Film

Pomi d’ottone e manici di scopa

Perché, perché nessuno si ricorda mai di questo film?! O meglio: perché nessuno lo conosce?

E’ tutto profondamente triste. Per la regia di Robert Stevenson, Pomi d’ottone e manici di scopa (Bedknobs and Broomsticks) è un delizioso film del 1971 prodotto da Walt Disney, ingiustamente dimenticato da Dio. Vuoi per la tecnica mista di animazione e live action con cui è stato realizzato, vuoi per il binomio strega buona + bambini, vuoi per la stessa firma di Stevenson alla regia, questo film è stato spesso bollato come “brutta copia di Mary Poppins“, anche se in realtà i punti in comune si limitano davvero a questi tre. E poi… io amo Mary Poppins, per carità del cielo, ma tra Angela Lansbury e Julie Andrews per me vincerà sempre a mani basse la mitica Angelona, in quanto indimenticabile donna-della-sfiga ne La signora in giallo. 

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Pomi d’ottone e manici di scopa ha una trama che da piccola ignoravo completamente. C’erano quelle tre, quattro scene che attiravano la mia attenzione, tutto il resto (tra cui l’epica scena finale, etichettata da una piccola me come “storica quindi noiosa”) era fuffa inutile. Inoltre, la mia VHS era una registrazione di mezzo palinsesto natalizio della RAI e prima di questo film c’era il mio adorato Canto di Natale di Topolino, quindi ciao, Pomi d’ottone non me lo cagavo di pezza.

Ero piccola, ero ingenua, ero tonta: questo film è pazzesco e la trama è uno dei suoi punti forti.

tumblr_lhfxvnjbKv1qfuepwSiamo in Inghilterra, in piena Seconda guerra mondiale. I tedeschi bombardano Londra abbestia e il governo decide di sfollare i bambini nelle campagne, affidandoli ai singoli cittadini. I fratelli Charlie, Carrie e Paul Rawlins (Ian Weighill, Cindy O’Callaghan e Roy Snart) vengono dati in affidamento a Miss Price, che prende lezioni di stregoneria per corrispondenza e ama i bambini come amerebbe dei divertenti calcoli renali. La convivenza come potrete immaginare non inizia sotto i migliori auspici e i ragazzini cercano di scappare: cambiano idea quando scoprono Miss Price volare a cavallo di una scopa.

Per motivi misteriosi, arriva a casa dell’aspirante strega una lettera in cui si spiega che l’ultima lezione del corso di stregoneria non potrà essere inviata a Miss Price; utilizzando un incantesimo imparato dalle lezioni, la donna e i tre bambini si recano a Londra dal preside della scuola di magia, il professor Emelius Browne (David Tomlinson) per avere spiegazioni. A bordo di un letto. Volante. Tutto dorato, pieno di ghirigori. Facendo girare un pomo d’ottone. Sì, era la mia scena preferita.

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Il professor Emelius Browne si rivela essere un incredibile ciarlatano, che aveva ricavato quelle lezioni di magia da un libro la cui parte finale è andata perduta. Miss Price non si dà per vinta e la combriccola riesce a trovare la parte mancante del libro recandosi a Portobello Road. L’ultima parte del libro è confusa e dal tono fiabesco: si parla di una leggenda, della presunta esistenza di un’isola abitata da animali in grado di parlare la lingua umana, l’isola di Naboombu. Grazie all’aiuto del piccolo Paul, il lettone raggiunge l’isola, che è un trionfo dei migliori personaggi disneyani, praticamente mezzo Libro della giungla e mezza Sirenetta. 

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L’ultimo incantesimo viene sottratto al re degli animali che, con molta originalità, è un leone: al ritorno in Inghilterra, Miss Price, Emelius Browne e i bambini tenteranno di farlo funzionare, con scarso successo. I tedeschi sbarcano sulle coste inglesi e rinchiudono Miss Price e i bambini in un castello. Con un incantesimo difettoso e un esercito di armature vuote, riusciranno i nostri eroi a fuggire e a scacciare i tedeschi?

SPOILER (ma vabé ragazzi, è pur sempre un film Disney, diciamo che nessuno si aspetterà mai una Miss Price fucilata dai tedeschi)

La risposta è sì, certo, ovvio che ci riusciranno. Nel video in sovrimpressione potete notare il livello di epicità della scacciata dei tedeschi per mano di armature vuote: è tutto qui il bello del film, nel finale, che è la sintesi dei pregi della pellicola.

Con Pomi d’ottone e manici di scopa ci troviamo di fronte a un divertente mix di moderno e medievale, realismo storico e fantasia, tranquillamente fruibile e godibile da grandi e piccini, in chiaro stile Disney. Bellissime le musiche (tante, forse troppe per qualcuno, non per me!), anch’esse estremamente varie ed eterogenee: si va dalla sigla medievale, ai balli tipici scozzesi, alle sonorità jazz di Portobello Road, a quelle hawaianeggianti dell’isola di Naboombu (“hawaianeggianti”… mi è uscita così, è che non c’è termine più giusto per definirle).

Potrà sembrare un’accozzaglia informe di stili e cose; e in effetti lo è. Ma è tutto estremamente gradevole, leggero, divertente, colorato. La tipica magia Disney: trasformare anche ciò che di più atroce e meschino possa produrre il genere umano in una battaglia tra bene e male avvincente e spassosa, dove i nazisti vengono cacciati da una strega buona e tutto si risolve per il meglio. La realtà dei libri di storia poi la sappiamo tutti (o quasi), ma a immaginare un finale alternativo in fondo non c’è niente di male. L’amore, la fantasia: cos’altro ci rimane?

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Lucia Tiberini

Classe 1992. Dopo un'infanzia nella provincia di Perugia, dove trovo notti stellate e sagre del cinghiale, mi trasferisco a Bologna, dove trovo esami, vino e bonghi. Amo il mio ukulele (ma solo esteticamente: non so suonarlo), Dylan dog, gli arrosticini e non disdegno il cinema.
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