Film

Quella casa nel bosco: una storia vera

Immagino abbiate presente quel momento in cui state guardando un film horror e il pirla di turno mette in pausa per fare domande del tipo Perché questi cretini non se ne stanno dove sono invece di andare a controllare in cantina al primo rumore? oppure Perché si dividono!?

Beh, chiamate immediatamente quel vostro amico e ditegli che questo film fa al caso suo!

Quella casa nel bosco (2012) è stato accolto dalla critica come uno dei migliori film horror del nuovo millennio. La sua fortuna è dovuta alla trama scritta a puntino da due sceneggiatori con gli attributi come Drew Goddard e Joss Whedon (se non li conoscete, non preoccupatevi! Non li conoscevo neanch’io prima che m’informassi). Questi due individui sono riusciti a costruire una storia che mai nessuno si sarebbe sognato di scrivere così bene.

Quella casa nel bosco non nasce come horror fine a sé stesso, ma vuole scavare in profondità nella storia che c’è dietro ad ogni film horror. Usando come muri portanti proprio i più famosi cliché e stereotipi che questo genere solitamente ci propone, ci viene data finalmente una spiegazione, non per forza esaustiva, ma intelligente a quello che puntualmente accade ogni volta da copione. È vero che gli horror stanno in piedi proprio perché molte cose non vengono spiegate e che alla fine sono belli così come sono, ma la genialità di questo film è innegabile.

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Come se ci trovassimo in una barzelletta abbiamo un secchione, un macho, una verginella, un drogato e una battona: cinque personaggi che incarnano i classici caratteri stereotipati che incontriamo nei film horror (ho un deja-vu, mi sembra di essere tornato al mio articolo precedente su Breakfast Club). L’allegra combriccola decide di trascorrere un weekend in quella-casa-nel-bosco-che-mio-cugino-non-usa-mai-chissà-poi-perché. Inutile che vi dica come va a finire…

Detta così può sembrare un film già visto e se avete presente La Casa (oppure la neonata serie Ash vs Evil Dead) di Sam Raimi è probabile che troviate molte somiglianze. Ma il bello deve ancora venire, perché questo caposaldo del genere horror degli anni ’80 non sarà l’unico che incontreremo lungo la storia. Provate a pensare a un grande classico… Beh qui c’è! O almeno viene citato con un piccolo cameo. Da Alien a Non aprite quella porta, da It a Hellraiser, Il mostro della laguna nera, The StrangersShining, The Ring, Halloween, ecc… Per non parlare di orde di lupi mannari, zombie, fantasmi, streghe, demoni, mummie, vampiri, robo-killers, dottori pazzi e creature di ogni genere. Per questo vi sembrerà un film già visto: in un modo o nell’altro li racchiude tutti.

!!!ATTENZIONE SPOILER!!!

Come in una versione macabra di The Truman Show, i cinque ragazzi e le loro azioni sono controllate da una grande organizzazione che ha sedi distaccate in tutto il mondo. Le stesse famose iniziative senza senso che hanno i protagonisti si scoprono essere guidate da ferormoni rilasciati da leve e bottoni sotto forma di nebbia. Lo scopo di questa organizzazione? Creare incubi reali attraverso l’uso di oggetti curiosi che le vittime scelgono di loro spontanea volontà e che ognuno evoca una diversa creatura pronta ad ucciderli. Infatti esattamente sotto la casa dove alloggiano i ragazzi sono nascoste centinaia di prigioni cubiche (citazione dal film The Cube) studiate apposta per contenere mostri di ogni sorta.

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Il rituale sacrificale che questa organizzazione cerca di compiere in diverse parti del globo è molto semplice, ma non sempre ha successo. Cinque giovani devono essere uccisi dal mostro che hanno evocato, a partire dal’anima più corrotta (la battona) fino a quella più pura (la verginella), che però ha la possibilità di scampare alla morte secondo un capriccio del fato. Ma se il rituale fallirà gli Antichi, gli dei che un tempo governavano la Terra, si sveglieranno e distruggeranno ogni cosa…

Un ultimo avvertimento! Non pensate di vedere un vero e puro horror come quelli che di solito siamo abituati a guardare. Non fa paura! Horror e ironia viaggiano di pari passo talvolta sfiorandosi e sfociando in scene veramente brillanti.

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In fondo è chiaro: il fine ultimo di Quella casa nel bosco non è raccontare una raccapricciante storia di fantasia, ma raccontare la vera storia di noi pubblico che stiamo sulla poltrona del cinema a masticare pop-corn. Perché?

Chi sono realmente gli Antichi, secondo voi?

Se gli horror sono la vostra passione, fate un salto dai nostri amici di Film esageratamente da paura!

Federico Luciani

Nasce nel 1990. Sette anni più tardi s'innamora del teatro e da allora sono fidanzati ufficialmente. Laureato al DAMS di Bologna e impegnato nel teatro sociale da diverso tempo. Quando non scrive, divora film di ogni genere. Dylan Dog come eroe, Samuel Beckett come mentore, Woody Allen come esempio e Robin Williams come mito.
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