Perché, secondo me, l’Oscar non fa di un film un bel film.
Arrivo anche io, con un po’ di ritardo, a commentare i film dell’anno, quelli che hanno diviso la critica internazionale, che ci fanno parlare da un mese e passa… Ovvero i film vincitori degli Oscar, Moonlight e La La Land. E parlo al plurale perché sono state proprio queste due le pellicole che hanno fatto man bassa alla premiazione, l’uno vincendo come Miglior Film e l’altro raccogliendo premi in altre sei importanti categorie (e riuscendo per un pelo a portarsi a casa anche quella del concorrente).
Ma facciamo un brevissimo riepilogo per tutti coloro che, nel periodo degli Oscar, si trovavano su Marte e che quindi non hanno potuto seguire le polemiche, gli articoli, i video, le interviste, i mea culpa e i licenziamenti in tronco che hanno seguito questa 89° edizione della kermesse.
La La Land aveva già vinto come miglior regista, attrice protagonista, scenografia, fotografia, colonna sonora e canzone originale quando Faye Dunaway e Warren Beatty sono saliti sul palco per annunciare il Miglior Film dell’Anno. Lui apre la busta e ci guarda dentro un paio di volte con espressione sorpresa, prima di passarla alla compagna; lei legge e annuncia La La Land. Quando il cast è sul palco con tanto di discorso di ringraziamento in corso, salgono Jimmy Kimmel e altri della produzione ad annunciare che – sopresa! – si sono sbagliati, ha vinto Moonlight.
Divertentissimi i meme con le espressioni di alcuni attori del pubblico e non: Ryan Gosling che con meraviglioso aplomb ride dietro la mano, Meryl Streep sconvolta con gli occhi fuori dalle orbite, The Rock e il suo sopracciglio pronti a saltare sul palco e riportare l’ordine a suon di bicipiti. La cosa meno divertente è che, ora che ho visto entrambi i film, posso dire che per la mia modesta opinione nessuno dei due ne è meritevole, o meglio, nessuno dei due è un grande film, soprattutto se ci soffermiamo a guardare altri titoli nella storia degli Oscar.
Ripeto. PER LA MIA MODESTA OPINIONE (vi prego, ora non bombardatemi di commenti odiosi, questo è semplicemente il mio parere personale, e si sa che io non faccio parte dell’Academy).
Ma perché (a me) i due film non sono piaciuti?
LA LA LAND
Premetto che non sono né una fan né una hater dei musical. Alcuni mi piacciono, altri no, quindi mi sono trovata davanti alla pellicola con una mentalità abbastanza aperta. Poi, essendoci Ryan Gosling ed Emma Stone, belli e bravi, ed avendo amato il precedente lavoro del regista (Whiplash), ero abbastanza entusiasta di vedere questo film. Merito anche di una grande campagna promozionale che aveva fatto salire l’hype in maniera vertiginosa, La La Land si proponeva ai miei occhi come successo travolgente. E invece ha finito per sorprendermi in maniera, purtroppo, negativa.
Innanzitutto ho trovato la trama scontata, senza guizzi in grado di stupire lo spettatore: il musical è un genere nel quale siamo abituati a seguire un plot abbastanza classico, per questo mi aspettavo di più da uno ambientato nei tempi moderni. Certo, il finale (che sempre per i marziani di cui sopra, non rivelo) atipico per le commedie sentimentali, porta una ventata di diversità, ma comunque è qualcosa che abbiamo già visto – e già visto fatto meglio – in altri film come 500 Days of Summer. È come se alla storia d’amore Gosling–Stone mancasse qualcosa: dal primo sguardo sai benissimo cosa succederà, sai benissimo come andranno le cose tra di loro, quasi conosci già le battute. Insomma, se non fosse per la bravura dei due attori (bravura innegabile), sarebbero due personaggi mediocri. Miles Teller in Whiplash, con i suoi silenzi e la sua muta tenacia, era decisamente più forte. Risaltava sulla scena, sudando e sanguinando sulla batteria, mentre la coppia Seb+Mia viaggia su due binari piatti e già conosciuti.
