Serie TV

Shannara – Episodi 1-5

Quando il fantasy è fastidiosamente fantasy

Cominciamo con alcune premesse che piaceranno tantissimo ai fan di questo prodotto: non ho mai letto un libro di Terry Brooks, sto guardando la serie su Sky e la sto guardando doppiata in italiano (ma sono un grande amante del fantasy in compenso). Bene, se qualche purista ha già storto il naso maledicendomi ad alta voce, vuol dire che quello che scriverò dopo lo leggeremo solo io e il mio amico immaginario (non ricordo quale però). Quindi, ricapitolando, ho visto i primi cinque episodi di The Shannara Chronicles (in Italia solo Shannara, che evidentemente ad imparare the e chronicles si faceva troppa fatica), e mi sono fatto un’idea della serie prodotta da MTV (musica, questa sconosciuta) e il buon Jon Favreau (che anche se ha diretto film così così, mi è sempre stato simpatico, vassapere).

Ora viene il difficile, dove cominciare? Forse dalla cosa migliore della serie: la sigla. Breve, concisa e chiara nella spiegazione di cosa si andrà a vedere: dopo un numero imprecisato di (molti) anni, l’umanità, a causa delle guerre nucleari, si è scissa in diverse razze, che guarda caso sono proprio quelle de Il Signore degli Anelli, pensa te le coincidenze. (Nei libri era un colpo di scena che si rivelava poco a poco, ottima mossa sceneggiatori).
Ecco diciamo che Shannara (queste prime cinque puntate della serie eh, non vi arrabbiate) potrebbe essere un’opera scritta da un Tolkien fatto di acidi mentre guardava 90210 (e non la serie originale, proprio il remake).

Partiamo dalla fotografia, perché non si può non partire dalla fotografia. A tratti è talmente accesa e colorata che vorresti regolare il televisore, manco stessi guardando Cartoon Network. Avete presente quando entrate da Abercrombie? Con quel profumo talmente forte che ti penetra le narici (ma proprio letteralmente), ma al quale poi, girando un po’ lì e maledicendo i fisici dei commessi (o sbavando, dipende dai casi) ci si fa l’abitudine? Ecco guardare Shannara fa un po’ lo stesso effetto, anche perché visti i personaggi sembra proprio di esserci, dentro Abercrombie.

Shannara tower

Ah, magari se non avete ancora visto le puntate non andate avanti (o sì se non ve ne frega niente) perché c’è il rischio spoilerz!

Quindi, assorbita la fotografia, ci si può buttare in questo mondo di elfi, gnomi, troll, demoni, maghi e umani. Cioè davvero, Tolkien nel 1955 era molto meno banale. Ma non divaghiamo. I protagonisti principali sono essenzialmente due (ma con la terza in forte ripresa, #teamEretria). C’è la principessa elfica Amberle Elessedil (che per comodità d’ora in poi chiamerò LSD, sostanza che sembra permeare la vita dei produttori della serie, e che farebbe bene anche all’eroina. Che pessima battuta. Ma era involontaria, credetemi). Una figa di legno certificata che, manco a dirlo, ha una connessione tutta sua con l’Eterea, l’albero millenario che, secondo la classica leggenda a cui tutti non credono ma che poi in realtà non è una leggenda, con la sua essenza tiene bloccati i demoni.

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Se non avete visto le puntate potete benissimo immaginare come andrà: l’albero inizia a morire e i demoni brutti, sporchi e cattivi (non ci credo che sto citando Scola in una recensione di Shannara, ma tanto sapete che lo faccio solo per farvi vedere quanto ne so di cinema) iniziano ad uscire, capeggiati dal Dagda Mor, il più cattivo di tutti, ovviamente.

Poi c’è quello con la faccia da pirla. Wil Ohmsford, il mezzelfo figlio di contadini poveri che non ha mai visto il mondo. Si rivelerà mica essere uno Shannara (antichissima famiglia super power)? Sarà mica destinato a salvare tutto il mondo (le Quattro Terre per gli aficionados)? Con le sue tre pietre magiche (che assomigliano pericolosamente ai cristalli di metanfetamina del buon Walter White), parte all’avventura incasellando figure di merda una dopo l’altra. Che poi, passando il tempo, diventa anche simpatico perché funge da contrappunto cinico/comico al sangue e ai morti di queste prime puntate.

shannara wil

Perché anche se il target di età è basso, bisogna rendere atto a Shannara che non lesina sulle scene cruente quando servono, anzi, il timore era che mostrassero poco o nulla di violenza, e invece mi hanno piacevolmente sorpreso.

Dai, arriviamo a lei allora, la campionessa incontrastata di salto sull’asta (e mio personaggio preferito se non si fosse inteso): Eretria. Semplice umana nomade, vedrà il suo destino incrociarsi più volte con Wil e LSD (perché nelle Quattro Terre si incontrano sempre le stesse quattro persone, regolare). Tipica good bad girl dal passato tristemente oscuro, anche per lei l’Eterea ha ovviamente in serbo grandi cose, che in questa serie sono tutti segnati dalla nascita, non si scappa mica. Qual è il suo quid in più? Che sessualmente parlando ti mangia a colazione, pranzo e cena senza neanche bisogno della Citrosodina (quel bastardo fortunato di Wil ne sa già qualcosa). Perciò vedete di darle sempre più spazio, su, che tanto cari produttori l’avete scritturata per quello, non prendiamoci in giro. (Ah, chicca disturbante, almeno per me: l’attrice era la protagonista de Il labirinto del fauno di Guillermo Del Toro. Little mindfuck).

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Menzione speciale al re degli elfi: Eventine, nonno di LSD, il grande John Rhys-Davies (Gimli, per citare un suo ruolo poco conosciuto), che ha ottenuto la promozione da nano ad elfo (ma che pensa ancora lo abbiano fregato visto dove è finito, maledette clausole contrattuali in minuscolo).

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Last but not least, uno dei motivi che mi ha spinto a cominciare la serie: Manu Bennet, l’indimenticabile Crisso di Spartacus, che qui è il druido Allanon, cioè un mago tutto d’un pezzo che dispensa profezie da giorno del giudizio al posto del “come va?”. Evidentemente hanno detto anche a lui di abbassare il livello della recitazione, altrimenti rischiava di mettere in ombra Faccia da pirla e LSD, poverini.

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Quindi la domanda sorge spontanea: perché guardare Shannara? Beh, preso per quello che è (cioè l’esatto opposto di un prodotto seriale contemporaneo), è godibile, quel guilty pleasure che bisogna sempre avere per sciacquare il cervello. Ah, e per Eretria, neanche da chiederlo.

Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
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