Principesse Disney e castità
La Disney, fin dalla sua nascita, la brutta faccenda che al mondo esiste il sesso l’ha vissuta malissimo. Un po’ si capisce, ok: il target dei lungometraggi sono minori. Non puoi sperare di passare il visto censura se proponi scene di sesso ai bambini, e su questo ci siamo tutti. Per lunga parte della sua vita, però, il topo più filonazista del mondo ha prodotto cartoni animati decisamente sessuofobici, in cui non solo non c’erano riferimenti diretti ad alcun genere di rapporto ma addirittura… non veniva mostrata la maternità.
Avete presente Qui Quo Qua? E le tre sorcette odiose nipoti di Topolino? A Paperopoli e Topolinia sono tutti zii, degli zii, degli zii. Cugini in seconda. Amici, vicini di casa, consuoceri, parenti acquisiti. Non c’è una singola famiglia tradizionale (concetto così in voga alla Mulino Bianco) composta da papà, mamma, due pargoletti. Il che è surreale.
Il messaggio sembra chiaro, e siamo ben oltre la pubblicità progresso: nel momento stesso in cui trombi, per Disney, crepi di una morte orrenda. Oppure sparisci, lasciando la tua progenie tra le piume di zii lontani. O parti per un lungo viaggio chissà dove. O finisci in carcere a spacciare crack, vai a sapere. Nemmeno le beneamate Principesse Disney sfuggono a questa crudele legge di natura. Vediamo insieme la storia famigliare di alcune di loro e proviamo a trarre qualche conclusione scientifica.
Biancaneve
Principessa Disney DOC, proprio figlia di Re e Regina con tanto di pedigree. La Regina crepa, presumibilmente dandola alla luce, così, debbotto. Il Re si risposa in tredueuno e la affida alle amorevoli cure della matrigna Grimilde, la quale dopo averla usata come schiava a rammendare le mutande al castello cerca direttamente di accopparla perché è più gnocca di lei.
(p.s. date un’occhiata a “Biancaneve e i Sette nani” aka la zombie-story più horror di sempre“)
Cenerentola
Più o meno idem, anche se qui siamo davanti a una Principessa Disney “acquisita”, nel senso che impalma un principe ma che di per sé era una nobilotta di provincia qualsiasi. La madre schiatta in circostanze misteriose (cominciate a vedere un pattern…?), il padre si risposa, tira le cuoia anche lui, e Cenerompola resta a far la domestica in casa della matrigna e delle sorellastre racchie – impiegando il tempo libero a parlare coi topi.
Aurora, la Bella Addormentata
Questa i genitori li ha. Sono Re e Regina, felicemente inchiodati al trono tipo cartonato per tutta la durata del film (e chiaramente manovrati da sotto dal burattinaio dei Muppets). Però hanno l’alzata d’ingegno di affidarla a tre fate stupide, del tutto incapaci di provvedere alle necessità di un bambino, fino al compimento della maggiore età. Quindi, eccone un’altra cresciuta nell’orfanitudine.
Lady Marian, consorte di Robin Hood
Sappiamo solo che è la nipote del Principe Giovanni, e non ha evidentemente altre figure affettive/famigliari intorno. L’amorevole zio è noto per svenderla ai vincitori dei tornei di tiro con l’arco, nel weekend. L’unica amica di Lady Marian è una gallina obesa e petulante. Dove sono i genitori di questa ragazza, per Dio?!
Ariel, la Sirenetta
Nemmeno se hai la coda di pesce e il corpo umano, e quindi già di tuo evidenti difficoltà riproduttive, la Disney ti risparmia. La madre di Ariel, Regina del mare, è morta pure lei in circostanze meh. Qui i casi sono tre, torno a ripetere: o i Re Disney hanno il vizio dell’uxoricidio, o le donzelle muoiono di parto come mosche, o semplicemente non puoi fare sesso o crepi. Specialmente se sei donna. Punto.
Belle, la zoofila
Tra le Principesse Disney “acquisite” per meriti matrimoniali, Belle è figlia di un umile inventore pazzo di scarso successo. Pure lui vedovo, manco a dirlo. Visto l’equilibrio mentale del padre, in questo caso propendo nettamente per l’ipotesi dell’uxoricidio. Parere mio.
Jasmine, quella che parla con le tigri
Figlia di Re in salsa mille e una notte, orfana di madre. Il padre è un goffo incapace che si fa intortare da qualsiasi consigliere infido, manco fosse appena uscito dal nido. Della Sultana, nessuna traccia. Non pervenuta, proprio. Il Sultano non mi sembra capace di uccidere nemmeno la noia, quindi probabilmente sarà stata sbranata dalla fidata tigre domestica.
Pocahontas, tutto il mondo è paese
La maledizione della trombata non risparmia nemmeno le Principesse Disney native americane: la madre di Pocahontas, semplicemente, non esiste. Per sopperire alla mancanza della figura genitoriale, la povera ragazza passa le giornate a chiacchierare con un tronco d’albero. Il padre davanti a questo sintomo evidente di squilibrio mentale non si fa due domande.
Va beh, devo andare avanti o possiamo fermarci qui?
Conclusioni
Lo schema è chiaro: le madri (e spesso anche i padri) schiattano. Sorge spontaneo un interrogativo inquietante sugli zuccherosi lieto fine a cui ci ha abituato il nazitopo. Si sa che le Principesse Disney, dopo mille peripezie, alla fine del film si sposano col loro grande amore. Mi verrebbe da aggiungere “come pure le loro madri prima di loro”, no?
Se provate a vederla sotto questa prospettiva, il promettente “e vissero tutti felici e contenti” assume un sapore tutto diverso. Tipo: “e vissero tutti felici e contenti fino alla prima notte di nozze. Poi trombarono, concepirono, partorirono e creparono in circostanze misteriose, come da migliore tradizione”.
Se qualche futura Principessa sta leggendo questo articolo, tra una pulizia domestica per la matrigna e l’altra, la prego di rifletterci attentamente. Tesoro, ma ne vale veramente la pena? Tira un calcio a quella corona e sposati con l’idraulico Dino, finché sei in tempo: i Principi portano una sfiga nera.