Film

Shirkers: ero solo una ragazza che sognava di girare un film

Tutti abbiamo idee che ci frullano nella testa, ma solo qualcuno, chiamato regista, riesce a imprigionare pensieri e azione in fotogrammi creando capolavori, o…, vabbè avete capito. Shirkers, uscito da pochi giorni su Netflix e probabilmente visto solo dal sottoscritto, sta nel mezzo tra “Wow che figata” e “Voglio morire adesso“.

Sandi Tan, aiutata dalle sue amiche per niente giovani svogliate, tra una canzone punk e Il giovane Holden decidono di girare il primo film indipendente nella storia di una Singapore rurale che vietava le gomme da masticare. La trama, complicata e confusionaria, parla di una certa S che si sposta per le varie strade della città cercando di salvare anime di bambini portandole con se nell’aldilà. Nel frattempo succedono cose assurde creando una particolare atmosfera ricca d’improvvisazione.

La regista, diventata ormai adulta, ci svela che quella ragazzina con la camicia rosa è cresciuta diventando donna, regista e scrittrice, usa le sue vecchie fantasie da adolescente come pretesto e valvola di sfogo per raccontare la sua vita. Le interviste, le immagini del 1992 e il viaggio on the road compiuto veramente per questo film creano un cortocircuito tra verità/finzione esaltando l’essenza del metacinema.

Lo Shirkers originale rivive con uno stile meno vintage, più vaporwave, pronto per essere apprezzato dagli hipster con gli occhialini rotondi e dai malati di Wes Anderson.

In questo contesto a tratti onirico e spensierato, irrompe Georges Cardona, uomo dallo sguardo glaciale e dalla vita misteriosa. È un personaggio complicato, passa dall’essere un amico sincero a cinico e perverso collezionista. Le sue storie sono così bizzarre che ne esaltano la follia, anche se sembrano copiate da celebri film come Sesso bugie e videotape.

Se la prima parte è incentrata sulla vita di Sandi, la seconda prende le pieghe di una crime story molto americana e cupa alla ricerca di una capsula del tempo (non proprio, ma non voglio spoilerare) annacquando un po’ il tutto. Lo stile da film indipendente si trasforma in programma da Real Time e la voce fuoricampo diventa sempre più insopportabile, consigliandone l’intera visione in lingua originale e sottotitoli.

Questi difettucci non rovinano totalmente il film grazie alle citazioni pro cinefili di Bergman, Nosferatu, l’amore per la Nuovelle Vague e la stravaganza di Fitzcarraldo. Le stranezze delle riprese, i rallenty e i movimenti di macchina portano sprazzi di novità e freschezza.

Ci sono tante storie che coesistono armoniosamente tra loro. Viene raccontato in forma autobiografica non solo un piccolo sogno adolescenziale, ma anche la storia di una nazione che nel giro di vent’anni è diventata una delle più ricche al mondo. Esalta l’amicizia evidenziandone i lati oscuri. Celebra la passione e il coraggio di chi rincorre le proprie passioni, sacrificando gli affetti per trasferirsi a migliaia di chilometri lontani da casa. Per soddisfare la propria voglia di cinema per i giovani registi  i casting improvvisati diventano risorse preziose, mentre la burocrazia di Hollywood schiaccia la creatività e l’arte di arrangiarsi, vi ricorda qualcosa?

Shirkers è sicuramente qualcosa di diverso rispetto al solito, per questo può essere interessante usarlo come lente d’ingrandimento per  vedere il mondo attraverso gli occhi e la camera di una giovane regista nata a Singapore e traferitasi poi negli Stati Uniti.

La premiazione al Sundance, i dibattiti sul femminismo e la presenza sul catalogo di Netflix sono fattori che possono dare fortuna al film, ma la concorrenza rischia di affondare e lasciare nel dimenticatoio questa pellicola tutta da scoprire.  Il cinema è quella cosa fatta di pensieri e parole al quale ci abbandoniamo per sfuggire dalle nostre ansie e preoccupazioni, trovare un film così quindi può essere un’ottima soluzione.

Un’altra idea potrebbe essere quella d’inventare una storia tutta vostra, trasformandovi  in piccoli registi, seguendo la passione di Sandi. In questo caso vi posso consigliare di evitare un nuovo Georges Cardona e di non fare la fine delle zanzare.

Nicolò Granone

Simpatico, curioso, appassionato di cinema, sono pronto a esplorare l'universo in cerca di luminosi chicchi di grano da annaffiare e far crescere insieme a voi, consigliandovi ogni tanto film da scoprire qui alla luce del Sole.
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