroi potrebbero rischiare l’estinzione sul grande schermo. Se qualcuno si stesse chiedendo se ne abbiamo ancora bisogno, il film di Snyder risponde di no.

Ma per fortuna esistono i vari Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Guardiani della Galassia, Deadpool (o i primi due Nolan, il terzo meh) e potrei continuare la lista. Di questi sì che abbiamo bisogno. Anzi, di questi avremo sempre bisogno, perché se un film è oggettivamente fatto bene non ci sono detrattori che tengano.

Purtroppo, secondo me, a sto giro è andata peggio di quanto ci si aspettasse. E a grondare sangue non è stato solo Superman, come Batman avrebbe voluto, ma tutto il mondo dei supereroi.

 

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Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
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