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Science Fiction anni Novanta per un mondo migliore

Tre film di Science Fiction. Non film che sicuramente non conoscete, che sicuramente amate. Soltanto, tre film sci-fi degli anni Novanta che sì, forse sarebbe meglio recuperare. Se vogliamo dar loro delle etichette possiamo chiamarli, in ordine, il Divertente, lo Spietato, l’Allucinato.
Non c’è altro da aggiungere, a mio parere, in questa introduzione. Anche perché, ammettiamolo, se vi piace il genere non avete bisogno di così tanti inviti, dai.

Il Quinto Elemento, Luc Besson (1997)

Il simpaticone del trio, il Divertente appunto. Il Quinto Elemento è quando Luc Besson ha incontrato la Science Fiction l’ha fatta esplodere. Il Quinto Elemento è il film più costoso del trittico: 90 milioni e un cast non male, con protagonisti Bruce Willis e Milla Jovovich e Gary Oldman come scapestrato antagonista. Se non sapete di cosa stiamo parlando: nel 2263 sul pianeta Terra tornerà a far visita il Male Supremo che può essere sconfitto solo da un potentissimo essere. Abbiamo: esseri biomeccanici, pietre elementali, archeologia aliena, una città futurista dove il ristorante cinese viene alla finestrella della tua capsule home. Il Quinto Elemento non sarà il più maestoso dei tre, ma riesce comunque a fare il suo lavoro. Il duo protagonista non cede mai nella corsa ma sono soprattutto i dettagli a fare il grosso del lavoro. Ci sono mille suggestioni diverse e, possiamo dirlo candidamente, la scena all’Opera è una follia indimenticabile.

Gattaca – La porta dell’universo, Andrew Niccol (1997)

Gattaca, per chi non lo conosce, può apparire come una bella pellicola abbastanza tranquilla del filone biopunk. In un futuro non meglio specificato infatti, i genitori possono scegliere se dare alla luce un figlio in maniera del tutto naturale o, scelta consigliata, programmarne tutti gli aspetti. Costruire un perfetto e funzionante corredo genetico, che permetterà di assicurare al nascituro o alla nascitura un futuro brillante e una bella vita lunga. La società è divisa in validi e in-validi. Il protagonista, Vincent Freeman (Ethan Hawke) appartiene alla seconda categoria, ma, grazie a una pratica ormai frequente, riesce a fingersi un valido, ovvero Jerome Eugene Morrow (Jude Law), in modo da poter partecipare alle spedizioni nello spazio.
Gattaca è spietato e crudele. Sotto la lucida patina del classico sci-fi corre una profonda e logorante riflessione sul rapporto tra identità e corpo. A più di vent’anni di differenza Gattaca ci dimostra quanto corpo e identità siano fattori che danno o tolgono a qualcuno. A Gattaca alla fine, c’è comunque una sola donna (Uma Thurman), considerata comunque non valida per andare nello spazio. Qualcosa in noi non sarà mai abbastanza. Riconoscerci nelle etichette, nei generi, nei corpi non da mai abbastanza spazio.

π – Il teorema del delirio, Darren Aronofsky (1998)

Non è di un certo un thriller come vuole farvi credere Wikipedia. Π vi trasporta lentamente in una spirale folle e allucinata, mentre il suo protagonista cerca di trovare un ordine nel reale. Maximillian Cohen (Sean Gullette), un matematico, vive isolato ed è dipendente dall’uso di analgesici. Il suo unico contatto umano è quello con un vecchio professore, insieme al quale gioca a go.
La ricerca di Maximillian è la ricerca del senso, della perfezione e del reale, di ciò che sta dietro di esso. La pellicola assume una prepotente sfumatura lynchiana che vi inchioda fino alla fine, senza darvi tregua e risucchiandovi nella sua atmosfera claustrofobica (mai come in questo caso l’aggettivo è usato con vero piacere). È Science Fiction perché parla dell’impossibile e di come trovarlo, e, al pari di un pianeta o di un essere inconoscibile, afferrarlo.

Diletta Crudeli

Classe '91. Pur avendo studiato Beni Culturali ed editing credo di saperne di più sui viaggi nel tempo e sulle zone infestate. Leggo un sacco di libri e cerco sempre di avere ragione, bevo tanto caffè, e provo piacere nell'essere un’insopportabile so-tutto-io. Per intrattenervi posso recitare diversi sketch dei Monthy Python.
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