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Signori! La paura è servita – Il Maestro del brivido

“Da ragazzina ero ossessionata dall’idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all’idea di suicidarsi”

Banana Yoshimoto

Il mio carissimo collega del MacGuffin Mr Luciani un giorno me la butta lì proponendomi di curare con lui una piccola rassegna su Dario Argento. E come fai a dirgli di no?

Adoro Darione a dismisura, tendenzialmente perché non ho mai avuto il coraggio di vedere un suo film con la luce spenta visto che quel pazzo sa spaventare come Dio comanda. La prima volta che ho visto Profondo rosso ero sola a casa: ho visto tutto il film con la luce accesa, la porta chiusa a chiave, maledicendomi e rannicchiandomi in un angolo del divano. Ho fatto i conti con l’essere masochista a fine film, quando era giunta l’ora di cambiare stanza: da brava codarda ho atteso il ritorno dei genitori evitando pure di andare in bagno. E non vi dico poi i problemi che ho avuto con la tenda di camera mia prima di addormentarmi.

Mercoledì scorso il buon Luciani ha inaugurato la rassegna proprio con il super cult di Argento, Profondo rosso e gli sono infinitamente grata, visto che non me la sentivo di rivivere i miei traumi adolescenziali. Io invece ho deciso di inaugurare la mia presenza nello Speciale partendo con un focus proprio su di lui, il Maestro del brivido, per quattro motivi.

  1. Perché ci sono persone che hanno visto qualche suo film ma non sanno un fico secco su di lui e sulla sua produzione. Ottimo, è giunta l’ora di fare una conoscenza ravvicinata con il Maestro.
  2. Per incuriosire le nuove generazioni affinché esplorino un po’ di sano vintage e capiscano che gli effetti speciali non fanno un buon horror. Su che vi fa bene.
  3. Per evitare che la gente parta dal farsi una cultura su di lui con i suoi film più recenti. Evitateli come la peste!
  4. Perché mi voglio tenere il meglio per i prossimi articoli visto che abbiamo in serbo per voi grandi cose.

Se voi siete pronti io direi di iniziare.

Non stiamo ad esplorare la sua biografia per favore, esiste la cara Wiki. Sappiate solo che è un regista e sceneggiatore romano ma nasce come critico cinematografico, ha 75 anni ed è ancora in attività dopo aver iniziato la sua carriera nel cinema ben 46 anni fa.

Argento è un personaggio parecchio strano e bizzarro, fuori come una campana come tutti i geni. Si è sempre sentito un “diverso”, un lupo solitario, i compagni lo prendevan77676-dario-argento-asia-argentoo per il culo per l’aspetto malaticcio: è sempre stato eccessivamente magro e con quelle mega occhiaie. Una volta cresciuto veniva sempre fermato negli aereoporti o nei ristorante perché non gliene è mai fregato un cazzo del suo aspetto fisico diciamo “molto horror” e poco curato.

Va fuori di testa per la musica rock, basti guardare tutte le colonne sonore dei suoi film, e divora una quantità di libri spaventosa. Edgar Allan Poe era il suo eroe da ragazzo e inoltre ha una vera e propria passione per Sigmund Freud, quindi è bello contorto. Deve avere anche un bel caratterino, visto il vizio di litigare un po’ con chiunque, sia sul set che fuori dal set, vedi diverse zuffe con il Maestro Morricone e con sua figlia, la coattissima Asia Argento, a cui non ha parlato per due anni perché si e rifiutata di lavorare per un suo film. E poi beh, il rapporto maniacale con l’hashish, che ammette di aver fumato fino a 70 anni.

Ma che cosa dobbiamo davvero sapere?

Argento durante la sua carriera si è guadagnato diversi soprannomi. I piu importanti sono Maestro del Brivido e Hitchcock Italiano. Il primo perché la sua produzione si è  incentrata solamente su horror e thriller. Grazie ad un meccanismo basato sulla suspance, ricreata sapientemente tramite le sue pazzesche abilità con al cinepresa, le musiche, la fotografia e le scenografie, Argento riesce a portare sullo schermo e a raccontare egregiamente una cosa difficilissima: la paura.

