Film

Scott Pilgrim: un eterno sfigato VS the world

Innanzi tutto, bisogna tenere presente che l’anno è il 2010. Le contaminazioni tra cinema, fumetti e videogiochi all’epoca ci sono già, naturalmente: ma questo non impedisce a Scott Pilgrim VS The World, adattamento per il grande schermo del fortunato fumetto di Brian Lee O’ Malley, di rappresentare una novità assoluta sul panorama.

SP_Poster_1Dopo essersi divertito a reimpastare il pane degli zombie (che in effetti era un po’ secco) con Shaun of the dead, dopo aver reinventato il police-action movie stile Arma Letale con Hot Fuzz, questa volta il regista Edgar Wright prende in mano le due forme d’arte nerd per eccellenza – il fumetto e il videogioco – e la fa debuttare, per la prima volta con tale incisività, nel mondo del cinema.
Del fumetto s’è detto: per Scott Pilgrim VS The World O’ Malley per primo, a sua volta, aveva pescato a piene mani dall’universo videoludico, ed aveva dato vita ad una sorta di contaminazione, di originalissimo crossover per narrare una banalissima storia.
Ed è proprio così: la storia, nelle sue linee generali, è una delle più antiche del mondo.

C’è il ragazzo sfigato, Scott Pilgrim (un Michael Cera che aveva già coperto alla perfezione il ruolo in Juno), e c’è la femmina, Ramona Flowers (Mary Winstead), che di lui non ne vuol sapere, perchè è di un altro pianeta. Ad essere interessante è il modo in cui questa banalità è resa in modo splendidamente originale.
Ed ecco allora l’apporto della mente geniale di O’Malley, con tutta la faccenda della “Lega dei Sette Malvagi Ex”, dei “Sex Bob-Omb”, di Gideon “G-Man” Graves (un inatteso e spettacolare – come sempre!- Jason Schwartzman) e tutto il resto: insomma, una questione di dettagli, di contorni.
Scott suona in un gruppo inascoltabile da quanto è indie (e la colonna sonora, si tenga presente, è impeccabilmente firmata da quel genio di Beck), ed è inguardabile da quanto è nerd: ecco perchè, a inizio film, se la fa con una scolaretta cinesina diciassettenne. Il geek incontra la cosplayer, perfetto.
Finchè non arriva Ramona: e arriva semplicemente, attraverso un portale dimensionale, che le permette di spostarsi attraverso i sogni della gente. Punto e basta, bisogna accettare e stare sereni: qui stiamo parlando di cinema puro, di pura illusione, un po’ come i primi trucchetti di George Méliès.

Scott Pilgrim (MICHAEL CERA) and Ramona Flowers (MARY ELIZABETH WINSTEAD) in the amazing story of one romantic slacker?s quest to power up with love: the action-comedy "Scott Pilgrim vs. the World".
Ramona ha una maledizione che le grava sulle spalle: chiunque tenti di farsela, verrà perseguitato, ed infine sconfitto, da uno (o più) dei suoi Sette Malvagi Ex.
Scott Pilgrim, sfigato ontologicamente, questo non lo sa, e naturalmente non desidera altro che farsela, la vulcanica Ramona: ed ecco perchè se la dovrà vedere in battaglie e combattimenti all’ultimo sangue contro una serie di personaggi poco raccomandabili e deliziosamente esagerati, come sanno essere solo i protagonisti di fumetti e videogiochi.

E’ proprio per questo che la regia di Wright appare divertita, più di ogni altra cosa: in Scott Pilgrim non ci sono regole, si può inventare ciò che si vuole, utilizzando dispositivi e strumenti di arti altre rispetto al cinema. Così, un combattimento diventerà paragonabile ad uno scontro fatale in un torneo di Tekken tra amici, e cuoricini balzeranno tutto intorno ai volti di Scott e Ramona quando scatterà il primo bacio. Ma non solo questo, perché i richiami al mondo del fumetto e a quello del videogioco sono pressoché continui: dalle espressioni onomatopeiche che sottolineano un rumore forte (WHAM e così via) che compaiono proprio come sulle tavole di un numero di Topolino, alla struttura da gioco di ruolo che assume la storia man mano che si prosegue, mostrando di essere suddivisa

Scott Pilgrim vs. The World movie image

secondo vari “livelli”; al termine di ognuno di questi sta un “Boss” (uno dei Sette Malvagi Ex) che, se sconfitto, farà guadagnare a Scott un certo numero di EXP (Punti Esperienza, ricorda qualcosa?).
Poi, quando a un certo punto a Scott Pilgrim viene data la possibilità di raccogliere e tenere da parte una “vita” di riserva, da sfruttare successivamente in caso di necessità, non si può fare a meno di chiedersi dove diavolo ci si trovi: siamo in un film o stiamo giocando?

Oltre al più classico degli “ognuno di noi, anche il più sfigato dei Pilgrim, ce la può fare” – da manuale di storie di formazione -, forse è proprio questo che ci può lasciare la storia dello sfigato Scott VS The World: che il cinema non può continuare a far finta di niente di fronte a fumetti, e soprattutto a videogiochi, che gli somigliano sempre di più, che lo chiamano in causa come un complice creativo.
Ecco, forse per la prima volta (oppure, comunque, definitivamente e per sempre) con Scott Pilgrim VS The World il cinema ha capito che le arti più “povere”, più “popolari” di lui, possono essere sue complici, nell’unica cosa che conta: lasciare al mondo storie degne di essere ricordate, come questa.

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Emanuele Pon

Autentico nativo genovese, classe '92. Nella vita tendenzialmente mi piace imprecare e scrivere, in quest'ordine. Quando non impreco, scrivo, e scrivo di letteratura e cinema, perchè vivo nella (folle?) convinzione che di immagini e parole sia fatta la parte più bella del mondo.
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