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Relazioni pericolose: tre storie d’amore soprannaturali

Facile incontrare storie d’amore nei film, storie frementi di passione, vero? La situazione si fa ancora po’ più complessa se la causa dell’infatuazione è un mostro, e per mostro intendo un mostro vero, una creatura decisamente non appartenente al genere umano, per quanto le sue fattezze possano ingannarvi.

Cosa succede quando perdi la testa per una creatura soprannaturale? Cadere nella trappola di una storia d’amore del genere è facilissimo, tuttavia malgrado le apparenze, e le probabili conseguenze, talvolta il risultato può risultare quasi positivo; e non è forse proprio questo il punto? Niente sangue, orrore o scene raccapriccianti (oddio, forse qualcosa c’è): l’unica cosa a rischio è il vostro cuore, destinato a spezzarsi in maniera inevitabile.

Queste sono davvero relazioni pericolose, e ce ne sono tantissime, sia in letteratura che nel cinema. Prendiamo tre casi molto diversi tra loro: Dracula, Ava e l’uomo anfibio.

Non credo che Dracula di Bram Stoker abbia bisogno di presentazioni. E non credo di dover approfondire neanche la figura del vampiro in generale, anche se ci sarebbe tantissimo di cui tener conto; il corpo stesso del vampiro, che non è sottoposto a decadimento ma può cambiare forma, del tutto polimorfo quindi, l’ibridazione e il ruolo che ha il sangue nel processo di trasformazione, una vera e propria contaminazione. Coppola nel suo film mantiene l’immaginario ottocentesco di Stoker, la potenza che questa creatura doveva avere sul buon senso e sulla decenza vittoriana: per questo i persecutori del Conte non sono altro che la rappresentazione della ragione sull’ignoto.

Mai come in questa pellicola l’atmosfera gotica entra nei polmoni, mentre lo spettatore viene dato in pasto a una narrazione fatata e caleidoscopica. E quindi, come non perdere la testa per Dracula (Gary Oldman) come la cara Mina Murray (Wynona Rider)? La loro storia d’amore identifica in maniera essenziale il modus operandi del vampiro come si deve.

Il vampiro è un gentleman, e incarna nient’altro che la tentazione.

Il titolo del film di Alex Garland, Ex Machina, fa riferimento al potere arbitrario della divinità nella tragedia greca, e Ava, l’umanoide progettato da Nathan Bateman (Oscar Isaac) non è proprio una divinità, ma lo diventa a causa delle scelte operate da un umano. Caleb Smith (Domnhall Gleeson) si ritrova a operare un Turing test molto speciale; perché il vero problema non è capire se Ava ha una coscienza di sé come robot ma se lui stesso ne è cosciente. Per farla breve: deve essere Caleb a ricordarsi che Ava è un robot. La faccenda è insidiosa, e tutto in questo film è una lunga ombra che si nutre di paranoia, ogni azione ambigua è causa di dubbi e incertezze. Del resto l’attrazione è legata alla coscienza, e se il robot è semplice simulacro questo malus viene perso in modo istantaneo se l’umano con cui si rapporta prova empatia per lui. Biasimare Caleb? Forse, ma sicuramente, alla fine della storia, si è reso conto che Ava non è certo “just a pretty face”.

L’ultimo film di Guillermo del Toro rende onore alla parola storia. Perché la storia, concreta, onesta e purissima è il nocciolo duro di The Shape of Water (candidato agli Oscar e disponibile nelle sale italiane dal 14 febbraio).

Quando Elisa (Sally Hawkins) una donna muta, si innamora di una creatura marina antropomorfa che viene tenuta prigioniera nel laboratorio governativo dove fa le pulizie, è la storia che prende vita. Le contorsioni fantastiche di del Toro sono qui declinate all’interno di una fiaba mista a un vero e proprio monster movie, stringendo intorno a sé anche gli altri personaggi, outsider ed emarginati. Il cattivo sembra quasi una caricatura, ma lo è davvero nella sua grottesca e bigotta visione di tutto ciò che lo circonda? Se il film è circondato da un’aria magica ciò che avviene è molto concreto, per questo la storia d’amore in questione è certamente la più pura e reale tra queste tre, perché ciò che avviene tra l’uomo anfibio e Elisa è un vero e proprio riconoscimento, complesso e allo stesso tempo facilissimo e quasi naturale da percepire. Con la stessa semplicità è trattata anche la sessualità, un tocco naturalistico, privo di artifici o scene pretenziose. Quindi l’innamoramento di Sally non è certo come gli altri: per lei, e sicuramente anche per lui, è una sola storia d’amore.

Diletta Crudeli

Classe '91. Pur avendo studiato Beni Culturali ed editing credo di saperne di più sui viaggi nel tempo e sulle zone infestate. Leggo un sacco di libri e cerco sempre di avere ragione, bevo tanto caffè, e provo piacere nell'essere un’insopportabile so-tutto-io. Per intrattenervi posso recitare diversi sketch dei Monthy Python.
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