
Risorto – La caccia a Gesù e le notti sul divano
È una di quelle notti in cui sei tremendamente stanco, ma allo stesso non ci pensi minimamente ad andare a dormire. Voglio dire, già che siamo in questo bel periodo festivo in cui puoi permetterti di alzarti all’una e pranzare con un Pandoro, come si può resistere alla tentazione di marcire inutilmente davanti alla tv finché non ti si sciolgono gli occhi dal sonno?
Mi imbarco quindi nella solita scarrellata di canali fidati, nella speranza di trovare qualcosa che possa essere vista anche con 1/4 di cervello acceso. Si parte da Sky Atlantic, ma direi che una replica di Westworld in queste condizioni non me la guardo manco torturato. Fox è la solita delusione di serie-pacco, e Fox Animation trasmette una puntata dei Simpson di una stagione successiva alla 14°, e quindi si salta a prescindere.
Bisogna passare ai canali di cinema e pregare.
Sky Cinema 1 offre 13 Hours – The Secret Soldiers of Benghazi di Michael Bay e già si parte malissimo. Ecco però che, pochi canali dopo, mi imbatto in Risorto – Risen.
Mi ricordavo dell’esistenza di questo film perché ne avevo commentato il trailer qualche mese fa, e la trama già allora mi aveva intrigato assai: 33 d.C., Clavio, tribuno a capo della Legione romana in stanza a Gerusalemme, è incaricato da Ponzio Pilato di ritrovare il corpo scomparso del Nazareno Yeshua (il nome di Gesù in ebraico) prima che la leggenda della sua resurrezione si diffonda, alimentando le voci che lo vorrebbero come il Messia.
Insomma, l’idea di base è sufficientemente interessante per convincermi a dare una possibilità a questo Risorto. Il film è iniziato da dieci minuti ma va beh, tanto non mi illudo certo di vederlo finire. Che ho pure letto da qualche parte che è una mezza vaccata. Ma tanto non ho alcuna aspettativa artistica, voglio solo essere intrattenuto.
Non ci metto molto ad accorgermi che in realtà il film mi sta sorprendentemente prendendo. Sarà che ogni volta che vedo un peplum ripenso alla serie di Spartacus e mi scende la lacrimuccia, sarà il mio passato di bimbo che si sballava a disegnare i passaggi dell’Antico Testamento (che vi devo dire, ognuno ha degli scheletri nell’armadio), fatto sta che mi gusto Risorto fino alla fine. Tanto che oggi mi sono andato a recuperare i dieci minuti iniziali e ho deciso di condividere l’esperienza con voi.
Dunque, cosa funziona in Risorto? Come ho detto, il soggetto è ottimo. Da Il Re dei Re di Cecil B. DeMille, passando da Il vangelo secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini e L’ultima tentazione di Cristo di Scorsese fino ad arrivare a La passione di Cristo di Mel Gibson (che tra l’altro sta lavorando al sequel. True story), la storia di Gesù di Nazareth è approdata un fottio di volte sul grande schermo.
Ma questa volta è diverso, perché al centro del film non c’è la sua storia, ma quella del tribuno Clavio, un militare devoto non al Dio degli ebrei, ma al Dio Marte.
Ed è proprio su Clavio che il regista e sceneggiatore Kevin Reynolds (famoso principalmente per aver diretto Kevin Costner in Robin Hood e Waterworld) punta tutta la sua attenzione.
Il personaggio funziona, ed è sicuramente l’aspetto più positivo del film. A dare il volto al tribuno romano è Joseph Fiennes, alias il fratello sfigato di Ralph. Il buon Joseph è un discreto attore, e anche se il suo Cladio ha due espressioni in croce, se le fa bastare per dare intensità e spessore al personaggio, tanto che ci si ritrova facilmente a provare empatia verso questo povero romano, ritrovatosi imprigionato in una storia che va al di là della sua comprensione.
Certo, sarebbe impietoso confrontarne il talento con quello del fratello. Ad occhio siamo dalle parti del divario che passa fra Filippo e Simone Inzaghi (p.s. del secondo ho indelebile in testa il ricordo mentre si fa mangiare ripetutamente da un centrale del Cervia in una prestigiosa amichevole estiva contro la Sampdoria. Nostalgia over 9000).
La prima parte di Risorto si concentra completamente sulle indagini di Clavio e Lucio (Tom Felton, alias Draco Malfoy) ed è sicuramente la più interessante. I dialoghi funzionano, il ritmo è serrato, la curiosità di vedere dove vorrà andare a parare questa bizzarra storia c’è.
L’aspetto più appassionante della vicenda è il dubbio che piano a piano si impadronisce dell’animo di Clavio. A mano a mano che le ricerche proseguiranno, le certezze del soldato romano saranno sempre più minate dal susseguirsi degli avvenimenti, che sembrano puntare tutti verso un’unica soluzione: Gesù è risorto, Gesù è il Messia, e i romani sucano.
Sarebbe stato molto interessante se Kevin Reynolds avesse avuto il coraggio e il talento di portare avanti questo dubbio per tutta la durata del film, concentrandosi veramente sul dilemma interiore di Clavio. Peccato però che, verso metà, il film decide di schierarsi apertamente e di dare una soluzione al mistero. E da qui in poi tutti i buoni propositi di Risorto vanno in vacca e tanti saluti, è stato bello crederci.
Seguono SPOILER dopo l’immagine. Che poi va beh, non è che si sta parlando di Game of Thrones, però con gli spoiler è bene non scherzare mai.
Clavio incontra Gesù. E quindi alla fine Gesù è risorto, Gesù è il Messia, e i romani sucano. Che poi ci può anche stare eh, il problema è che da qua alla fine il film non ne azzecca più mezza.
La scena in cui Clavio si ritrova davanti Yeshua non è niente male, soprattutto perché è sinceramente sorprendente. Ma poi già il fatto che Gesù abbia il faccione di Cliff Curtis (il Travis di Fear The Walking Dead) mi sembra il classico esempio di casting fatto sotto oppiacei. E poi gli Apostoli. Cioè, gli Apostoli sono degli idioti. Un branco di hippie totalmente sballati di felicità e di gioia, che non fanno altro che ridere come dei fusi e urlarsi “Fratello!!!” “Fratello!!!” “Fratello”! Eccheccazzo.
Ho capito che aver scommesso sul Dio giusto può renderti un pelo euforico, ma bisogna anche saper vincere con stile.
Insomma, fra un miracolo pezzente e un altro, Risorto giunge al suo finale (non prima di averci regalato una delle scene più imbarazzanti che mi sia capitato di vedere di recente. Se vedrete capirete).
Alla fine, nonostante i difetti, devo dire che la sufficienza se la porta a casa. Certo, se vi organizzate una serata intorno alla visione di Risorto cascate male. Però preso così, alla leggera, senza enormi aspettative e con il solo scopo di svagarsi per un’oretta e mezza fa la sua figura, e potrebbe farvi godere come un inaspettato 66 al Fantacalcio che vi fa svoltare il lunedì mattina.