Non so. Nonostante la splendida fotografia, gli abiti e le coreografie, del film mi è rimasto poco, se non la sensazione di “aver già visto”, seppur in altre salse, quasi tutto.
(Leggete qui la recensione intera.)
MOONLIGHT
Il film che ha “rubato” la statuetta a La La Land, il film sui neri, sui neri gay, che finalmente ha taciuto la polemica degli #OscarSoWhite. La pellicola del (quasi) esordiente Barry Jenkins mi incuriosiva proprio per la capacità di aver sottratto il titolo di Miglior Film dell’anno ad un simile prodotto “vincente”. Lo sapevamo tutti che Chazelle avrebbe vinto, ma l’Academy ci ha stupiti con uno scarto finale, e non male come sorpresa.
La storia di un giovane afroamericano in cerca della sua identità (sessuale e personale) in un sobborgo degradato dove la droga la fa da padrona, è di certo interessante. E aiuta ad ampliare la visione stereotipata non solo dei neri, ma degli uomini in generale e degli omosessuali. Non tutti gli uomini sono machi, non tutti gli omosessuali sono checche. Molti stanno nel mezzo, magari mascherati dietro muscoli d’acciaio, incapaci di trovare una propria individualità che non scada nel luogo comune. Ancora più interessante l’idea di seguirne la storia dividendola nelle tre fasi della vita del protagonista: Chiron bambino, adolescente e adulto.
Tuttavia lo sviluppo della trama non mi ha colpita tanto quanto mi aspettavo. Lo ammetto, mi sono proprio annoiata, come per il suo concorrente. Capisco l’importanza di un simile film, ma non capisco i tempi morti, le pause, certe scelte stilistiche, né la quasi totale assenza di azione. Non capisco neanche la necessità di eliminare quasi subito il personaggio di Juan nonostante la sua importanza per il protagonista.
Insomma, non ho capito un sacco di cose.
Quello che mi è rimasto dopo la visione di Moonlight, è un senso di… indifferenza. Il difetto di un simile film drammatico, potenzialmente sorprendente, è stata secondo me l’incapacità di suscitare alcuna empatia. All’inizio la proviamo verso Chiron bambino, nella parte meglio riuscita, ma rapidamente l’emozione scompare lasciando il posto a un certo disinteresse per quel poco che succede sullo schermo. Si fatica, insomma, a sentirsi partecipi.
(Leggete qui la recensione positiva.)
Dunque, perché miglior film?
Si sa che le decisioni dell’Academy sono spesso imperscrutabili, a volte mosse (anche) da “mode” o “momenti storici” particolari. Ho nominato la polemica Oscar So White dello scorso anno, e data la vittoria di Moonlight, è facile pensare che anche queste storie abbiano avuto il loro peso nella votazione. Così come sicuramente la campagna pubblicitaria di La La Land ha fatto la sua parte aiutando il film ad essere candidato praticamente in tutte le categorie. Tuttavia, bisogna dire che la maggior parte della critica internazionale li ha osannati entrambi, anche se qualche voce contraria c’è, a ricordarci che forse le aspettative troppo alte sono sempre un problema. E io sono d’accordo, ma in fondo sono anche la stessa che non voleva far vincere DiCaprio lo scorso anno (leggete qui per ripassare), quindi è possibile che io sia semplicemente bastian contraria di natura.
Per concludere, belli o brutti che siano, ciascuno è libero di pensarla come vuole, questi due film sono di certo pellicole che rimarranno nell’albo dei ricordi degli Oscar per molto tempo. Come diceva Oscar Wilde, “parlatene bene o parlatene male, purché se ne parli” e qui, alla fine, ne stiamo parlando da un bel po’.