Santa Clarita Diet? Una nuova serie Netflix, a tema zombie ma in chiave grottesco-umoristica? Praticamente ci stavo sguazzando come una mosca nella merda già dal trailer.
Appena è uscito (Cthulhu benedica Netflix che fa uscire le stagione intere in una botta sola) mi sono data alla maratona folle. Con un entusiasmo e delle aspettative molto alte. Lo premetto per non far la solita figura da stronza in seguito.
Santa Clarita Diet è la storia di una normalissima casalinga di Voghera agente immobiliare californiana che senza apparente motivo di punto in bianco tira sulla moquette una sboccata che manco nell’Esorcista, “muore”, e dopo pochi secondi torna in vita con una curiosa voglia di carne cruda – possibilmente umana. Non preoccupatevi che non sto spoilerando niente, ‘sta sbobba ce la propinano nel primo episodio.

Cerca a quel punto di prenderla sportivamente, e di riuscire ad integrare la sua vita famigliare di moglie, madre e #agenteimmobiliarecaliforniana con il nuovo vizietto di uccidere la gente per mangiarsela. Anche il marito (un weirdo assurdo, vero punto di forza della serie) e la figlia adolescente (che invece è da prendere a mazzate) se ne fanno ben presto una ragione, e accettano la nuova natura della signora aiutandola a procurarsi da mangiare.
Ma in cosa consiste la Santa Clarita Diet?
Sheila ci prova, ad accontentarsi del pollo crudo. Ce la mette tutta. Ben presto però accetta l’amara e sanguinolenta realtà: i non morti si nutrono di carne umana. Si procura un bel congelatore spazioso e con l’aiuto del maritino comincia ad ammazzare la gente. Evidentemente i due sono grandi fan di Dexter: cercano di attenersi al suo codice, e di far fuori solo criminali (NB: anche la loro prima “killing room” foderata di plastica è una palese citazione al vecchio Dexter).

Saranno le proteine, saranno le prime avvisaglie frizzantine della menopausa, sarà la morte. Quello che vi pare: sia quel che sia la nuova dieta apporta dei benefici immensi a Sheila (che, non l’ho specificato, è interpretata da una Drew Barrymore ancora perfettamente conservata). Da mansueta conformista di periferia la nostra sexy Zombie si trasforma in una fanatica del “fai sempre quello che vuoi”. Anche se significa mangiare una rotula.
I punti di forza di Santa Clarita Diet
- Il gore. Nonostante la confezione deliziosamente pop e colorata, Santa Clarita Diet ci regala dei momenti di autentico schifidume. Dalla sconcertante vomitata iniziale al mignolo del piede martellato a metà (mi fa ancora male il mio, di riflesso) non sentirete certo la mancanza dei dettagli splatter, se amate il genere. Una scelta che io ho apprezzato.
- Le risate. Si ride, e si ride tanto. Il merito va più che altro alla mimica di Timothy Olyphant, che nei panni del marito bellimbusto col sorriso innaturale sempre pronto regala dei momenti di pura gioia.
- Il personaggio di Eric (interpretato da Skyler Gisondo). Un nerduccio adorabilissimo, stereotipato al punto giusto e che vi entrerà subito nel cuore.
Quello che non funziona
Avrei qualcosa da ridere sul ritmo della narrazione. Santa Clarita Diet ha dei tempi quasi da sitcom nella progressione narrativa, ma non è una sitcom. L’approfondimento dei personaggi secondari si ferma serenamente allo zero e quello dei quattro personaggi principali si attesta intorno al “meh”.

Anche se il taglio della serie è comico e leggero, l’ambientazione e la storia si prestavano benissimo ad una velata e umoristica quanto-vi-pare critica sociale. Me la aspettavo, quando ho cominciato la serie: “come ci sconvolge la vita borghese di periferia, diventare uno zombie“? Il cuore narrativo di Santa Clarita Diet, per come è stato venduto, sembrava essere quello.
Un tema che invece resta accennato in modo superficiale e non entusiasmante. Se siete alla ricerca di “zombie integrati che sconvolgono la vita borghese americana” andatevi a recuperare il sottovalutatissimo Fido di Andrew Currie. Gran film. E lasciate perdere questa nuova serie, perché quanto a satira sociale rimarrete a bocca semi-asciutta.
Il mio non dare un volto alto è motivato soprattutto dall’ultimo punto, in relazione alle aspettative succulente che avevo. Se non ve ne frega niente e volete farvi quattro risate sugli intestini degli altri, Santa Clarita Diet è una serie perfetta che vi terrà compagnia per 5 orette oziose.
Still better than Sanremo.