Il secondo soprannome fa riferimento all’influenza che Hitchcock ha avuto sui suoi thriller, ma forse ancor di più alle trovate di marketing messe in piedi per promuovere i suoi primi lavori: le finte frasi messe in bocca ad Hitchcock in persona come “Quell’italiano mi fa sempre più paura…” e via dicendo. La sua vera fonte d’ispirazione è però il grande Sergio Leone. Le sue opere sono piene degli insegnamenti del suo mentore e caro amico.

Ora facciamo tutto nella maniera più semplice prendendo la sua carriera e scomponendola in tre periodi.

  • Il thriller. Dal 1970 al 1975. La prima produzione argentiana è basata interamente sui thriller. Da ricordare: la Trilogia degli animali e Profondo rosso. I protagonisti delle sue storie sono artisti, giornalisti e poliziotti, un mondo che lui ha sempre conosciuto molto bene. Gli effetti speciali sono molto artigianali e il cattivo è il classico “uomo” con impermeabile e cappello nero, coltello e rasoio che distorce la voce al telefono. Ketchup a bomba ma nonostante tutta questa semplicità i risultati sono spaziali. Ma ne riparleremo presto durante lo Speciale.
  • L’horror paranormale. Fine anni ’70-anni ’80. Da ricordare: Suspiria, Phenomena, Inferno. Il regista si butta sull’horror (non accantonando però mai il thriller) scegliendo come protagonisti le streghe e il paranormale, e puntando molto di più sulla resa visiva a discapito della sceneggiatura. Il risultato rimane comunque ottimo. Ma ne riparleremo presto durante lo Speciale.
  • Il Rincoglionimento. Anni ’90-2000. Stendiamo un velo pietoso sulle sue ultime pellicole. Con film come Non ho sonno, Il cartaio e Dracula 3D, Argento si è palesemente venduto il culo, sfornando prodotti super commerciali, che non sembrano manco frutto della sua cinepresa. Dov’è la tecnica del Maestro? Boh. La paura? Boh. I brividi? Boh. Non ne riparleremo durante lo Speciale. Questa parte di produzione debellatela.

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Chi ha influenzato. È ironico come il regista abbia sfondato più all’estero che in patria. Basti pensare alla sua produzione. In Italia Argento si è fatto portavoce di un genere che non ha dei veri eredi: la commedia va per la maggiore, ma non la Commedia all’italiana di Sordi, Mastroianni o Gassman, le cazzatine con i nostri tristi comici di oggi o i drammi. Un sacco di registi internazionali invece, non solo ce lo hanno invidiato per anni, ma ammettono di essere stati influenzati dal suo stile unico. Stiamo parlando di registi del calibro di John Carpenter, Brian De Palma, Quentin Tarantino, e persino il fichissimo George Romero ha ammesso di essere rimasto incantato dal Maestro. Si può tranquillamente dire che Argento ha fatto scuola nel mondo e noi dovremmo andarne più che fieri.

Progetti futuri. Lo vedremo forse al cinema con The Sandman, dico forse perché non si capisce un tubo: il regista ha dovuto fare una campagna di raccolta fondi su Internet e non si riesce a partire. Indovinate chi sarà il super cattivo? La rockstar Iggy Pop, che strapperà gli occhi ai bambini nel sonno, yeah! Sono intrigatissima per questa strana scelta ma sinceramente rimango abbastanza disillusa perché il magic touch argentiano si è perso per strada, quando ha deciso di assecondare il pubblico più giovane a discapito di noi amanti dei suoi capolavori del passato.

Passo la parola a Mr. Luciani, che vi attende mercoledì prossimo su TheMacguffin.it

Se gli horror sono la vostra passione, fate un salto dai nostri amici di Film esageratamente da paura!

Sarah Tavella

25anni (+3). Novese per nascita, londinese d'adozione. Lavora nel Marketing e come direbbe Amélie Poulain, "a Sarah Tavella piace": perdere la voce ai concerti rock, i film dove vince il cattivo, guidare senza una meta.
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