Questo era solo un subdolo modo per farvi entrare nel mood della recensione: cioè sparare cagate a raffica condite da qualche cosa seria e vagamente intelligente. Bene, le due vecchie le trovate qui e qui. Ora però partiamo, che la 6×03 de Il Trono di Spade è davvero un puntatone. Lo so, lo so, altro episodio senza tette, ma in compenso c’è l’ennesima battuta sulla protuberanza fallica maschile. Se ne mettono una per ogni puntata non so se è la cosa più geniale del mondo o la più stupida. Probabilmente entrambe.
Allora via che si comincia, ma occhio agli spoilerz, come dice Arya Stark. Santo dio che brutta questa, fate pure partire le risate registrate.
Non si poteva che cominciare con il redivivo Jon Snow. Diventato già God Snow per tutti quelli che a scuola sono al massimo riusciti a recuperare l’insufficienza renale, si risveglia dal nulla dell’oltretomba non proprio al massimo della forma. Già dopo una sbronza senti la morte impossessarsi della tua anima, figurati quando ti pugnalano ventitré volte e torni indietro. Ma per fortuna c’è san Davos che ci mette sempre una pezza, facendo pure tornare la fede a Melisandre, con la quale, ricordiamocelo tutti, non è che corresse proprio buon sangue. Comunque, non diciamolo troppo forte che poi ci ammazzano pure il Cavaliere di Tropea. Io continuo a ribadire però che, in un mondo così spietato e brutale come quello de Il Trono di Spade, vedere l’intima complicità tra Jon e Tormund o tra Jon e Edd è una delle bellezze della serie, che sempre più riesce a farti adorare i suoi personaggi. E poi te li ammazza come cani, godendo nel farlo. Ma questi sono dettagli, non stiamo a fare polemiche.
Ma quella cos’è? Una barca? Un mare in tempesta? Siamo di nuovo nei pressi di Pyke? Sta arrivando Victarion? Dai che forse ci siamo, ecco che… Sam Tarly vomita in un secchio. Cristo! (Anzi no, cambio esclamazione, Jon!). Ma io me li ero felicemente dimenticati quei due, non potevano farlo anche Benioff e Weiss? Vabbé, per fortuna vediamo solo la dieta dimagrante consigliata da Schettino, e quella che nella vita non ha passato manco gli esami del sangue. Cambio scena grazie!
Oh, bene, siamo di nuovo nel passato, proprio nel bel mezzo della ribellione di Robert Baratheon. Ora, sarò solo io, ma adoro queste finestre temporali. Intanto è la maniera perfetta per rivitalizzare la storyline di Bran, che tra il pubblico aveva più o meno lo stesso appeal di una colonscopia. Poi riescono a svelare tutte queste chicche sulle leggende o sui miti del passato di Westeros, che ingolosiscono parecchio chi ha letto i libri. Ser Arthur Dayne, sta benedetta Spada dell’Alba, viene citato tantissime volte, e fa piacere vederlo in azione in carne ed ossa. Certo, poi muore male pure lui, perché evidentemente il nostro caro Ned doveva esaurire la sua dose di fortuna già in tenera età. Comunque uno scontro pazzesco coreografato alla perfezione, quando vedo robe del genere avverto sempre di più la mancanza delle spadate. Intanto sento la probabilità di vedere Rhaegar sfumare sempre di più, bastardi, non potete dirmi che è già morto pure nel passato, così non vale. E quindi chi ci sarà nella torre? Re Artù? Raperonzolo? Il fantasma formaggino? Dai, dovremmo saperlo tutti chi c’è, è un po’ il segreto di Pulcinella (anche se non troppo). Ma se riescono a centellinare così le spiegazioni, alludendo vagamente e basta, fino all’inevitabile rivelazione finale, beh, applausi davvero.
Ed eccoci in compagnia dei Dothraki, questo popolo così pacato con una preoccupante ossessione per i cavalli. Volevo fare una battuta su Cicciolina, ma pare che non abbia mai davvero avuto incontri ravvicinati del terzo tipo con l’animale, quindi niente, peccato. Daenerys invece deve fare i conti con la saggia decisione di rivelare di essere la vedova di un Khal, che a violare le tradizioni nell’economia de Il Trono di Spade non si finisce mai bene. Nota dolente: Emilia Clarke, come avrete già notato, si è rotta le balle di mostrare le zinne al vento, quindi anche a sto giro ce le fanno solo annusare (visto che siamo delle bestie cerco di restare in tema). Che poi, a dirla tutta, non erano nemmeno un granché, ma vedere un prodotto della HBO che accenna soltanto una scena di nudo fa comunque notizia.
Intanto a Meereen Varys sta giocando a poliziotto buono e poliziotto cattivo, proprio con la donna di facili costumi che aveva ucciso uno degli Immacolati nella scorsa stagione. L’eunuco ha questa strabiliante capacità di farti venire i brividi anche quando ti dice che andrà tutto bene, e come tecnica di interrogatorio è decisamente efficace. Dirti che aiuterà tuo figlio mentre ti fa intendere che, se solo volesse, sareste entrambi appesi per i talloni è molto persuasivo. Intanto Tyrion prova a giocare a “io non ho mai” con Verme Grigio e quella strafiga di Missandei, mettendo in luce la bravura con le donne proprio dell’Immacolato. Che in effetti se ti manca lo scroto da quando sei bambino è dura saperci fare. Ma, sorpresa sorpresa, dietro i Figli dell’Arpia ci sono gli schiavisti della Baia. Ora valli a fermare tutti di nuovo senza che ti conquistino la città, se riesci. Com’è che era? Devi trasportare un lupo, una capra e un cavolo dall’altra parte del fiume…
Ma torniamo ad Approdo dell’Incesto per rivedere il nostro caro Qyburn Mengele, che svela il mistero degli “uccelletti” di Varys: bambini. Ciccio caro, Sherlock Holmes li usava già nel 1800, arrivi tardi. Qui il clima è teso come ad un controllo di Equitalia, perché si è ormai deciso di estromettere Cersei e Jaime dalle questioni politiche, visto quello che hanno causato con le loro furbe decisioni. Olenna ci spara subito una bella battuta sul loro rapporto molto fraterno e via, altro giro altre pernacchie per gli Incest Brothers. Ma la vendetta è nell’aria, lo sappiamo tutti. Soprattutto Pycelle. Ah, Tommen che prova a fare il re cazzuto è credibile come Renzi che… che… no niente, è credibile come Renzi, fa già ridere così.
Accorpiamo un attimo due Stark dai. NinjArya ha ormai terminato il suo power-up, riprendendosi gli occhi e diventando più letale di Naruto e Sasuke messi assieme. Io continuo a credere poco al fatto che lei sia davvero “Nessuno”, perché dai, lo sanno anche i sassi che ora tornerà a Westeros per trivellare pertugi anali peggio di Mandingo. E poi, sempre per la serie a volte ritornano, ecco Rickon, il desaparecido di Grande Inverno (che incredibilmente non ha avuto l’esplosione ormonale molesta di Bran). Scappi da Theon per trovarti tra le mani di Ramsay, che dal morire affogato a scuoiato vivo è proprio un gran salto di qualità. Questo è decisamente un bel colpo di scena, soprattutto perché apre a diversi sviluppi futuri. Nessuno positivo ovviamente, è comunque Il Trono di Spade.
Ma veniamo al momento clou. Quello con un tasso di badassitudine over 9000. Un Jon amareggiato, che vede quello che sta per fare come una sconfitta personale, un dovere però dal quale non può esimersi. Qui c’è da togliersi il cappello per Alliser Thorne, stoico fino alla fine, nonostante l’inevitabile lo abbia travolto. Davvero applausi, come chiudere alla perfezione un personaggio così odiato. E poi, goduria delle godurie, il bimbominkia che diventa leggermente bluastro. Ciao Olly, insegna agli angeli a tradire il personaggio più amato di una serie tv. Ma la cosa più importante è solo una: now my watch is ended. Jon diventa IMMENSO in un attimo, prendendo la decisione più importante di tutte: la morte ha spezzato il suo giuramento, e ora che è tornato può fare quello che vuole. E quindi cosa vuole fare? Bella domanda. Ramsay inizia pure a tremare, mi sa che comincia da te.
Bene gentaglia, anche a sto giro abbiamo finito, ci vediamo martedì prossimo, mi raccomando non mancate. Soprattutto perché Il Trono di Spade inizia a starmi a sentire, e la scalata alla vetta di Edd l’Addolorato non è più un sogno.
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